Linguaggio e
Comunicazione
Appunti di Sofia Tadiello
Università Telematica Internazionale Uninettuno
Facoltà: Psicologia
Corso di Laurea: Discipline psicosociali
Esame: Linguaggio e comunicazione
Docente: Micaela Capobianco
A.A. 2021/2022Cos’è il linguaggio 
L’uso e l’apprendimento del linguaggio è determinato dalla modalità con cui fattori 
genetici e ambientali interagiscono tra di loro con il fine di consentire il funzionamento 
della rete celebrale che costituisce il substrato nervoso della lingua. Lesioni specifiche ad 
aree celebrali inducono disturbi del comportamento linguistico. 
I sistemi di comunicazione (vdlz)
Il sistema di comunicazione è composto da un emittente che emette un messaggio, questo 
viene trasmesso e codificato dal ricevente. Il ricevente dev’essere in grado di codificare il 
messaggio altrimenti la comunicazione non è efficace. 
Neuropsicologia e linguaggio 
L’oggetto di studio della neuropsicologia è la relazione tra fenomenologia e basi nervose delle 
funzioni cognitive ossia i comportamenti più articolati degli organismi complessi. Si può 
quindi affermare che la neuropsicologia studia e affronta il problema filosofico e 
scientifico del rapporto tra mente e cervello. Il termine viene usato a partire dagli anni ’50 
ma la disciplina ha origine nell’ambito delle scuole cliniche neurologiche e psichiatriche 
della seconda metà dell’800 e i primi decenni del ‘900 grazie all’osservazione di pazienti 
con lesioni celebrali. Per la complessità dei problemi che affronta si tratta di una 
disciplina destinata a diventare sempre più interdisciplinare che usa nozioni, metodi e 
strumenti di altre diverse branche delle neuroscienze come: neurogenetica, linguistica, 
psicologia cognitiva, neurochimica, neuroanatomia, neuroscienza computazionale e 
neurofilosofia. Per lo studio di pazienti con lesioni celebrali focali si è usato 
classicamente:
I. metodo delle associazioni di sintomi: L’associazione di sintomi si verifica quando lo stesso 
paziente presenta alterazioni riguardanti compiti e funzioni cognitive differenti 
risultando ad esempio incapace di comprendere parole sia presentare oralmente che 
per iscritto. Pertanto questo metodo può suggerire sia il danno di aree funzionalmente 
diverse (ciascuna alla base di un sintomo) sia il legame dei sintomi con un unico 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 2 157sistema funzionale nel caso in cui i sintomi non si dovessero presentare mai 
separatamente. L’associazione di più sintomi costituisce la sindrome 
II. Metodo delle dissociazioni sintomatologiche: quando si parla di dissociazione semplice si fa 
riferimento ad una condizione nella quale un determinato paziente è capace di 
svolgere un compito A (riconoscimento di volti noti) ma si trova in difficoltà 
nell’esecuzione di un compito B (riconoscimento di luoghi). L’esistenza di una 
dissociazione implicherebbe il coinvolgimento dell’area lesa nello svolgimento del 
secondo compito ma non del primo. La dissociazione semplice potrebbe originare da 
una diversa difficoltà dei due compiti. Dati più convincenti (sulla relazione tra una 
determinata lesione e un dato compito) sono forniti dalle doppie dissociazioni. 
III.Metodo delle dissociazioni sintomatologiche: doppie dissociazioni in genere riguardano due 
gruppi di pazienti A e B che si imbattono in due compiti x e y (ad esempio 
comprensione parole presentate per iscritto e oralmente). Si parla di doppia 
dissociazione quando il gruppo A presenta difficoltà nel compito x e non in quello y e 
il gruppo B presenta il comportamento opposto. Sono state riscontrate doppie 
dissociazioni anche in un singolo paziente, ad esempio è stato descritto il caso di un 
paziente che presentava maggior difficoltà nel produrre i nomi rispetto a verbi e 
parole di classe chiusa in compiti orali e maggiori difficoltà nel produrre verbi e parole 
di classe chiusa rispetto a nomi in compiti scritti. La presenza quindi di una doppia 
dissociazione chiarisce l’ambiguità relativa alla facilità di un compito rispetto ad un 
altro e quindi è plausibile pensare che due diverse lesioni possano aver danneggiato 
due sistemi funzionalmente isolabili. 
