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Pierre George Joseph Pigneaux de Béhaine vescovo d'Adran. Religioso o Politico? Una figura controversa

Pierre George Joseph Pigneaux de Béhaine (1741-1799) arrivò come missionario in Asia nel 1767. Proveniente da una famiglia abbastanza agiata del nord della Francia, dopo una formazione classica e scientifica, aveva deciso di prendere i voti e di studiare come missionario alle Missioni Straniere di Parigi.
La sua destinazione era la Cocincina, ma poiché in questa terra era in atto una rivoluzione dovette prima fermarsi a Pondichery, in India, e solo successivamente potette raggiungere Ha-tien, sulla costa occidentale dell’odierno Vietnam. In pochi anni gli vennero riconosciute le sue eccezionali capacità e venne nominato vescovo e vicario apostolico della regione di Cocincina, Cambogia e Campa. Lì nel 1777 conobbe il giovane Nguyen Anh, principe ereditario del trono della Cocincina, spodestato dai ribelli che avevano preso il nome di Tay Son. Questa ribellione aveva avuto inizio a causa di carestie e motivi politici, ed era guidata da tre fratelli che probabilmente l’avevano scatenata anche per motivi personali. Pigneaux protesse il principe che era in fuga e gli permise di sopravvivere nascondendolo ai ribelli che volevano sterminare definitivamente la famiglia reale. Il principe perse e riconquistò Saigon (città principale del regno di Cocincina situata nell’estremo sud) per due volte, e solo nel 1785 riuscì a conquistare definitivamente Saigon, e quindi a creare le basi per la riconquista del suo territorio e dell’intero Vietnam. In questi anni si sviluppò l’amicizia tra il missionario e il principe che nel frattempo aveva assunto il titolo di re, e Pigneaux venne accusato di fare politica e di partecipare alla guerra condotta dalla Cocincina, contro i ribelli e contro la vicina Cambogia. Nel 1785 in un loro incontro decisero di chiedere aiuto ad una potenza straniera. Pigneaux de Béhaine, a cui venne affidato il primogenito di Nguyen Anh, partì per portare l’ambasciata di Nguyen Anh che lo aveva nominato plenipotenziario della Cocincina, con il consenso del consiglio reale. Decise di dirigersi a Parigi dove nel 1787 riuscì a firmare un accordo militare tra la Francia e la Cocincina. La scelta della Francia è dovuta probabilmente a motivi religiosi: bisognava trovare aiuti in fretta prima che l’Inghilterra o l’Olanda, che già avevano dimostrato interesse nella situazione, intervenissero. Se uno di questi paesi fosse riuscito ad ottenere un’influenza sulla Cocincina, sarebbe stato impossibile la conversione al cattolicesimo del paese. Per motivi politici e personali, il responsabile militare francese per l’Asia impedì però l’esecuzione del trattato. Pigneaux riuscì comunque a fornire degli aiuti a Nguyen Anh: convinse infatti dei militari francesi a passare all’esercito Cocincinese e a combattere per il re suo amico. L’apporto degli stranieri fu importante, soprattutto a livello di conoscenze tecnologiche e militari che permisero all’esercito di Nguyen Anh di sconfiggere i ribelli e di continuare la guerra fino alla conquista di tutto il territorio Vietnamita.
Il vescovo si occupò quindi di politica e probabilmente di guerra, cosa che gli era assolutamente vietata dalla Santa Sede, che però non lo osteggia in maniera forte, anzi lo difende quando altri missionari lo accusano proprio per queste attività. Dalle lettere trovate nell’archivio di Propaganda Fide (organizzazione vaticana che gestisce le missioni) sembra che appoggino questa attività politica, probabilmente perché avrebbe favorito la conversione del popolo. In più in una lettera di Denis Boiret, che era il tramite tra il vaticano e i missionari francesi, sembra addirittura che la Santa Sede fosse a conoscenza delle abilità militari del monsignore, anche se i missionari che collaborano con Pigneaux le negano per difenderlo dalle accuse ufficiali. Pigneaux mise comunque a disposizione di Nguyen Anh tutta la sua conoscenza, scientifica e militare, per aiutarlo a sconfiggere i ribelli, anche se ci furono periodi nei quali il loro rapporto sembrò incrinarsi, soprattutto a causa dell’influenza “cattolica” che aveva sul principe ereditario che viaggiò con lui in Francia. Anche i mandarini del consiglio reale mal tolleravano questa intrusione nell’educazione del principe che tradizionalmente spettava a loro. Questi tentarono infatti nel 1795 di allontanarlo dall’ambiente di corte, ma il re e tutta la sua famiglia erano troppo affezionati a Pigneaux de Béhaine per permetterne la partenza.
Nonostante l’attività politica il vescovo non trascurò mai il suo dovere di missionario, anzi la sua opera portò alla conversione una parte del popolo cocincinese e anche alcuni mandarini, che per questo a volte entrarono in contrasto con la corte. Non riuscì però mai a convertire Nguyen Anh, che mai si avvicinò alla religione cristiana, religione che comunque conosceva in maniera abbastanza approfondita.

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5 Introduzione Il mio interesse per il Vietnam è nato durante la preparazione dell’esame di Storia e Istituzioni dell’Asia Orientale con il professor De Napoli. Vedere come un paese dalla storia millenaria sia praticamente sconosciuto in Italia se non per gli avvenimenti che lo videro coinvolto in una guerra contro gli Stati Uniti, ha suscitato in me molta curiosità. Decisi di approfondire il periodo della rivolta dei Tay Son, perché questo particolare momento storico alla fine del diciottesimo secolo è di estrema importanza per il Vietnam: sancisce infatti la nascita del Vietnam moderno, con dei confini molto simili a quelli attuali, e la nascita di una dinastia imperiale che regnerà fino alla colonizzazione francese. Non potendo accedere per motivi sia geografici che linguistici agli archivi vietnamiti, decisi di consultare le fonti prodotte dagli unici europei presenti nel territorio alla fine del settecento: i missionari. Questo anche perché ero a conoscenza del coinvolgimento nella

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Finzi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Francesco De Napoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 146

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Parole chiave

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