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La gestione delle risorse idriche: quadro normativo e situazione attuale in Europa, Italia e Sardegna

La tesi si occupa della riforma del settore idrico introdotta con la direttiva 2000/60 in Europa e della legge 36/94 "Galli" in Italia.
Di quest'ultima tratta inoltre della sua attuazione (al settembre 2004) a livello nazionale approfondendo poi il caso della Sardegna.

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2 La gestione delle risorse idriche: quadro normativo e situazione attuale in Europa, Italia e Sardegna Introduzione L’acqua è il più indispensabile dei beni: la sua presenza ed abbondanza (o scarsità) ha condizionato la storia dell’uomo sin dai suoi albori, il suo sviluppo economico, ha prodotto benessere e indotto guerre. Dalla conferenza internazionale sull’acqua e sull’ambiente svoltasi a Dublino nel 1992 è nata questa definizione: “Water has an economic value in all its competing uses and should be recognized as an economic good”. Pochi mesi dopo a Rio, durante l’Earth Summit sull’ambiente e lo sviluppo, si aggiustava un po’ il tiro affermando che l’acqua è: “A social and economic good”. La direzione comunque è stata tracciata: i problemi idrici non possono più essere risolti esclusivamente con politiche sul lato dell’offerta (supply side policy), ma si deve passare a politiche sul lato della domanda (demand side policy ). L’acqua non può più essere fornita ad un prezzo al di sotto di quello di “produzione”, tanto più che sta diventando, e non solo in paesi del terzo mondo, una risorsa scarsa a causa non solo di problemi gestionali, ma anche del riscaldamento climatico e della più accentuata stagionalizzazione delle piogge. L’acqua ha caratteristiche di un bene pubblico, è cioè un bene che ha significativi “spillover” di benefici, il cui uso aumenta il benessere dell’utilizzatore e della società. Un aspetto però fondamentale dei beni pubblici è la non rivalità (un bene è rivale quando il consumo da parte di un soggetto non può essere condiviso anche da un altro soggetto) e la non escludibilità (un bene è escludibile se può essere regolamentato il suo consumo); l’affievolimento (o l’assenza di una) di queste due caratteristiche ci porta nella categoria dei beni misti. L’acqua allora non è un bene pubblico puro, ma bensì un bene misto, e l’affievolimento dei due caratteri prima citati, risulta maggiormente quando la risorsa è globalmente modesta o con flussi irregolari. In particolare quando le acque non sono trattate come beni aventi un valore economico, e dunque non ne vengono discriminati i diversi usi: diretto (civile, agricolo ed industriale), indiretto (funzioni ecologiche rese dalle acque).

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Macis
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Economia e Politiche Europee
  Relatore: Elisabetta Strazzera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 28

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Parole chiave

ato
dir 2000/60
gestione integrata risorse idriche
legge 36/94
legge galli
piano di ambito
razionalizzazione
sardegna
settore idrico
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