La ricerca neurpsicologica, pur rimanendo legata al metodo clinico è stata arricchita dalla 
messa a punto di strumenti valutativi standardizzati applicabili sia all’analisi di casi 
singoli sia allo studio di gruppi di pazienti selezionati sulla base del tipo di sintomo o 
della sede lesionale dell’emisfero quindi destro o sinistro. 
Il metodo degli studi di gruppo è nato tra gli anni ’60 e gli anni ’80 dall’esigenza di 
generalizzare i dati ottenuti dallo studio dei casi singoli e successivamente criticato 
perché la valutazione media mascherava comportamenti che è possibile mettere in 
evidenza solo con lo studio dei casi singoli. Si è assistito dunque ad una ripresa degli 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 3 157studi dei casi singoli, da considerare infine che sua gli studi di gruppi che quello dei casi 
singoli sono da considerare strumenti fondamentali delle metodologie neuropsicologiche 
sperimentali e cliniche.
Linguaggi e lingue storico-naturali 
Qualunque trasmissione di informazione che tenga conto della sorgente e della 
destinazione è potenzialmente comunicativa quindi comportamenti diversi (ad esempio 
lingua, linguaggi gestuali) sono accomunati dall'implicazione comunicativa. 
Il linguaggio è tra i codici comunicativi più sofisticati e potenti che si conoscano che 
consente l’espressione di idee, concetti e intenzioni e prescindere da una precisa 
realizzazione formale che può essere vocale ma anche gestuale (ad esempio codice 
comunicativo adottato dalle comunità dei non udenti). Pertanto quando si parla di 
linguaggio umano si fa riferimento alla capacità umana di usare un codice arbitrario e 
convenzionale per esprimere delle emozioni, stati d’animo e concetti. 
Le condizioni necessarie per lo sviluppo del linguaggio verbale sono:
I. Contesto comunicativo: la persona deve essere immersa in un determinato contesto e 
deve essere esposta ad una determinata lingua (il neonato se esposto a tutte le lingue 
del mondo può impararle tutte, ma deve essere inserito in un contesto perché si siamo 
predisposti geneticamente all’acquisizione del linguaggio ma l’esperienza è 
determinante) 
II. Integrità dei sistemi di input (orecchie, udito, apparato uditivo) e di output (organi che 
permettono di parlare)
Le più tipiche attuazioni sociali e storiche delle capacità linguistiche sono le diverse 
lingue (chiamate storico-naturali) che rappresentano complesse miscele di natura e 
cultura. Le lingue storico naturali sono caratterizzate da:
I. Uso del canale vocale per la produzione e di quello uditivo per la comprensione: per le 
lingue parlate, il messaggio in primis è un codice acustico, viene prodotto dai 
polmoni, la laringe fa da sorgente e il tratto sovra laringeo lo articola. Ciò che viene 
prodotto è un’onda sonora complessa, e che per essere un suono linguistico deve 
subire una serie di trasformazioni. All’uscita c’è uno spetto sonoro che si propaga 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 4 157nell’aria e che viene recepito da un altro soggetto parlante ( il ricevente ) il quale estrae 
alcune proprietà di base che sono l’altezza, l’intensità e il timbro di voce. Il messaggio 
dev’essere espresso in un codice comprensibile per il ricevente, in modo tale da 
rendere la comunicazione efficace. 
