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Valutazione della sostenibilità nella gesione del servizio idrico. Il caso Carniacque S.p.A.

Necessità di riformare il settore idrico

Fin dal R.d n. 1775 dell'11/12/1933 le acque superficiali interne e sotterranee sono un bene di pubblico interesse, ribadito inoltre dalle due altre norme fondamentali in materia (Legge Galli e d.lgs. 152/99).
Il Regio Decreto segnò le prime organizzazioni territoriali per la gestione della risorsa (Drusiani et al., 2004). Lo stato di questi servizi essenziali era caratterizzato però da una forte disomogeneità territoriale. La gestione diretta comunale dei servizi idrici era sostanzialmente inefficiente: gli enti locali dimostravano scarso interesse e difficoltà ingenti alla conservazione del capitale investito, orientati alla minimizzazione dei costi operativi, di conseguenza le tariffe coprivano a malapena i costi correnti (Massarutto 2009a).
Il servizi idrico – sanitario italiano poggiava sul tradizionale modello finanziario basato sui trasferimenti dal bilancio pubblico. Gli investimenti erano finanziati dalla finanza pubblica locale, sostenuti da prestiti a medio lungo termine emanati dalla Cassa Depositi e Prestiti (Oecd, 2009).
I risultati raggiunti da queste gestioni erano estremamente carenti.
All'epoca una parte consistente della popolazione del paese, circa il 30%, subiva interruzioni nell’erogazione dell’acqua; con una percentuale che raggiungeva il 50% per la popolazione residente nel sud Italia. Più del 50% della popolazione non era servito da una rete fognaria e più della metà degli scarichi della popolazione non riceveva alcun trattamento di depurazione. Inoltre il deperimento delle reti era evidente. (Anea, 2008)
Il primo salto di qualità in Italia trova riscontro nella legge 183/89, che fa proprio il concetto di gestione integrata delle risorse idriche e introduce lo strumento di piano di bacino (de Carli et al., 2003). Ma il grande passo avanti avviene con la riforma del 1994, il cui scopo è quello di integrare in un’unica gestione i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione (cosiddetto servizio idrico integrato, SII), definendo una dimensione sufficientemente ampia da assicurare economie di scala e nel contempo una dimensione ideale, costituita dal bacino idrografico, per la gestione della risorsa idrica.
L'obiettivo è ottenere una gestione industriale che, superando i limiti della gestione diretta dei Comuni, assicuri un’efficace pianificazione e realizzazione degli investimenti necessari a superare le gravi criticità che caratterizzavano i servizi (Anea, 2008).

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Valutazione della sostenibilità nella gesione del servizio idrico. Il caso Carniacque S.p.A.

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Zollia
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Antonio Massarutto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 188

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Parole chiave

acqua
sviluppo sostenibile
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