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Prime pressioni dell'Intesa perché l'Italia entri in guerra

4 agosto 1914

L'ambasciatore italiano a Pietroburgo, Carlotti, rassicura il Ministro degli Esteri Di Sangiuliano sul fatto che sono in corso scambi di vedute tra Francia e Russia per dare all'Italia garanzie a fronte della temuta rappresaglia degli Imperi Centrali, in seguito alla dichiarazione italiana di neutralità. In particolare, la Francia si impegnerebbe presso gli altri governi alleati per assicurare all'Italia il completo dominio dell'Adriatico, con tutte le condizioni a ciò necessarie e salvo soltanto qualche concessione alla Serbia, qualora l'Italia, con decisione pronta e chiara, assuma un atteggiamento tale da immobilizzare le forze austriache presso i confini nazionali, se non addirittura tale da impadronirsi del Trentino. Una garanzia concreta data all'Italia è il mantenimento dei contingenti internazionali (francese ed inglese) in Albania (soprattutto a Scutari): questo perché l'Italia considera l'Albania una garanzia contro eventuali minacce di Serbia e Montenegro alla sua supremazia nell'Adriatico.
Stanno iniziando così le pressioni francesi sull'Italia per indurla ad andare oltre la neutralità, una sorta di condizionamento psicologico: a Parigi infatti, l'intervento in guerra dell'Italia à ritenuto indispensabile nella lotta contro l'Austria. Oltretutto, la decisione italiana di restare neutrale ha influenzato anche la Romania. Per la Francia, quindi, è doppiamente importante convincere il governo di Roma ad entrare in guerra a fianco dell'Intesa, perché ciò significherebbe convincere anche la Romania di Bratianu, ritenuta strategicamente fondamentale per il prosieguo del conflitto.

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