II. Dalla doppia articolazione o duplicità di struttura ossia che tutte le lingue storico-naturali 
sono costituite da un numero limitato di unita non significanti (fonemi che nella 
maggior parte delle lingue sono inferiori a 40; comunemente i fonemi vengono 
chiamati lettere e costituiscono l’alfabeto. Di per se non significano nulla ma vengono 
combinati) a partire dalle quali vengono formate praticamente illimitate unità 
significanti (le parole che combinandole a loro volta formano un numero infinito di 
frasi)
III.Altra proprietà è la creatività o apertura secondo cui è la capacità di un nativo di una 
data lingua (/di un soggetto umano) di produrre enunciati nuovi e creativi, mai uditi 
prima e mai formulati prima. È una proprietà tipica del linguaggio umano e rende lo 
stesso unico da altri codici comunicativi. 
La scienza descrittiva delle lingue storico-naturali è la linguistica: si tratta della disciplina 
che studia e descrive il linguaggio. É suddivisa in diverse altre “sotto-discipline” tra cui: 
I.    Sociolinguistica 
La sociolinguistica è la disciplina che si occupa di descrivere e studiare i cambiamenti, 
l’evoluzione del linguaggio in relazione ai vari contesti sociali. Parlando di lingue storico- 
culturali, c’è un’influenza del contesto culturale e del contesto ambientale sul modo in cui 
si usa il linguaggio. La sociolinguistica si occupa ad esempio dell’accento di una persona, 
non solo sul piano della fonologia ma anche sul piano delle espressioni che vengono 
utilizzate. 
II.        Inter-linguistica
L’inter-linguistica è una disciplina che si occupa di paragonare le varie realizzazioni della 
forma del linguaggio (lingua storico naturale) di paragonare il modo in cui le varie lingue 
utilizzano le espressioni, gli accenti e le inflessioni. 
III.        Psicolinguistica
La psicolinguistica è una disciplina che si occupa dei processi inerenti al linguaggio. 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 5 157IV .       Nuero-linguistica
La neurolinguistica studia il modo in cui il linguaggio viene messo in atto, compreso e 
prodotto ma con attenzione verso la struttura nervosa sottostante. 
(Tutte queste concordano nel dire che il linguaggio è collegato al cervello)
(Di seguito sotto-discipline che studiano i vari aspetti del linguaggio: i suoni, i significati 
e la concordanza tra le varie parti del discorso.
I. fonologia e fonetica
Studiano le proprietà distintive e acustiche dei suoni caratteristici di una data lingua (i 
fonemi e i foni). L'individuazione dei fonemi ha reso possibile l'invenzione della scrittura 
alfabetica dove ad un segno è associato un suono. 
Con il termine fonema si indica il suono minimo che distingue due parole per il resto uguali 
(da il senso al fono, il significato e più fonemi formano le parole), ad esempio le parole 
belle e pelle differiscono solo per il suono diverso all'inizio della parola (hanno comunque 
significato molto diverso tra loro e quindi b e p sono due fonemi distinti). Da considerare 
che il concetto di fonema è un concetto astratto, ma quello che esiste veramente l’allofono 
ossia la realizzazione fonica del fonema stesso, il suono. Proprio perché il fonema è un 
concetto astratto, la realizzazione fonica di ciascun fonema è  fisicamente  differente tra i 
parlanti di una stessa lingua e spesso nello stesso parlante. Però diverse realizzazioni 
foniche sono classificate dal cervello dell'ascoltatore come corrispondenti ai fonemi che il 
parlante voleva realizzare; se questa corrispondenza non ha luogo, la decodifica e 
interpretazione del messaggio sarà difettosa.
