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L'edificazione della ''Città sulla Collina''. Tradizione eccezionalista e neoconservatorismo nella politica estera degli Stati Uniti

La tesi si compone di quattro capitoli. Il primo analizza le origini puritane del mito: dalla nascita degli Stati Uniti d'America, denominati da John Winthrop la "città sulla collina", fino alla nascita del sistema partitico americano, la cui divisione in due schieramenti alternativi metteva in crisi l'unità nazionale post Costituzione. Il secondo capitolo affronta l'evoluzione storica dell'eccezionalismo americano tra Ottocento e Novecento: gli Stati Uniti, infatti, spinti dal desiderio di espandersi verso Ovest per via di un Destino manifesto che li differenzia dalle altre nazioni, ma soprattutto dall'Europa, si affacciano al XX secolo come una grande potenza globale. E le principali linee politiche e strategiche nate tra il primo e secondo dopo guerra e l'inizio della Guerra fredda (wilsonismo, New Deal rooseveltiano, politica del contenimento) contribuiranno a preparare il terreno fertile che, a partire dagli anni Sessanta, con il ritorno al potere dei democratici, porterà alla nascita del neoconservatorismo. Il terzo, invece, si occuperà di analizzare nel dettaglio l'ascesa dei neoconservatori, delle loro idee e strategie durante le presidenze di Reagan, Bush padre e Clinton, passando da una forte opposizione al comunismo alla nascita del PNAC, basato sull'aumento della spesa per la difesa militare, sul rifiuto del multilateralismo e sulla promozione di una "benevola egemonia" mondiale che possa garantire nel tempo l'eccezionalità dell'America. Il quarto capitolo infine, si concentra sull'evento chiave del XXI secolo: gli attentati terroristici dell'11 settembre. Un momento fondamentale, tragico e inaspettato quest'ultimo, che consentirà ai neoconservatori di vedere realizzata la loro strategia per un "nuovo secolo americano" attraverso l'implementazione della Dottrina Bush. Ma questa nuova dottrina, a lungo andare, si sarebbe rivelata vincente in Medio Oriente? L'esperimento di un mondo unipolare era forse fallito? Quale sarebbe stato il futuro dei neocons e della "nazione indispensabile"? Sono queste le domande a cui si tenterà di rispondere alla fine del capitolo. Con il mio lavoro cercherò quindi di dimostrare come il mito dell'eccezionalismo americano, a prescindere dalle diverse fasi storiche, dalle minacce, dalla struttura del mondo e dalle strategie adottate, si sia conservato e si conserverà in eterno, preservando quella superiorità morale, giuridica e militare che da sempre distingue gli Stati Uniti d'America dalle altre nazioni del globo.

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INTRODUZIONE “Abbiamo una costituzione che non copia le leggi dei vicini, in quanto noi siamo più d’esempio ad altri che imitatori. E poiché essa è retta in modo che i diritti civili spettino non a poche persone, ma alla maggioranza, essa è chiamata democrazia (…).” 1 Così parlò Pericle ad Atene 2500 anni fa commemorando i caduti del primo anno della guerra del Peloponneso. 2 Quel discorso, infatti, si era rivelato l’occasione ideale per lodare la guerra ma anche per offrire un’orgogliosa rappresentazione della città in cui erano morti i suoi concittadini. Atene, cioè, che raggiunse il suo massimo splendore proprio sotto la guida di Pericle, era ormai diventata, grazie alla sua forza incontrastata sia sul piano militare che culturale, non solo la città “maestra” dei greci ma anche un vero e proprio modello per tutta la civiltà occidentale. Tuttavia, quale elemento la rendeva realmente superiore rispetto ad altri regimi politici e quindi imitabile dalle “leggi dei vicini”? La democrazia. E la “democrazia ateniese” è la prima forma di governo democratico ad essere stata riconosciuta dalla storia. Il “governo dei molti”, il governo della maggioranza, infatti, era il frutto di una costituzione giusta fondata sul valore della libertà. Un valore inestimabile quest’ultimo, che dinanzi alle ingiustizie del mondo, avrebbe dovuto essere esportato ovunque per garantire gli interessi degli ateniesi. Atene, cioè, pur essendo una città potente, affrontava ingenti spese per il popolo e per le sue guerre e le risorse disponibili al suo interno non erano sufficienti. Ecco perché democrazia e imperialismo, due termini nettamente in contrasto tra loro, avrebbero in realtà dovuto collaborare per aumentare i tributi e la riscossione della Lega delio-attica. 3 Insomma, solo una costante espansione, unita alla diffusione del patrimonio valoriale dell’età classica, avrebbe consentito ad Atene di risplendere come il sole e illuminare il mondo. Ma il mito della “democrazia ateniese” del V secolo non è di certo l’unico caso nel suo genere. Esiste, infatti, un altro mito, un’altra nazione che fin dalle origini si è servita della sua innata eccezionalità e superiorità: gli Stati Uniti d’America. E sono tanti i nomi del passato che tornano a galla quando si tratta di parlare dei fondamenti dell’eccezionalismo americano: John Winthrop, Thomas Paine, George Washington, Thomas Jefferson, John O’Sullivan…In realtà, però, l’evoluzione del mito ha accompagnato l’America durante tutto il suo percorso storico, dall’Ottocento fino alla fine della Guerra fredda, influenzandone profondamente gli ideali e le strategie politiche. Esportare i valori della Dichiarazione d’Indipendenza e quindi i valori dell’American way of life, esportare la sicurezza e la pax americana nel mondo. Sono questi gli obiettivi che da sempre la nazione si prefigge di raggiungere per preservare ovunque i propri interessi. Ma come mai ho deciso di studiare e approfondire proprio questo argomento? Con il sopraggiungere del XXI secolo e del mondo unipolare, infatti, un nuovo evento, rappresentato dagli attentati terroristici dell’11 settembre, ha ridato slancio a tale dibattito. La “città sulla collina” è davvero risorta? La “nazione indispensabile” sarà davvero in grado di combattere le attuali minacce? Il XXI secolo potrà riconfermarsi come l’ennesimo “secolo americano”? La superpotenza americana, sotto l’amministrazione Bush, insomma, sembrava pronta ad assumersi la responsabilità di una nuova missione per liberare il mondo dal “Male” e diffondere la democrazia attraverso un approccio 1 Pericle, “Discorso agli Ateniesi” (431 a.C), in Tucidide, Storie, II, 37-41. https://profaccattoli.files.wordpress.com/2009/12/il-discorso-di-pericle-agli-ateniesi-tucidide-ii-37-41.pdf 2 Pericle (Colargo, 425 a.C circa – Atene 429 a.C) è stato un politico, oratore e militare ateniese attivo durante il periodo d’oro della città, tra le Guerre persiane e la Guerra del Peloponneso (431 a.C – 404 a.C). 3 Dopo la vittoria nelle Guerre persiane, Atene accrebbe il suo prestigio internazionale e pensò bene di creare una confederazione marittima con le città ioniche per timore di nuovi attacchi da parte dei persiani (Lega delio-attica, 477 a.C).

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Pitzalis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Gianluca Borzoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 133

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Parole chiave

democrazia
bush
wilson
reagan
neoconservatori
american way of life
dottrina monroe
neoconservatorismo
eccezionalismo americano
la città sulla collina

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