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Storia della polizia locale. Specificità del caso italiano

L'Italia è una nazione dalla storia relativamente breve, ha un'età più giovane rispetto a quella di tutti i propri corpi di polizia i cui atti fondativi si rinvengono anteriormente al 1861. Le molte realtà locali hanno radici e tradizioni profonde e variegate, non è quindi difficile credere con quanta diversità le forme di polizia hanno esercitato i loro compiti all'interno di esse. Proprio a causa di questa diversità geografica, storica e socio-economica delle identità locali che si deve la difficoltà di unificare la storia delle polizie locali. Esistono una miriade di storie di polizia municipale realizzate in modo autonomo dai comuni o da operatori appassionati, ma un unico vero testo di riferimento non esiste. Per tracciare una storia complessiva della polizia locale è necessario quindi esaminare queste storie scritte, laddove esistenti, in autonomia ed armonizzarle tra loro estrapolando le esperienze comuni nello stesso momento storico, cercando ci capire quali siano state le ragioni sottostanti ad alcune scelte effettuate. Lo scopo di questo lavoro è proprio quello di tracciare una storia delle funzioni di polizia a livello locale, laddove il termine locale è inteso nell'ambito della comunità di riferimento all'interno del relativo periodo storico, parleremo così di municipi, città, comuni, province. Esamineremo quali corpi adempivano a tali funzioni, come essi sono stati costituiti, con quali poteri e con quale evoluzione, soprattutto incentrando l'attenzione sui limiti imposti dalla legislazione e dalla prassi dello Stato. Necessariamente andrà preventivamente chiarito cosa si intende per polizia, quali sono le relative funzioni, come e perché di esse siano titolari oggi come in passato gli Enti Locali.
L'attenzione sarà quindi puntata sullo specifico caso della costituzione del Corpo di polizia locale nella Città della Spezia, per il quale saranno evidenziate le dinamiche di formazione, i rapporti con la cittadinanza, il servizio svolto, traendo notizie da atti e giornali dell'epoca. Per concludere volgeremo lo sguardo verso la prima vera legge di riforma del comparto di vigilanza locale avvenuta solo nell'anno 1986, evidenziando come oggi, a nemmeno 30 anni di distanza, quel testo appaia nuovamente anacronistico, così come lo era il R.D. 31.8.1907 n. 690 quando negli anni Settanta si completava la riforma regionale investendo di molti nuovi compiti le polizie locali. Terminologicamente per polizia locale si intendono le funzioni di polizia esercitate dai corpi e servizi alle dipendenze dell'ente locale titolare delle funzioni di polizia amministrativa locale che, nell'ordinamento italiano sono il comune e la provincia, pertanto con esso si intende tanto la polizia municipale quanto la polizia provinciale. Quest'ultima quantomeno fino all'esito della sistemazione complessiva operata dalla Legge 22.12.2012 n. 214 "Salva Italia" in tema di riordino di province e città metropolitane ed all'assegnazione delle relative funzioni fondamentali in capo al nuovo ente di seconda nomina, ad oggi, ancora in divenire.

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6 Capitol o I POLIZIA. DEFINIZIONE E FUNZIONI 1.1 IL CONCETTO DELLA POLIZIA DI SICUREZZA E POLIZIA AMMINISTRATIVA, EVOLUZIONI NEL DIRITTO Una storia sulla polizia locale deve necessariamente partire dalla definizione del concetto di polizia, che si rende necessario per capire come essa si sia evoluta nel corso del tempo di pari passo con l’evoluzione della società, poiché la storia della polizia è da sempre connessa con la storia del potere pubblico. E nessun potere pubblico, sia esso legittimo o meno, può reggersi senza il monopolio dell’uso legale della violenza, il cui uso varia con il progredire della cultura civica e della democrazia. Oggi, in generale, il termine polizia individua la funzione dello Stato e di altri enti pubblici volta ad assicurare le condizioni di fatto per un ordinato e tranquillo vivere sociale. L’espressione polizia deriva dal greco politeia, ma tale termine, nel corso del tempo, ha individuato cose tra loro diverse. Nello Stato assoluto essa veniva dunque impiegata per indicare ogni intervento inteso al buon governo della comunità. In quest’accezione l’attività di polizia in sostanza corrispondeva all’intera attività amministrativa, ed essa aveva dunque un’estensione amplissima, potenzialmente indefinita, dato che vi rientrava praticamente ogni intervento inteso a tutelare e a promuovere il benessere della collettività. Nello Stato liberale ottocentesco questa nozione andò incontro a una prima ridefinizione. L’estensione che la nozione aveva in precedenza infatti non era coerente né con i nuovi assetti costituzionali improntati al principio della separazione dei poteri, che implicano limiti stringenti all’azione dell’esecutivo e dell’amministrazione, né con la connessa esigenza di tutelare la libertà dei cittadini da eccessive ingerenze statali. Venne quindi meno la coincidenza tra attività amministrativa e attività di polizia, e di questa seconda attività si affermò una nozione più ristretta, consistente in sostanza nelle limitazioni poste dalla pubblica amministrazione alla libertà dei cittadini a fini della tutela e della conservazione dell’ordinamento statale. Limitazioni che possono spiegarsi indifferentemente tramite ordini, divieti, sanzioni amministrative e permessi di svolgere

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Informazioni tesi

  Autore: Massimo Cappai
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Amministrazione e Politiche Pubbliche (Lm-63)
  Relatore: Maria Chiara Giorgi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 251

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Parole chiave

fascismo
urbani
polizia
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comunale
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carabinieri
provinciale
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