Da considerare che, essendo il fonema un concetto astratto, non si è ancora identificato da 
un punto di vista fisico un fonema consonantico nel contesto dei suoni delle parole e ciò è 
dovuto al fatto che a livello articolatorio un dato fonema viene sempre pronunciato 
diversamente:
I. da un determinato parlante rispetto ad altri parlanti
II. dallo stesso parlante in contesti linguistici diversi   
III.dallo stesso parlante in contesti emotivi differenti
Le diverse modalità di produzione di un fonema vengono chiamate allofoni  che in fase di 
percezione, il cervello dell’ascoltatore classifica e giudica come un unico fonema di una 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 6 157determinata lingua. Il fonema è rappresentato nel cervello del parlante e dell’ascoltatore, 
gli allofoni invece si formano nell’apparato della fonazione e si materializzano nell’onda 
sonora. Quando l'ascoltatore identifica il messaggio, trova nell'onda sonora l'attuazione 
degli stessi fonemi che il parlante aveva intenzione di realizzare; se l'ascoltatore non 
eseguirà questa identificazione, non interpreterà il messaggio o lo farà in modo errato. Ad 
esempio quando un monolingue italiano ascolta la parola “black” che si pronuncia 
“blaek”, penserà di aver sentito o bleck o blak perchè il fonema “ae” nella sua lingua non 
esiste, classificandolo come un allofono del fonema italiano “e “ o “a”. 
I Linguisti hanno scomposto i fonemi in unità più piccole (ossia qualche proprietà 
acustica che distinguesse due suoni al di sotto del fonema) chiamate tratti distintivi ossia 
la più piccola differenza tra due fonemi, quindi ogni fonema viene considerato come 
formato da un insieme di alcuni tratti distintivi. Come i fonemi anche i tratti distintivi 
sono entità astratte e servono a descrivere un insieme di movimenti muscolari che sono 
necessari per raggiungere una determinata conformazione del tratto vocale, cioè del 
sistema che produce i suoni del linguaggio. I fonemi possono essere consonantici o vocali:
I fonemi consonantici della lingua italiana sono classificati in base alla modalità e al luogo 
di articolazione e sono:
1. Sonori: si parte dal presupposto che un suono del linguaggio può essere 
prodotto con vibrazione delle corde vocali (+sonorità come la lettera b, se dico 
bbbb e mi tocco la cartilagine tiroidea, ossia il pomo di Adamo, sento una 
vibrazione, contrario di p=suono sordo) o in assenza di vibrazione (- sonorità); 
nella produzione dei fonemi senza sonorità (fonemi sordi) le corde vocali 
rimangono aperte, al contrario per i suoni che vengono prodotti con vibrazione 
delle corde vocali che sono i fonemi sonori i quali includono tutte le vocali e 
alcune consonanti (b, d, g, v, z, m, n, l)
2. Occlusivi: durante la produzione di un fonema occlusivo il passaggio dell’aria 
viene ostruito in alcuni parti del tratto vocale: 
•sulle labbra (b, p, b);  
•in prossimità dei denti( d, t, c)
• nella regione del velo palatino (g, k)
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 7 1573. Costrittivi(fricativi): un fonema rappresenta un tratto costrittivo quando il flusso 
dell’aria deve passare attraverso un’apertura molto stretta del tratto vocale, 
creando attrito e frizione tra l’aria e le strutture anatomiche della bocca e della 
faringe. Il punto di frizione può essere: 
•Labiodentale (v, f, b)
•a livello dentale ( z, s, c) 
•a livello alveopalatale (F)
4. Affricati: i suoni affricati vengono prodotti con un’iniziale occlusione delle 
strutture vocali a cui segue una costrizione. I punti di occlusione-costrizione 
sono:
•Livello dentale (dz, ts)
•A livello alveopalatale (tf, d3)
5. Nasali: i suoni nasali vengono prodotti quando l’aria fluisce attraverso le fosse 
nasali, perché il velo palatino è sollevato, e contemporaneamente vi è 
occlusione: 
•labbra (m; b)
•alveolare (n) 
•a livello del palato (n con tratto allungato).
6. Liquidi: realizzati con un restringimento del tratto vocale durante la loro 
produzione( r, l). 
I fonemi vocalici della lingua italiana vengono distinti in base alla posizione della lingua 
nella cavità orale durante la loro produzione: /i/ vocale anteriore alta, /e/ vocale 
anteriore media, /a/ vocale centrale bassa,/o/ vocale posteriore media, /u/ vocale 
posteriore alta. 
