Stima degli effetti radiativi degli aerosol Sahariani nella modellistica meteorologica del Mediterraneo

Gli aerosol minerali sono sicuramente tra i fattori di maggior importanza nel modificare il bilancio radiativo dell'atmosfera, tuttavia la descrizione fisica dei loro effetti non costituisce ancora un elemento standard dei sistemi di simulazione numerica utilizzati per lo studio dell'atmosfera in generale e per scopi pratici come le previsioni meteorologiche. Inoltre gli effetti delle polveri di origine sahariana hanno un peso rilevante nei fenomeni atmosferici sul bacino del Mediterraneo e quindi sull'Italia.
Il lavoro sviluppato in questa tesi è stato incentrato nella realizzazione "ex–novo" di una catena modellistica atmosferica che permettesse di ricostruire il fenomeno della pro- duzione e trasporto degli aerosol e di valutare l'impatto che questi hanno sulla radiazione solare che raggiunge il suolo. A questo scopo sono stati selezionati 4 modelli autonomi che costituiscono lo stato dell'arte per quanto riguarda la simulazione degli eventi atmosferici: RAMS, che elabora la dinamica meteorologica, DUSTEM, dedicato all'emissione di polveri, CAMx, per il trasporto degli aerosol, ed infine UVSPEC per il calcolo degli effetti radiativi. I modelli sono stati accoppiati in modo da costituire un nuovo sistema numerico di simulazione.
L'affidabilità del metodo è stata verificata ricostruendo uno specifico evento del passato, avvenuto nel luglio 2003, in cui si è avuto il trasporto di una nube particolarmente consistente di polvere desertica sahariana attraverso il Mediterraneo fino a raggiungere l'Italia.
In particolare si sono confrontati i risultati della simulazione con i dati provenienti da analisi globali (progetto Reanalisi) e, per la parte radiativa, con le osservazioni disponibili, raccolte sia da stazioni di rilevamento a terra (Oristano e Lampedusa), che dallo strumento satellitare TOMS. Dal confronto emerge un accordo sostanziale fra la simulazione e i dati sperimentali, mentre si evidenzia come la valutazione dell'emissione di polveri alla sorgente costituisca attualmente il punto più critico del procedimento.
Il lavoro è stato svolto presso il Laboratorio per la Meteorologia e la Modellistica Ambientale (LaMMA) delI'Istituto di Biometeorologia – Consiglio Nazionale delle Ricerche.