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Gli strumenti derivati: i futures

Gli ultimi decenni hanno portato numerosi e profondi cambiamenti alla teoria della finanza. Gli strumenti utilizzati negli anni passati hanno subito anch’essi dei cambiamenti diventando sempre più complessi. La loro complessità ha portato gli studiosi ad utilizzare modelli matematici innovativi per la loro comprensione. L’attività di vendita e di acquisto dei titoli derivati non ebbe mai molto successo in Italia fino ad arrivare agli ultimi anni; il mercato italiano è sempre stato caratterizzata da un livello non sufficiente di capitalizzazione e di liquidità, che portarono infatti a un poco di sviluppo degli strumenti derivati sul nostro mercato. Con la nascita nel 1994 dell’IDEM, gli scambi riguardanti i titoli derivati, come possiamo ben immaginare, crebbero notevolmente manifestando un grande interesse da parte degli investitori, e facendo avvicinare il mercato italiano sempre più a quello europeo. In virtù di alcuni avvenimenti, si era creato intorno a questi strumenti un alone di scetticismo, dopotutto va considerato che gli strumenti derivati collocano l’investitore in una posizione di elevato rischio e lo espongono, con l’impiego di poco risorse, ad ingenti perdite di denaro. Il tutto potrebbe riflettersi negativamente sui mercati finanziari e sui titoli sottostanti. È assai difficile che vi sia un costante intervento degli organi di vigilanza per sottrarre gli investitori dall’enormi perdite derivanti dagli strumenti derivati e dalle nuove tipologie di prodotti derivati che nascono continuamente. Dal punto di vista matematico la comprensione di tale strumenti risulta più facile poiché il loro valore è conseguenza soltanto del tasso d’interesse, dal prezzo del sottostante, e da altri parametri minori. Il qui presente lavoro vuole esaminare il mercato italiano dei futures su azioni, visto la crescita d’ interesse presentato dagli investitori non istituzionali per l’utilizzo degli strumenti derivati, determinando la presenza di strategie di copertura e comprendere se il mercato dei derivati può considerarsi efficiente.
Il lavoro è articolato in tre parti.
La prima e la seconda parte introducono lo strumento future, prendendo in considerazione le nozioni teoriche e matematiche, il loro funzionamento e le strategie di copertura e speculazione attuabili attraverso di esso. La terza parte riguarda l’analisi e il funzionamento del mercato italiano dei derivati con attenzione particolare al mercato degli IDEM stock future.

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1     INTRODUZIONE Gli ultimi decenni hanno portato numerosi e profondi cambiamenti alla teoria della finanza. Gli strumenti utilizzati negli anni passati hanno subito anch’essi dei cambiamenti diventando sempre più complessi. La loro complessità ha portato gli studiosi ad utilizzare modelli matematici innovativi per la loro comprensione. L’attività di vendita e di acquisto dei titoli derivati non ebbe mai molto successo in Italia fino ad arrivare agli ultimi anni; il mercato italiano è sempre stato caratterizzata da un livello non sufficiente di capitalizzazione e di liquidità, che portarono infatti a un poco di sviluppo degli strumenti derivati sul nostro mercato. Con la nascita nel 1994 dell’IDEM, gli scambi riguardanti i titoli derivati, come possiamo ben immaginare, crebbero notevolmente manifestando un grande interesse da parte degli investitori, e facendo avvicinare il mercato italiano sempre più a quello europeo. In virtù di alcuni avvenimenti, si era creato intorno a questi strumenti un alone di scetticismo, dopotutto va considerato che gli strumenti derivati collocano l’investitore in una posizione di elevato rischio e lo espongono, con l’impiego di poco risorse, ad ingenti perdite di denaro. Il tutto potrebbe riflettersi negativamente sui mercati finanziari e sui titoli sottostanti. È assai difficile che vi sia un costante intervento degli organi di vigilanza per sottrarre gli investitori dall’enormi perdite derivanti dagli strumenti derivati e dalle nuove tipologie di prodotti derivati che nascono continuamente. Dal punto di vista matematico la comprensione di tale strumenti risulta più facile poiché il loro valore è conseguenza soltanto del tasso d’interesse, dal prezzo del sottostante, e da altri parametri minori. Il qui presente lavoro vuole esaminare il mercato italiano dei futures su azioni, visto la crescita d’ interesse presentato dagli investitori non istituzionali per l’utilizzo degli strumenti derivati, determinando la presenza di strategie di copertura e comprendere se il mercato dei derivati può considerarsi efficiente.

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Micillo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia bancaria
  Relatore: Lucia Leonetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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