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La tesi del giorno

Il Cobra contro le baby gang

Il Cobra contro le baby gangLondra è in fiamme: il governo britannico si riunirà oggi per una seduta d'emergenza denominata "Cobra" per decidere come sedare la guerriglia urbana che scuote la capitale da 3 giorni.
Tutto è iniziato la notte tra sabato 6 e domenica 7 agosto nel quartiere multietnico di Tottenham durante una manifestazione di protesta contro l'uccisione di Mark Duggan, pregiudicato ucciso dalla polizia mentre cercava di sfuggire all'arresto.
La morte del ventinovenne Mark Duggan è la causa scatenante della protesta che ha dato vita a una serie di scontri, incendi e gravi incidenti che si sono estesi a macchia d'olio anche in altre città dell'Inghilterra come Birmingham e Leeds.
Le violenze si sono successivamente allargate ai quartieri londinesi di Brixton, Enfield, Islington e Walthamstow e la centralissima Oxford Circus, trasformati in teatri di violenze, saccheggi e incendi.

Secondo Scotland Yard, si tratterebbe di violenze almeno in parte organizzate da piccoli "gruppi mobili", spesso armati di spranghe e mascherati. Ma chi sono i giovani coinvolti?
I protagonisti della guerriglia sono ragazzi di diverse origini religiose e razziali, uniti però dalle nuove tecnologie e da una rabbia diffusa verso un sistema dal quale si sentono traditi. Mentre Twitter e Facebook sono stati il principale mezzo di comunicazione per le rivolte della "primavera araba", gli autori dei disordini che si stanno allargando da Tottenham ad altre zone di Londra scelgono i più riservati instant messaging del BlackBerry per darsi appuntamento nella prossima "zona calda".
E a confermare la giovane età dei protagonisti degli scontri nella capitale britannica, è la notizia che tra gli arrestati per le violenze c'è anche un ragazzino di 11 anni accusato di furto. La polizia inoltre afferma che circa un centinaio delle persone fermate hanno meno di 21 anni.

Come spiega Viviana Campanile nella tesi La "Baby Gang" il fenomeno delle gangs giovanili nasce negli slums, i quartieri più poveri e degradati delle grandi città americane che, determinando un forte senso di disagio sociale ed urbano in concerto con modelli di vita culturale devianti e instabilità familiari, hanno determinato il carattere di "questi gruppi ribelli". Tali gruppi, secondo le teorie criminologiche statunitensi, sono capaci di compensare i conflitti e placare le paure dei singoli soggetti attraverso il coinvolgimento nel gruppo, dove esiste una ideologia, un capo, la possibilità di sostenersi economicamente. In Italia il fenomeno ha avuto inizio a partire dagli anni ’50 ed è concentrato maggiormente nelle metropoli del centro sud; i reati attuati da gruppi di minorenni sono soprattutto il furto ed il vandalismo, mentre quelli compiuti da minorenni in concorso con maggiorenni sono molto più gravi, quali rapina e spaccio di stupefacenti.

A differenza dell'Italia, la povertà e l'emarginazione sociale dei teenagers londinesi sono le cause scatenanti della protesta che ha messo sotto assedio la capitale britannica. Le bande giovanili italiane sono invece composte da adolescenti appartenenti alla media borghesia, spesso annoiati e poco controllati dalla famiglia.
Il lavoro di Viviana Campanile evidenzia come in fenomeno delle baby gang in Italia non sia altro che l'evoluzione del bullismo, generato dall'incessante bisogno di affermazione tanto in voga ai giorni nostri.

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