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Favorire il salvataggio dell'impresa insolvente

Il legislatore ha capito di non poter codificare la crisi ed il risanamento per cui cerca di facilitare le condizioni per il recupero dell'equilibrio economico fornendo strumenti utili. Con l’esenzioni di cui al comma 3 il legislatore cerca di tutelare non solo l'imprenditore ma anche il terzo premiato perché rimane accanto all'imprenditori in crisi, e uno strumento volto a tale scopo è il piano attestato previsto dalla lettera d del terzo comma del presente art. Tale piano è posto in essere nell'ottica di un risanamento e serve da copertura quando si verifica l'insolvenza, esso costituisce un documento privato in cui l'imprenditore descrive le iniziative che intende intraprendere e i soggetti con cui le porrà in essere. Esso ha lo svantaggio di essere molto costoso, ma la sua forza sta nella segretezza che consente che la crisi non sia conclamata; si tratta di una forma di protezione prospettica per il creditore che affianca l'imprenditore nell'attuazione del piano. È fondamentale il ruolo del professionista che attesta la ragionevolezza del piano affinché non sia attaccabile in fase di eventuale fallimento quando risulta per i terzi creditori proficuo in termini di realizzo includere nella revocatoria i beni oggetti di garanzia. Il professionista testatore è responsabile nei confronti dei terzi che hanno compiuto operazioni con l'imprenditore facendo affidamento nel piano. È fondamentale evitare commistioni tra chi redige il piano è chi la attesta. Essa vale anche se unilaterale cioè se semplicemente l'imprenditore pensa sia possibile una determinato risanamento e l’attestatore lo ritiene ragionevole. È opportuno redigere e attestare il piano prima che si verifichi l'insolvenza. Un piano che abbia ad oggetto la ricerca di nuova finanza con garanzie non è d’approvare perché rischia di coprire tutto, è troppo generico e quindi non è nello spirito dei piani attestati che devono indicare i terzi con cui effettivamente si pongono in essere operazioni quali riscadenziamento, nuova finanza, ecc... infatti secondo alcuni autori esso non po' avere un senso vago. I piani attestati esentano da revocatoria anche quell'operazioni normalmente revocabili perché ritenute di valore sproporzionate.

Tratto da DIRITTO FALLIMENTARE di Salvatore Busico
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