«Buon Dio, dall’ombra sta uscendo qualcosa di grigio!» 
 
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mappa). E  il reporter Ray Collins, col grido «Good heavens, something’s 
wriggling out of the shadow like a gray snake», lanciato al momento della 
comparsa dell alieno, a suggellare il climax drammatico, e a documentare poi la 
distruzione della ridente localit  e dei suoi abita nti, prima di  morire sul campo . 
 L effetto fu devastante: interpretando come realt  quella che era una finzione 
teatrale, migliaia di persone fuggirono di casa intasando le strade; famiglie intere 
raccolsero le loro cose e si barricarono in cantina, altri ancora cominciarono a 
correre fuori dagli edifici coprendosi il volto con asciugamani bagnati in vista di 
un  attacco alieno col gas , si verificarono suicid i e aborti spontanei. Alcuni 
uomini, inoltre, si armarono e decisero di unirsi all esercito per combattere i 
terribili esseri venuti da Marte: «Mio Dio!» esclam  un uomo al telefono con la 
polizia di Oakland «Dove posso prestare servizio volontario? Dobbiamo fermare 
questa cosa orrenda!». 
Eppure, curiosamente, non erano mancati avvertimenti circa la non veridicit  
della trasmissione: oltre alla presentazione iniziale del radiodramma da parte di 
un annunciatore della stazione («The Columbia Broadcasting System and its 
affiliated stations present Orson Welles and the Mercury Theatre on the Air in 
"The War of the Worlds" by H. G. Wells») furono reiteratamente diffusi, proprio 
in diretta, avvisi che spiegavano che «This is purely a fictional play»,  Questo Ł 
uno spettacolo di pura finzione . Ma molti ascoltat ori si erano attardati a seguire 
il popolare  Charlie McCarthy Show  su un altra sta zione, perci  quando 
passarono sulla CBS erano totalmente ignari della natura di ci  che sta vano 
ascoltando e, colti immediatamente dal panico, non rimasero accanto alla radio 
abbastanza a lungo da sentire uno dei numerosi richiami alla realt . 
Ironizzare su questo episodio dirompente Ł uno sport molto praticato, lo Ł stato 
anche pochi giorni dopo l accaduto, ma chi irride i protagonisti involontari di 
questa gigantesca candid camera dovrebbe interrogarsi sulle proprie reazioni a 
determinate notizie chiedendosi, per esempio, se non si Ł mai spaventato per 
l avanzata della Sars ( trentacinque casi in Europa, 8500 casi sospetti nel mondo, 
mentre in un solo giorno si ammalano di tubercolosi 20000 persone) o non si Ł 
«Buon Dio, dall’ombra sta uscendo qualcosa di grigio!» 
 
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commosso per il famoso cormorano incatramato, simbolo dell inumana cattiveria 
di Saddam Hussein durante la prima guerra del Golfo e in realt  ripreso qualche 
anno prima, probabilmente nel 1989 in occasione del naufragio della petroliera 
(americana) Exxon Valdez vicino alle coste del Canada; e chi ritiene  fuori 
moda  la paura degli alieni consideri che, ancora n el 1992, la Fire Officer’s 
Guide To Disaster Control (Manuale dei Vigili del Fuoco per il controllo ai 
Disastri) in dotazione negli USA dedicava una sezione al potenziale attacco da 
parte di ufo. 
E  importante, a tal proposito, contestualizzare le reazioni successive alla Guerra 
dei mondi, e questo non solo per la novit  rappresentata dal la radio, un mezzo 
nuovo e rivoluzionario al quale il pubblico non aveva ancora  preso le misure , 
ma anche per il particolare momento storico, un momento in cui la figura di 
Hitler cominciava a preoccupare seriamente gli americani (e, significativamente, 
durante la crisi di Monaco vennero vendute negli USA piø radio che in qualsiasi 
altro precedente periodo di tre settimane); per dirla con Bazin1: «Era l epoca di 
Monaco, e non era molto lontano il giorno in cui un anonimo speaker avrebbe 
interrotto un programma di variet , per annunciare con voce tremante che Pearl 
Harbor era stata distrutta dai giapponesi». Un popolo convinto di essere sull orlo 
di un conflitto reagisce in maniera incontrollata alla prospettiva di un attacco: il 
nazista come l alieno, il musulmano, dopo l 11 sett embre, come il cinese durante 
l allarme Sars Ł il  diverso , e quando si Ł in gue rra il  diverso  Ł il  nemico . 
La giornalista del New York Tribune Dorothy Thompson, prevedendo il potere 
di manipolazione messo a disposizione dai mass media (peraltro denunciato dallo 
stesso Welles in Quarto potere, che significativamente si apre col protagonista 
che, morente, avvisa «Non prendete alla lettera quello che sentite dire alla 
radio»), ha scritto: 
Involontariamente, il signor Orson Welles e il Mercury Theater of the Air hanno 
dato una delle piø affascinanti e importanti dimostrazioni di tutti i tempi. Hanno 
provato che un po  di voci efficaci, accompagnate da effetti sonori, possono 
convincere masse di persone di una affermazione totalmente irragionevole, 
completamente fantasiosa, fino a creare un panico di dimensioni nazionali. 
                                                 
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 citato in Claudio M. Valentinetti, 1995, Orson Welles, Milano, Il Castoro 
«Buon Dio, dall’ombra sta uscendo qualcosa di grigio!» 
 
