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Problemi della grande impresa che allontanano dalla massimizzazione del profitto

Ci sono altri due problemi che gravano sulla grande impresa e che possono allontanare dalla massimizzazione del profitto:
- in un’azienda esistono sempre degli elementi di rigidità che sono legati agli INVESTIMENTI GIÀ EFFETTUATI.
Ad esempio se un’impresa ha fatto un progetto 10 anni fa, per 10 anni va avanti nella realizzazione del suo progetto. In questo arco di tempo possono esserci cambiamenti bruschi delle condizioni di mercato che possono rendere meno competitivo o addirittura negativo quell’investimento. E’ chiaro che avere fatto investimenti irrecuperabili vincola la competitività dell’impresa e rende molto difficile gli aggiustamenti.
- In un’industria ci sono ECONOMIE DI SCALA che portano ad abbandonare la struttura atomistica e ad adottare strutture di oligopolio.
Questi due fenomeni tolgono al meccanismo di mercato la capacità di orientare la produzione e di aggiustare rapidamente il sistema.
Sulla base di tutto questo gli economisti si sono resi conto che il principio della massimizzazione del profitto non è così totalmente convincente, allora la Teoria dell’impresa negli ultimi anni ha cercato di trovare degli aggiustamenti. Da una parte c’è un filone che dice che non interessa tanto il profitto di breve periodo ma quello di medio lungo periodo, ed è possibile che si possano superare così le strozzature. Dall’altra parte un altro filone sostiene che l’impresa non persegue la massimizzazione del profitto ma la massimizzazione della crescita: crescendo aumenta il potere di mercato e massimizza il profitto, perché non tende ad avere prezzi di concorrenza, ma di monopolio o oligopolio. Non massimizzerà ma tenderà ad avvicinarsi al massimo. Il profitto permette di far crescere l’impresa, questo porta ad un aumento dei salari, degli stipendi e quindi un aumento dei dividendi. Con questo si è tentato di tenere insieme l’idea del self interest e l’idea della soddisfazione degli interessi dei vai portatori di interesse. La crescita in questa fase diventa l’obiettivo fondamentale dell’impresa perché permette di soddisfare tutti gli stakeholder. Questa teoria è stata elaborata a metà anni ’60.
Certamente l’impresa punterebbe a massimizzare, ma di fatto non ci riesce perché esistono interessi contrapposti all’interno dell’impresa. Questo crea un gioco nel quale ogni attore utilizza i suoi punti di forza per soddisfare maggiormente la propria utilità. Se l’impresa riesce a massimizzare qualcosa, non è solo il profitto, ma massimizza un qualcosa di molto complesso che dipende dalla forza relativa di molte persone che operano nell’azienda e dal mercato in cui opera. Il vero obiettivo dell’impresa è soddisfare al meglio tutti i portatori di interesse, non è un obiettivo massimizzante, ma di soddisfazione.
Le imprese puntano ad avere il massimo possibile di profitti che consentono di soddisfare i vari portatori di interesse che esistono in azienda. Questa soluzione non è massimizzante ma soddisfacente per tutti. Questo è un rattoppo nella teoria economica, che così non è perfetta, ma è soddisfacente.

Tratto da ECONOMIA INDUSTRIALE di Valentina Minerva
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