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La riforma del Fondo Sociale Europeo - Aspetti istituzionali e gestionali

Il presente studio ha inteso esaminare l'evoluzione normativa del Fondo sociale europeo (Fse), il principale strumento finanziario della politica sociale dell'Unione europea, dalla sua istituzione nel 1957 ex art. 123 e ss. del Trattato di Roma ad oggi, focalizzando l'attenzione sugli aspetti innovativi introdotti dalla riforma dei Fondi strutturali approvata nel giugno del 1999 a Lussemburgo. La dissertazione si concentra, in particolare, sull'analisi comparata degli aspetti istituzionali e procedurali relativi alla gestione del Fondo vigenti nel periodo di programmazione recentemente terminato (1994-1999) e nel nuovo ciclo programmatorio (2000-2006).

Il Fondo - è questa una prima considerazione conclusiva tratta dal presente lavoro - da strumento di compensazione nella Comunità economica europea (Cee) negli anni '60 si è trasformato, in seguito alla riforma della politica strutturale comunitaria varata nel giugno del 1999, in un dispositivo di policy al servizio della politica di coesione economica e sociale dell'Unione e della Strategia per l'Occupazione (Seo), lanciata dagli Stati membri in occasione del Vertice straordinario sull'occupazione tenutosi a Lussemburgo nel novembre del 1997.

L'analisi è prevalentemente orientata ad enucleare gli aspetti innovativi della nuova disciplina approvata nel giugno del 1999, che ha determinato un ''riposizionamento'' del Fse. In particolare si è trattato di cercare di mostrare come il Titolo sull'occupazione del Trattato di Amsterdam, unitamente alla Seo coordinata dalla Commissione europea, abbia sancito l'abbandono della sua storica collocazione sul fronte delle politiche dell'istruzione e della formazione professionale per attestarsi sulla linea delle politiche attive del lavoro.

Lo studio identifica le principali novità introdotte dai regolamenti del 1999 concernenti i Fondi strutturali, con particolare riguardo ai temi della gestione e della programmazione, per mostrare come tali disposizioni abbiano significative implicazioni per l'attuale assetto istituzionale, sia sul fronte interno che comunitario. La riforma del 1999 evidenzia, infatti, che si è aperta una nuova fase della politica strutturale dell'Unione, più cogente e idonea ad affrontare l'imminente allargamento dell'Unione a Est e, in generale, le sfide per la tenuta delle istituzioni comunitarie alle soglie del terzo millennio.
Definendo nuovi Obiettivi per l'intervento strutturale, la riforma del 1999 implica una missione specifica per ciascuno dei Fondi strutturali, trasformando il Fse nel principale strumento della politica sociale comunitaria. Inoltre, rafforzando il principio della programmazione decentrata, i nuovi Regolamenti evidenziano la tendenza verso un accresciuto ruolo ''gestionale'' della Commissione, - una seconda considerazione conclusiva del presente studio - ma anche verso un maggior coinvolgimento degli Stati membri. I regolamenti sanciscono espressamente il potenziamento del principio della partnership, con la conseguenza che, per la prima volta, le autorità regionali e locali, le parti socio-economiche e altri organismi competenti sono stati chiamati a contribuire al processo della programmazione territoriale.

In conclusione, lo studio sostiene che la nuova strumentazione giuridica e più efficienti dispositivi gestionali introdotti dai Regolamenti del 1999 concorrono ad affermare una logica del decentramento. Di conseguenza si può ragionevolmente stimare per l'Italia un ulteriore miglioramento e una maggiore efficacia nelle procedure di gestione, valutazione controllo nel periodo di programmazione recentemente iniziato.

Si avanza, infatti, la seguente proposizione: così come gli obblighi derivanti dalla ratifica del Trattato di Maastricht in tema di unione monetaria hanno condotto l'Italia a realizzare il risanamento delle proprie finanze, le disposizioni regolamentari concernenti il Fse, a partire dalla precedente fase di programmazione, hanno dato impulso a rilevanti processi di riforma dell'assetto istituzionale interno, particolarmente in materia di programmazione, gestione e controllo delle risorse pubbliche.

Dallo studio emerge quindi un nuovo assetto istituzionale - quello di un modello di amministrazione della politica della coesione strettamente coordinato dalla Commissione in cui le amministrazioni nazionali e regionali si integrano in maniera funzionale - che suggerisce che lo sviluppo locale sembra realizzarsi anche attraverso la cooperazione transnazionale e transfrontaliera. Tutto ciò sembra prefigurare una naturale evoluzione, anche sul versante amministrativo, verso un sistema quasi federale. In tal senso il presente studio evidenzia come la realizzazione del federalismo pare prendere forma anche sul piano della coesione economica e sociale, di cui i Fondi strutturali rappresentano una leva fondamentale.

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6 INTRODUZIONE Quando nel 1957, a Roma, fu siglato il Trattato istitutivo delle Comunità europee, difficilmente si poteva prevedere, viste anche le incognite a livello politico che gravavano sul processo d’integrazione agli albori, che cinque articoli di tale storico accordo avrebbero, progressivamente, raggiunto un’importanza allora difficilmente ipotizzabile. Si trattava degli articoli 123-127 del Trattato Cee, che sancivano l’istituzione del cosiddetto Fondo sociale europeo (Fse). Trasformato il Mercato comune in un progetto di più ampio respiro, introdotta una nuova moneta, l’Euro, per sostenere tale progetto, il processo di costruzione europeo si sta infatti concentrando su un aspetto finora relegato a un ruolo di secondo piano: dare una dimensione “sociale” a detta costruzione, affinché essa costituisca il “pilastro” su cui far nascere quella “cittadinanza europea” senza la quale l’intero processo potrebbe fallire. Lo strumento principale attraverso il quale le istituzioni comunitarie vogliono sviluppare tale dimensione “sociale” è proprio il Fondo sociale europeo. Il presente studio intende analizzare l’impatto di questo strumento finanziario in termini di rapporti intersoggettivi e aspetti procedurali sulla politica di coesione economica e sociale dell’Unione europea. Si tratta di un quadro normativo piuttosto complesso. Nel presente lavoro, ci si è sforzati di operare una “sistematizzazione” della nuova normativa concernente il Fse e le sue varie fasi di attuazione. La speranza è che ciò possa fornire un piccolo contributo a una migliore conoscenza di quel grandioso progetto chiamato Europa.

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Benni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Luigi Moccia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 236

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Parole chiave

fondi strutturali
fondo sociale europeo
regolamenti comunitari
unione europea
fse

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