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Le origini dell'istituto del collocamento

Ruolo preminente, tra i servizi all'impiego, spetta sicuramente all'istituto del collocamento, per mezzo del quale si realizza un primo incontro tra domanda ed offerta nel mercato di lavoro, antecedente all'instaurazione dei vari rapporti lavorativi. Con esso il legislatore mira a contrastare tanto la disoccupazione strutturale, quanto quella frizionale, ossia derivata dall'andamento ciclico dell'economia. 
Nel periodo corporativo le leggi del tempo introdussero il monopolio pubblico del collocamento: nessun intermediario privato avrebbe potuto fungere da tramite tra domanda ed offerta. Tale principio, tra l'altro, è stato mantenuto anche all'interno della prima legge successiva alla caduta del sistema corporativo, la L.264/1949, la quale ha previsto che il collocamento vada a realizzare l'equa ripartizione delle occasioni di lavoro mediante la c.d. richiesta numerica: le imprese indicano di quanto personale e di quali categorie necessitano, mentre è il collocamento ad occuparsi dell'avviamento della forza lavoro. 
Dal controllo pubblico sull'incontro tra domanda ed offerta di lavoro alle politiche attive per l'occupazione 
Durante il periodo del boom economico italiano, avvenuto tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso, e soprattutto in seguito ad esso, la disciplina dei servizi per l'impiego è risultata sempre più insufficiente e Il collocamento, rimasto d'attualità solo nell'area delle assunzioni obbligatorie, si è dimostrato insufficiente per realizzare un sempre crescente impiego e per tal motivo si è trasformato, nel corso del tempo, in un sistema integrato di servizi per favorire la crescita del livello occupazionale: in un primo momento si è passati dalla richiesta numerica alla richiesta nominativa (le imprese indicavano il nome del lavoratore da assumere) ed in seguito addirittura all'assunzione diretta, svuotando di significato lo stesso collocamento. Inoltre quest'ultimo ha perso il carattere monopolistico che aveva in precedenza, per lasciar spazio ad operatori privati con identico ruolo d'intermediazione nel mercato del lavoro. 
Sono nati, proprio per attuare una politica attiva della manodopera, sistemi formativi per garantire che le imprese trovino lavoratori professionalmente pronti per essere impiegati nella forza lavoro. 

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Alessandra Infante
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