II.       La morfologia 
La morfologia è quella parte della linguistica che studia le concordanze delle parole (ad 
esempio tra aggettivo e sostantivo) e la formazione interna delle parole. Il morfema è la 
più piccola unità linguistica dotata di significato. L’unione di più morfemi forma parole 
morfologicamente complesse. In italiano esistono parole:
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 8 157monomorfemiche (composte da un solo morfema come “io”, trascrivibile 
morfologicamente io) 
bimorfemiche (composte da due morfemi come “tazza--  tazz+a” )
plurimorfiche (composte da tre o più morfemi come invincibile “in+vinc+ibil+e”).
A seconda delle loro caratteristiche combinatorie, i morfemi si distinguono in:
morfemi liberi: che da soli sono in grado di veicolare un insieme di informazioni 
lessicali e grammaticali tali da poter formare una parola indipendente ( come 
“oggi”); morfema unico, non ulteriormente divisibile.
morfemi legati: per esprimere significati completi, non possono essere isolati ma 
devono unirsi ad una forma libera (la parola “barista” è formata dal morfema 
“bar”e quello legato ”ista”).
La conoscenza delle parole di una lingua implica la capacità di attivare informazioni sul 
loro significato, sulla loro appartenenza ad una particolare classe grammaticale 
(sostantivo, verbo, preposizione), sulla loro forma fonologica/ortografica e sulla loro 
articolazione, pronuncia, su come si scrivono e sulla loro appartenenza a una particolare 
classe (nome, verbo, aggettivo). Le parole possono essere di due classi:
 classe aperta chiamate anche parole contenuto sono nomi, verbi aggettivi
classe chiusa chiamate anche funtori sono pronomi, articoli, preposizioni e 
congiunzioni
III.      La semantica 
Branca della linguistica che si occupa di studiare il significato delle parole. Modelli 
psicolinguistici postulano che le parole sono elaborate nel lessico mentale in due stadi 
distinti attivati in maniera sequenziale ossia: 
A. Semantico: riguarda i significati 
B. Lessicale: riguarda la selezione delle rappresentazioni fonologiche/
ortografiche (la sequenza di fonemi/grafemi corrispondenti alla parola 
che si vuole produrre o comprendere) (fig. 1.1)
Nel sistema semantico, il significato di una parola è costituito da una serie di tratti 
semantici (chiamati anche tratti di significato: ad esempio cane è costituito dai tratti 
“animale, maschio, domestico). Parole che appartengono alla stessa classe semantica 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 9 157condividono più tratti semantici (cane, gatto) rispetto a parole che appartengono a 
categorie semantiche diverse (cane, sedia). 
Alcuni modelli ipotizzano l’esistenza di uno stadio intermedio tra il sistema semantico e 
quello lessicale, il lemma nel quale vengono specificate le caratteristiche grammaticali 
delle parole (genere: maschile, femminile; la loro classe grammaticale: nomi, funtori, 
verbi; l’ausiliare dei verbi: avere, essere). L’esistenza di questo stadio è stata confermata 
dall'analisi degli errori commessi da soggetti celebrolesi sinistri che, in presenza di gravi 
difficoltà nel reperire la forma fonologica ortografica delle parole, sono comunque in 
grado di fornire informazioni sul genere della parola o sulla classe grammaticale. 
