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Irnerio e la riscoperta del diritto romano


Il bisogno di un diritto conoscibile, la “domanda”, stimola l'”offerta”.
Qualcuno comincia ad avere l'idea di offrire un servizio di formazione giuridica, insegnando diritto dietro compenso. Nasce nel 1100 la prima facoltà giuridica in Europa, con sede a Bologna. Irnerio comincia a dare lezioni di diritto con grande successo, attirando studenti da ogni parte d'Europa.
Ma quale diritto insegnava Irnerio? Nel momento in cui decide di darsi all'insegnamento del diritto ha di fronte a sé un problema: quale diritto studiare e quindi insegnare. Poteva scegliere un qualsiasi diritto, magari uno dei diritti barbari, però questi ordinamenti erano poco adatti alla società così come andava strutturandosi in quel periodo, perché era un diritto di popolazioni dedite alla pastorizia, all'agricoltura, ed era quindi poco completo; inoltre poteva rivelarsi non accettabile per molti.
Altra possibilità era quella di inventare un sistema giuridico, ma era un'impresa enorme.
Come risolvere allora il problema?
Giustiniano aveva fatto redigere le Pandette, che erano state dimenticate ma non erano scomparse: all'interno delle abbazie, tese a salvaguardare le opere dell'antichità dalla distruzione dovuta all'invasione barbara, diverse copie delle pandette erano state trascritte dagli amanuensi ed erano custodite nelle biblioteche.
Irnerio riscopre il diritto romano: si procura una copia delle Pandette e studia diritto romano.
Il diritto romano pone però un problema, intanto dal punto di vista redazionale: i romani, anche per via del tipo di sviluppo che il diritto presso di loro aveva avuto (era soprattutto frutto delle sentenze dei magistrati) era esposto con un taglio estremamente casistico. Per cui le pandette erano un'opera dalla mole immensa: laddove noi oggi abbiamo una regola, i romani avevano non la regola generale ma 6-7 applicazioni di quella regola in contesti diversi (i romani avevano sviluppato il concetto di vari contratti, ma non il concetto di contratto in generale). Il primo problema è dunque quello di generalizzare.
Il secondo problema era di tipo sostanziale: il diritto romano era il diritto di una popolazione pagana, per cui conteneva istituti che erano divenuti incompatibili con la mentalità cristiana. Ad esempio la schiavitù: presso i romani il debitore che non pagava veniva fatto schiavo dal creditore e fintanto che non avesse saldato il suo debito lavorava come schiavo per il proprio creditore; cosa assolutamente inconcepibile per il cristianesimo, secondo il quale tutti gli individui sono uguali, e comunque escludeva che un uomo potesse avere una potestà così ampia su un altro uomo. Ecco allora la necessità di una “ripulitura” anche dal punto di vista sostanziale per adeguare quelle regole alle mutate condizioni sociali.
L'approccio di Irnerio ha grande successo e gli studenti che seguono le sue lezioni e successivamente proseguono sulle orme del loro maestro fermandosi in università e diventando a loro volta professori, in parte si danno ad attività di tipo pratico (notai, consiglieri giuridici dei principi, avvocati), ma la situazione politica continua per lungo tempo ad essere piuttosto frastagliata, continua in Europa a mancare una forte autorità centrale in grado di imporre regole ad ampi territori.
Parallelamente i professori proseguono nell'opera di studio del diritto romano. Alcuni rimangono a Bologna, altri dopo essersi formati a Bologna rientrano nei propri Paesi di origine. Con il passare del tempo si formano altri centri universitari: la Sorbona di Parigi, Heidelberg, Cohimbre (Portogallo), Salamanca (Spagna). Ma la matrice è unica, poiché tutti seguono l'esempio di Irnerio, si dedicano allo studio del diritto romano.

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