Skip to content

Archeologia, storia e promozione turistica di un bene culturale: il mulino e centrale idroelettrica ''Della Corte'' di Venafro

Il mulino "Della Corte" sorge nell'attuale centro urbano della città di Venafro ed è posto sul fiume San Bartolomeo. Non vi sono notizie certe per quanto riguarda il primo impianto di questo sito; c'è però chi sostiene che tale industria, a Venafro, risalga all'epoca dei romani. La denominazione di mulino "Della Corte", si pensa sia dovuta al possesso del sito, che è sempre appartenuto ai 'signori' che governavano il feudo di Venafro. Una testimonianza risalente al 1481, riguarda un rogito stipulato a Venafro con il quale Nicola Montaquila donava al conte Scipione Pandone, la quarta parte del mulino "Della Corte". Dopo questo passaggio furono effettuati dei lavori che interessarono anche la vasca di carico; la conformazione attuale è dovuta appunto a questa ristrutturazione. Questi lavori sono testimoniati dal portale cinquecentesco rinvenuto al piano terra che riporta lo stemma della famiglia Pandone. Non si sa bene come, ma il mulino non fu più di esclusiva proprietà feudale, ma divenne in parte proprietà privata. Verso la fine dell'800 l'amministrazione comunale decise che vi doveva essere la libera disponibilità delle acque. Oltre alle opere igieniche per la riqualificazione urbana, si pensò alla creazione di un impianto per la produzione di energia elettrica. Dopo varie vicissitudini si arrivò, nel 1908, all'acquisto del mulino "Della Corte" dalla Duchessa di Bruzzano. Il Comune avviò trattative con vari privati per la realizzazione di una centrale idroelettrica. Tra i vari privati che si proposero, fu la domanda presentata dall' Avvocato Goffredo Buccini di Isernia ad essere accolta. Il 22 febbraio 1922 la centralina fu terminata e messa in funzione e l'esercizio molitorio divenne un'attività secondaria. Le trasformazioni apportate per la costruzione della centralina, hanno dato allo stabile "Della Corte" la conformazione odierna, ma le modifiche hanno interessato tutta l'area. Nel 1924 la ditta dell'avvocato Buccini veniva investita da una procedura fallimentare e la gestione dell'attività fu ceduta alla Società Elettro Agricola di Venafro. Successivamente l'attività passò sotto il controllo della SEDAC; il contratto sarebbe dovuto scadere nel 1969, ma la nascita dell'Enel portò dei problemi. Nel 1966 si giunse ad un compromesso tra il Comune di Venafro e l'Enel: la Società Elettrica della Campania fu trasferita all'Enel e il Comune entrò nel pieno possesso dello stabile. Non sono stati ritrovati documenti che attestino la dismissione dell'impianto e la destinazione dei macchinari. Dal '46 al '67 risulta attivo il Cinema Aurora, per la cui realizzazione sono stati necessari consistenti lavori di adeguamento; lo stabile fu anche utilizzato come abitazione. Dal 1967 la struttura è rimasta inutilizzata e presenta i classici segni dell'abbandono, peggiorati dalla presenza dell'acqua che s'infiltra nella struttura; l'unica parte ancora in uso è la cabina affittata all'Enel. Nel corso degli anni si sono avuti degli interventi di recupero che non hanno mai portato al completo recupero della struttura. Attualmente è stato concesso un finanziamento di € 1.200.000,00, per il recupero e la conversione in un CENTRO POLIFUNZIONALE CULTURALE E FORMATIVO. La Pescara, con il mulino "Della Corte", è un luogo della memoria storica per Venafro e, a livello sociale, ha una funzione identitaria. Per poter riconoscere "il bene culturale" come un oggetto da tutelare, è necessaria un indagine filologica che consenta di formulare un giudizio di valore. Per questo motivo, l'indagine storica, diventa dunque preliminare per qualsiasi intervento di restauro. Il recupero di un edificio come la "Palazzina Liberty" richiede la conoscenza del contesto urbano nel quale il complesso si inserisce. L'interesse verso i manufatti del lavoro non deve essere solo di tipo conservativo, ma deve essere una