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Evoluzioni normative e giurisprudenziali sul segreto di stato alla luce delle recenti riforme

Scopo del presente lavoro di tesi è quello di illustrare i rapporti tra diritto di accesso e di trasparenza e la necessità di tutela del segreto amministrativo e del segreto di Stato. In particolare, l’indagine analizzerà la riforma della normativa sul segreto di Stato soffermandosi sui delicatissimi interessi in gioco inevitabilmente coinvolti a partire dall’emergere di conflitti tra i poteri dello Stato.
La stabilità dell’ordinamento democratico fondato, come teorizzato da Montesquieu fin dalla prima metà del ‘700, sulla separazione dei poteri resta particolarmente condizionato, infatti, dalla rilevanza nell’ordinamento giuridico italiano del segreto di Stato.
Fattispecie emblematica è stata la vicenda giudiziaria che ha coinvolto gli alti vertici dei Servizi Segreti Italiani per la collaborazione con i Servizi Segreti Statunitensi nell’arresto e “sequestro” di Abu Omar, che si è conclusa con la pronuncia di non luogo a procedere nei confronti degli indagati a seguito delle sei fondamentali pronunce della Corte Costituzionale che hanno riconosciuto l’avvenuta violazione del segreto di Stato da parte dell’ordine giudiziario.
In tal modo si è inteso ristabilire l’equilibrio nei rapporti di forza tra il Governo e la Magistratura riconfermando il fondamentale valore della tutela del segreto di Stato nel nostro ordinamento quale valore imprescindibile e irrinunciabile posto a salvaguardia della sicurezza istituzionale.
L’indagine, per completezza, sarà inquadrata nel più generale principio della trasparenza dell’azione amministrativa che “costituisce un’esigenza assolutamente fondamentale degli ordinamenti democratici, ponendosi come strumento indispensabile a realizzare un effettivo e diretto rapporto tra governanti e governati, per il fatto di consentire a questi ultimi una più consapevole partecipazione nell’operato dei pubblici poteri” .
La conoscibilità documentale misura il grado di trasparenza espresso dal sistema giudiziario. Inoltre, in un ordinamento in cui vige il principio della documentalità , il diritto di accesso costituisce uno dei parametri fondamentali per saggiare la maturità del sistema e per verificarne l’attitudine ad intraprenderne un percorso evolutivo teso ad affrontare, ed a concretare, la centralità del cittadino.
Per definizione accesso si contrappone a segretezza. Il binomio implica un rapporto inversamente proporzionale tra i termini: minore è il grado di segretazione, maggiore è la possibilità di accedere ai documenti.
Fino all’entrata in vigore della legge 7 agosto 1990, n. 241, Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, il segreto sull’attività amministrativa era la regola.
Paradossalmente, il segreto era considerato funzionale al buon andamento dell’ammi-nistrazione, perché si riteneva che l’assenza di una preventiva conoscenza in ordine alle scelte amministrative favorisse il corretto esercizio dell’attività amministrativa.
Il quadro così delineato in via generale, però, configgeva con la “natura democratica del testo costituzionale” e con i primi timidi interventi a livello comunitario.
Con la legge 241 del 1990, il segreto non viene più rapportato alla posizione del detentore, ma alla qualità delle informazioni che protegge ; superando, in tal modo, la “concezione soggettiva e personale del segreto amministrativo”: un documento è segreto perché è della Pubblica Amministrazione. Per approdare ad una “concezione oggettiva e reale”: un documento è segreto per la qualità delle informazioni che contiene .
La legge 241/1990 pone il diritto di accesso sia come momento di attuazione del principio di partecipazione, sia come strumento di controllo dei cittadini sull’imparzialità della Pubblica Amministrazione: il diritto di accesso, pertanto, diventa regola generale ed immanente dell’ordinamento giuridico italiano: ne consegue che il segreto d’ufficio degrada a semplice eccezione.

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1 Introduzione Scopo del presente lavoro di tesi è quello di illustrare i rapporti tra diritto di accesso e di trasparenza e la necessità di tutela del segreto amministrativo e del segreto di Stato. In particolare, l‟indagine analizzerà la riforma della normativa sul segreto di Stato soffermandosi sui delicatissimi interessi in gioco inevitabilmente coinvolti a partire dall‟emergere di conflitti tra i poteri dello Stato. La stabilità dell‟ordinamento democratico fondato, come teorizzato da Montesquieu fin dalla prima metà del „700, sulla separazione dei poteri resta particolarmente condizionato, infatti, dalla rilevanza nell‟ordinamento giuridico italiano del segreto di Stato. Fattispecie emblematica è stata la vicenda giudiziaria che ha coinvolto gli alti vertici dei Servizi Segreti Italiani per la collaborazione con i Servizi Segreti Statunitensi nell‟arresto e “sequestro” di Abu Omar, che si è conclusa con la pronuncia di non luogo a procedere nei confronti degli indagati a seguito delle sei fondamentali pronunce della Corte Costituzionale che hanno riconosciuto l‟avvenuta violazione del segreto di Stato da parte dell‟ordine giudiziario. In tal modo si è inteso ristabilire l‟equilibrio nei rapporti di forza tra il Governo e la Magistratura riconfermando il fondamentale valore della tutela del segreto di Stato nel nostro ordinamento quale valore imprescindibile e irrinunciabile posto a salvaguardia della sicurezza istituzionale.

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Informazioni tesi

  Autore: Ivana Iaconinoto
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Governo e gestione di amministrazione e imprese
  Relatore: Fabrizio Tigano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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Parole chiave

abu omar
commissione accesso
conflitto istituzionale
extraordinary rendition
segreto di stato
sentenza c.c 106/2009

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