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Gli sviluppi più recenti del diritto del lavoro: crisi del modello concertativo e politiche di flessibilizzazione

A partire dal 2001, con l'insediamento del nuovo governo, vi sono stati importanti novità che hanno riguardato il diritto del lavoro: la legislatura si è aperta con la pubblicazione del "Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia", nel quale venivano indicate le strategie quinquennali del governo, il quale si sarebbe concentrato per lo più sulla liberalizzazione del mercato del lavoro e sul superamento del precedente sistema di concertazione con le parti sociali, incapace, data la continua richiesta di unanimismo sindacale, di stare al passo con il mercato globalizzato. Il governo ha da subito attuato una normativa sul contratto di lavoro a tempo determinato ed una in materia di tempo di lavoro, entrambe collegate all'attuazione di direttive comunitarie. 
Il governo, inoltre, con il D.Lgs. 276/2003 ha emanato una riforma del mercato del lavoro, la quale ha previsto nuove figure contrattuali di lavoro atipico e ne ha ridisciplinato delle altre già esistenti, come 
il part-time e l'apprendistato, il tutto sempre al fine di flessibilizzare maggiormente il mercato.
Una nuova legge costituzionale, infine, ha sviluppato ulteriormente il processo di devoluzione di competenze legislative alle regioni. 
N.B. il libro parla di referendum popolare a seguito della legge costituzionale, senza conoscerne l'esito. Il referendum si è svolto il 25 ed il 26 giugno del 2006: il popolo italiano ha respinto la riforma sulla devolution, inerente il cambiamento di diversi aspetti nell'assetto istituzionale del Paese, il che avrebbe comportato delle conseguenze anche in materia di diritto del lavoro. 

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Alessandra Infante
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