testimonianza reinserita nel tessuto urbano e sociale di una città. Utile può essere una visione ecomuseale che abbia lo scopo di tutelare e valorizzare le tracce di quelle comunità "lavoratrici"; l'ecomuseo mira a tutelare e valorizzare l'ecosistema e le testimonianze materiali. Ideale sarebbe la messa in funzione dell'impianto di creazione di energia elettrica che possa prima di tutto dimostrare l'attività svolta anticamente da questo edificio, e nel contempo creare l'energia elettrica per soddisfare il proprio sostentamento. Data la ricchezza di mulini in Molise si potrebbe creare, a livello regionale, un itinerario tematico riguardante i mulini.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
1 Introduzione Il termine archeologia industriale fu coniato nella prima metà degli anni Cinquanta in Gran Bretagna da Michael Rix, docente dell’Università di Birmingham, in un saggio apparso sulla rivista «The Amateur Historian» 1 . L’archeologia industriale ha come oggetto la conoscenza, il censimento, la catalogazione e la conservazione delle testimonianze materiali dell’industrializzazione, lette nel contesto storico, socioeconomico e tecnologico e senza tralasciare gli aspetti architettonici ed ambientali del contesto. L’uso della parola “archeologia” implica un lavoro sul campo ed è proprio questa caratteristica l’elemento che differenzia l’archeologia industriale dalla storia dell’industria. L’archeologia offre quel qualcosa in più che non si può trovare sui libri. Questo campo di studi introduce il concetto di “monumento industriale” quale parte importante del patrimonio culturale, che s’interessa allo studio dei resti fisici del fenomeno produttivo. La funzione primaria di questa disciplina è impedire che tutto si dissolva in macerie e che la storia del lavoro non si debba poi ricostruibile solo attraverso documenti cartacei e fotografie; è assurdo che questo debba capitare alla storia del lavoro, componente così importante per la vita dell’uomo. Questo discorso, ovviamente, vale per tutto il contesto in cui si colloca la fabbrica e non solo il manufatto in se. L’archeologia industriale comprende la partecipazione di discipline diverse: dallo storico dell’arte all’architetto, dall’urbanista allo storico dell’industria 2 . Una caratteristica di questa materia è proprio quella di procedere per campi interdisciplinari, negando una propria autonomia disciplinare. Non è del tutto chiaro il confine temporale di questa disciplina: problemi di localizzazione temporale vi sono sia per stabilire una data d’inizio, che una data di fine. Ciò è dovuto ai vari contesti, storici ed economici, che caratterizzano ogni territorio. Per meglio definire la controversia sui limiti cronologici della materia, concorre la stessa definizione di grande industria proposta da Marx. Si discute se l’Archeologia Industriale debba limitare la sua indagine esclusivamente all’ambito temporale della Rivoluzione Industriale (circa 1750- 1 I. ZILLI, Il patrimonio archeologico-industriale, in Atlante delle emergenze culturali del Molise. Risultati, riflessioni e implicazioni di un primo censimento, Ilaria Zilli (a cura di), Campobasso, Palladino, 2010, pp. 47 – 60. 2 Aa. Vv., Archeologia industriale. Monumenti del lavoro fra XVIII e XX secolo, Italia Meravigliosa, Milano, Touring Club Italiano, 1983.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Il miglior software antiplagio

L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.

Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Passarella
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi del Molise
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Archeologia, Beni Culturali e Turismo
  Relatore: Roberto Parisi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

molise
archeologia industriale
promozione turistica
centrale idroelettrica
mulino ad acqua
storia del patrimonio industriale
mulino della corte
musei del lavoro
venafro

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi