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L'intervento mediatorio dell'Italia a Sharm El Sheikh (1982-oggi)

MAR ROSSO: LA PIU' ANTICA MISSIONE DELLE FORZE ARMATE ITALIANE

IN SINAI, CON LA M.F.O.: PIU’ DI 30 ANNI NELLA PIU’ LUNGA ATTIVITA’DELLA MARINA MILITARE

L'8 agosto 1978 la Casa Bianca annuncia che il Presidente egiziano Sadat e il Primo Ministro israeliano Begin hanno accettato l'invito del Presidente statunitense Carter di partecipare ad un incontro negli Stati Uniti il mese successivo, allo scopo di stabilire un accordo-quadro per la pace in Medio Oriente.

Un colloquio privato tra i leader di Usa, Egitto e Israele si apre nel ritiro presidenziale di Camp David il 5 settembre e si conclude 12 giorni dopo, il 17, con la firma di due accordi-quadro. Riguardano una globale sistemazione del Medio Oriente e la conclusione, entro tre mesi, di un Trattato di Pace tra Egitto e Israele.

Le basi che pongono fine ad un trentennio di guerre israelo-egiziane sono, dunque, poste.
L'imprescindibile punto di partenza degli accordi è il ritiro israeliano dalla penisola del Sinai e la conseguente restituzione di essa alla sovranità egiziana.
Oltre allo stabilimento di normali relazioni diplomatiche tra i due Paesi, è convenuto un punto basilare per il futuro intervento militare italiano: le navi israeliane hanno diritto di passaggio nel Canale di Suez ma, soprattutto, gli Stretti di Tiran e il Golfo di Aqaba sono riconosciuti come “vie d'acqua internazionali da tenere aperte a tutte le Nazioni affinché viga una non-ostacolata e non-sospendibile libertà di navigazione e di sorvolo”.
Nell'ambito degli stessi accordi di Camp David è già previsto che Forze delle Nazioni Unite stazionino a Sharm El Sheikh al fine di assicurare libertà di passaggio attraverso gli Stretti di Tiran.

Il 12 ottobre 1978 si aprono a Washington i negoziati sul testo di un formale trattato di pace tra Israele ed Egitto.
Dopo 5 mesi di febbrili trattative, dall'ottobre 1978 al marzo 1979, si giunge così alla conclusione definitiva dei negoziati israelo-egiziani per la redazione di un trattato di pace tra di essi: l'ultratrentennale stato di guerra tra i due Stati può dirsi concluso.

Il 26 marzo 1979, i leader di Egitto e Israele procedono alla firma del trattato di pace in una cerimonia tenuta alla Casa Bianca, con la presenza del Presidente Carter in qualità di garante.

Il 17 giugno 1981, i rappresentanti di Egitto e Israele, accompagnati dall'Ambasciatore americano M.Sterner, siglano gli strumenti giuridici negoziati che hanno per oggetto la costituzione, in luogo di un contingente delle Nazioni Unite, della Forza Multinazionale ed Osservatori (MFO).
La cerimonia di firma del Protocollo ha luogo il 3 agosto 1981 a Washington, presso il Dipartimento di Stato.


La MFO deve farsi carico di queste attribuzioni:
• predisporre il funzionamento di punti di controllo lungo la frontiera internazionale;
• verificare periodicamente l'applicazione delle disposizioni dell'allegato I al trattato del 1979;
• assicurare la libertà di navigazione nello Stretto di Tiran, secondo l'indicazione dell'art.V del trattato di pace.
La Forza deve operare sul posto a partire dal 20 marzo 1982 ed assicurare lo svolgimento delle proprie funzioni dal 25 aprile 1982.

L'accordo per la partecipazione dell'Italia alla ''Forza e Osservatori multinazionali'' nel Sinai si svolge nel corso di incontri tenutisi a Roma nei mesi di gennaio - febbraio 1982. Tali riunioni portano alla stesura finale dei testi relativi alla partecipazione italiana alla MFO: sono firmati il 16 marzo 1982.
L'intesa del 16 marzo 1982 per l'adesione dell'Italia alla ''Multinational Force and Observers'' nel Sinai ha, nel 2012, celebrato il suo trentennale, risultando la più lunga missione in assoluto della Marina Militare italiana.

La lunga attività nel Mar Rosso del contingente della Marina Militare, rappresentato dal 10° Gruppo Navale Costiero, cui è affidato lo sviluppo di quella che è da ritenersi la prima missione ''fuori area'' della M.M. nel dopoguerra (eccettuando il soccorso ai ''boat people'' del Vietnam), costituisce una realtà – ancora in atto - che non deve essere sottovalutata.

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L’intervento mediatorio dell’Italia a Sharm El Sheikh (1982 - oggi) PREMESSA 1. GLI ACCORDI DI CAMP DAVID DEL SETTEMBRE 1978 L'8 agosto 1978 la Casa Bianca annunciò che il Presidente egiziano Sadat e il Primo Ministro israeliano Begin avevano accettato l'invito del Presidente statunitense Carter (comunicato dal Ministro degli Esteri Vance durante le visite di Gerusalemme ed Alessandria del 6 e 8 agosto) di partecipare ad un incontro negli Stati Uniti il mese successivo, allo scopo di stabilire un accordo-quadro per la pace in Medio Oriente. Conseguentemente, un colloquio privato tra i leader di Usa, Egitto e Israele si aprì nel ritiro presidenziale di Camp David, vicino Washington, il 5 settembre e si concluse 12 giorni dopo, il 17, con la firma di due accordi-quadro. Essi erano inerenti ad una globale sistemazione del Medio Oriente e, cosa che ci riguarda più da vicino, alla conclusione, entro tre mesi, di un Trattato di Pace tra Egitto e Israele. Le due intese furono firmate, in una cerimonia alla Casa Bianca, dal Presidente Sadat e dal Primo Ministro Begin e, in veste di garante, dal Presidente Carter. Le basi che ponevano fine ad un trentennio di guerre israelo-egiziane erano, dunque, poste. Per ciò che riguarda l'accordo-quadro su una sistemazione globale del Medio Oriente, notiamo un punto fondamentale ai fini della nostra ricerca e cioè l'impegno di Egitto e Israele di concludere entro tre mesi, a partire dal 17 settembre 1978, un trattato di pace tra di loro che avesse come obiettivo primario il raggiungimento di una pace globale nell'area mediorientale. Ma l'obbligo convenuto delle Parti non si limitava solo alla stipulazione di tale trattato: era, altresì, previsto l'invito ufficiale agli Stati Uniti che avrebbero partecipato a tutti i negoziati collegati all'adempimento dell'accordo-quadro; allo stesso modo, una simile sollecitazione sarebbe stata inoltrata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, chiamato a confermare e sottoscrivere i trattati di pace risultanti dai negoziati. Come si nota chiaramente, dagli accordi-quadro vengono, dunque, previsti quattro soggetti di diritto internazionale i quali, ognuno con proprie specifiche attribuzioni, dovranno interagire fra di loro: oltre ad Egitto e Israele, gli Stati Uniti e il Consiglio di Sicurezza ONU. A questo punto analizziamo, per sommi capi, le basi su cui i due Paesi avrebbero cercato di concludere tra di loro un trattato di pace. L'imprescindibile punto di partenza degli accordi era il ritiro israeliano dalla penisola del Sinai e la conseguente restituzione di essa alla sovranità egiziana. Tale ritiro, a partire dal momento della firma del Trattato, doveva cominciare in un periodo compreso tra i tre e i nove mesi e completarsi entro due-tre anni dalla firma. Allo stesso modo, oltre allo stabilimento di normali relazioni diplomatiche tra i due Paesi, fu convenuto un punto basilare per il futuro intervento militare italiano: le navi israeliane avrebbero avuto diritto di passaggio nel Canale di Suez ma, soprattutto, gli Stretti di Tiran e il Golfo di Aqaba sarebbero stati riconosciuti come “vie d'acqua internazionali da tenere aperte a tutte le Nazioni affinché viga una non-ostacolata e non- sospendibile libertà di navigazione e di sorvolo”. In seguito ne analizzeremo più approfonditamente l'importanza. Per il momento ci basti ricordare che, oltre a restrizioni di forze militari applicate su fasce di territorio egiziano e israeliano, nell'ambito degli stessi accordi di Camp David era già previsto che Forze delle Nazioni Unite avrebbero stazionato a Sharm El Sheikh al fine di assicurare libertà di passaggio attraverso gli Stretti di Tiran, a cui ci siamo riferiti in precedenza.

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Informazioni tesi

  Autore: Mauro Piga
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1992-93
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Romain H. Rainero
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 68

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Parole chiave

forza multinazionale ed osservatori
marina militare italiana
missioni italiane all'estero
multinational force and observers
onu
peace-keeping

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