Quando vediamo un’immagine del leone ci si attiva una rappresentazione di questa 
immagine nel sistema semantico dov’è immagazzinato il significato di questa parole e 
quindi il processo di comprensione di una parola può basarsi su un’analisi uditiva (ascolto) o 
visiva (letteratura) ed è stata ipotizzata l’esistenza di due componenti lessicali di ingresso 
cioè si attiva una rappresentazione visivo-strutturale e abbiamo: :
A. Una analisi uditiva (lessico fonologico di input, cioè di ascolto; lessico 
fonologico di output, ossia la riproduzione orale); allo stesso modo abbiamo 
una componente lessicale di ingresso a livello fonologico che contiene la 
rappresentazione fonologica delle parole necessaria per la comprensione e la 
riproduzione e un lessico fonologico di output che permette la produzione 
orale
B. Una analisi visiva (lessico ortografico di input, cioè la lettura; lessico 
ortografico di output, cioè di scrittura); allo stesso modo si avrà una 
componente lessicale di ingresso a livello ortografico  di input che contiene la 
rappresentazione delle parole necessaria al riconoscimento della sequenza 
di lettere durante il processo della lettura e un lessico ortografico di output che 
permette la scrittura
L’informazione lessicale sulla parola <tornare> è in ciascuno dei lessici poiché a questa 
parola come alle altre, il soggetto può essere esposto in diverse modalità: può incontrarla 
leggendola (lessico ortografico di ingresso) oppure ascoltandola (lessico fonologico di 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 10 157ingresso) o si può produrla per via orale (lessico fonologico di uscita) o scritta( lessico 
ortografico di uscita). 
Nel sistema semantico esiste una rappresentazione che corrisponde ad un'azione che 
denota lo spostamento di un soggetto animato da un punto a ad uno b ove il soggetto è 
già stato in un momento precedente. A questo corrisponde in ciascuna componente del 
sistema lessicale, la parola “tornare”.
Con l’espressione semantica frasale si fa riferimento allo studio del significato delle 
proposizioni, delle presunzioni e delle interferenze linguistiche. Molto più complesso è lo 
studio neurolinguistico del significato dei testi e della loro coesione (semantica discorsiva) 
che dipende dal significato delle parole e da come vengono combinate.
IV .     La sintassi 
(Vdlz) descrive la combinazione delle parole che, in ordine alla cultura linguistica, 
diventa accettabile. Le diverse lingue la considerano come dei principi che sono arbitrari, 
non ce né una migliore di un’altra, né una corretta in assoluto. Ogni lingua ha la sua 
sintassi e questa muta in relazione alla geografia, alla cultura e al tempo (150 anni fa, era 
corretta una frase che oggi non sarebbe più considerata corretta). Nella lingua italiana ( o 
quella inglese ) l’ordine delle parole è importante perché è rigido e, a differenza di altre 
lingue, cambiare l’ordine delle parole può stravolgere il significato della frase (es. “il cane 
rincorre l’uomo” è diverso “l’uomo rincorre il cane”. In altre lingue, come ad esempio in 
latino, il significato della frase è indipendente dalla posizione delle parole. 
(Libro) Dal greco combinazione/messa insieme. Riguarda le modalità con cui le parole con o 
senza flessioni,  vengono collegate per comunicare mediante frasi i significati desiderati 
quindi le frasi sembrano essere le unità minime del discorso che possono essere però 
diverse nelle diverse lingue infatti il linguista Edward Sapir ha distinto le lingue analitche 
(inglese o italiano) caratterizzate dall’ordine fisso e preciso delle parole nelle frasi, dalle 
lingue sintetiche (latino, arabo) dove l’ordine delle parole è meno importante.
V .         La pragmatica 
La pragmatica ha come oggetto di studio la conoscenza delle regole di adattamento 
ottimale dell’uso di lingua al contesto, anche extralinguistico, entro il quale ha luogo la 
comunicazione (il mantenimento dei turni di conversazione, presuppone varie 
Tadiello Sofia Appunti linguaggio e comunicazione Pagina  di 11 157conoscenze sulla situazione che è diversa se si è con amici o con datori di lavoro). La 
competenza pragmatica consente il corretto sviluppo delle informazioni inferenziali attivate 
da una certa frase (metafore, motti di spirito) e la presupposizione di ciò che è condiviso 
tra emittente e ricevente (conoscenza di discorsi precedenti, livelli culturali simili). 
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