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Hanno dimostrato piø potentemente di qualsiasi discussione, dimostrato oltre un 
ragionevole dubbio, i terribili pericoli e l enorme efficacia della demagogia 
popolare e teatrale. 
Hitler intendeva terrorizzare a morte tutta Europa un mese fa, ma almeno lui aveva 
un esercito e un aviazione per sostenere le sue spaventose parole. Ma il signor 
Welles ha spaventato migliaia di persone fino alla disperazione con niente in 
mano. 
  
Questo Ł il potere dell informazione, anzi, della parola. E  un potere enorme, 
anche quando si tratta non di inventare una notizia dal nulla, ma di dare un certo 
taglio ad un avvenimento, di attribuire, soprattutto, delle responsabilit  e delle 
caratteristiche a qualcuno. 
La produzione di paura Ł molto utilizzata e poco riconosciuta, nell ambito della 
politica, ma un analisi di questo fenomeno Ł quanto mai opportuna, perchØ si 
tratta di una strategia utilizzata da sempre nell arte di governare. Forse un 
disvelamento di questa tecnica (capire perchØ funziona, vedere come ha 
funzionato in certi contesti) aiuter  a conservare un maggiore spirito critico. 
         
   
 Cenni psicologici e sociologici 
 
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I. CENNI PSICOLOGICI E SOCIOLOGICI 
 
1.1 Il potere totalizzante delle emozioni 
La paura Ł un emozione innata nell uomo, un allarme che ci rende pronti alla 
difesa, all attacco o all evitamento di ci  che ci appare come un pericolo.  
Tra i suoi elementi caratteristici e costanti, uno dei piø interessanti in questa sede 
Ł il restringimento dell attenzione ad una parte limitata dell esperienza: l evento 
emotigeno causa una focalizzazione della coscienza che ha luogo sia nel caso di 
uno stimolo esterno, che arriva a monopolizzare il campo percettivo, sia in quello 
di una paura mentale, che prende il sopravvento sugli altri pensieri. 
In senso generale, tutte le emozioni hanno precedenza di controllo sul resto: 
quello emotivo Ł un sottosistema altamente indipendente (un  modulo ), che 
opera s  in concomitanza con altri sistemi, ma anche indipendentemente da essi, e 
quindi pu , se necessario, interferire con il loro operato; infatti l individuo Ł in 
ogni momento ricettivo agli stimoli emotigeni, e pu  produrre una risposta 
analoga parallelamente ad altre azioni. E  inoltre importante notare che il sistema 
emotivo abbisogna di pochissime informazioni per funzionare, anche se (e spesso 
accade cos ) tali informazioni sono inconsapevoli ed elementari. 
Quali possano essere le cause della paura, siano esse interne o esterne, Ł una 
questione che dipende in gran parte dalla valutazione dello stimolo, 
un operazione strettamente soggettiva. Le ricerche empiriche si sono sempre 
fermate di fronte a questa evidenza: potenzialmente qualsiasi oggetto, persona o 
evento (o anche la mancanza di un evento) pu  esser e percepito come un 
pericolo, e quindi incutere paura. 
Secondo una definizione tipico-ideale, si parla di un continuum vulnerabilit -
pericolo-paura-ansia-angoscia-panico-terrore, caratterizzato da un aumento 
dell intensit  della sensazione di insicurezza e da  un parallelo progressivo 
abbandono del controllo razionale. Non Ł fondamentale sviscerare le varie 
tonalit  di questa emozione, che sar  trattata, qui , sempre nel suo complesso; Ł 
 Cenni psicologici e sociologici 
 
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per  significativo il fatto che gi  al livello di  paura  (che in senso stretto 
dovrebbe indicare una sensazione fondata su un calcolo ragionevole delle 
probabilit  e delle situazioni) nella realt  l elem ento razionale venga meno, dato 
che tale calcolo Ł estremamente complesso, ed Ł sempre composto da due parti 
indivisibili, una effettivamente razionale ed un altra che riflette molti aspetti: 
religiosi, culturali, ideologici, sociali, ecc. 
 
1.2 Le «riserve passionali» 
Nell analisi delle esperienze emotive molti psicologi sottolineano il valore 
funzionale della paura. Ohman, ad esempio, sostiene che essa (in particolare per 
quanto riguarda le paure sociali, che ruotano attorno al rapporto dominanza-
sottomissione) Ł stata modellata dall evoluzione della specie umana per 
rispondere ad un esigenza di semplificazione organizzativa: infatti, poichØ 
l uomo Ł un animale sociale, la paura avrebbe una funzione adattiva, 
incentivando all ordine sociale attraverso la formazione di gerarchie di potere. 
In ambito sociale, la paura Ł un propellente molto efficace, una spinta che 
favorisce la giustificazione di politiche altrimenti difficilmente accettabili, che 
vanno dal controllo dell individuo da parte dello Stato alle varie forme di 
dittatura. Si tratta di una tecnica che non Ł nØ nuova nØ limitata ad alcuni settori 
ideologici: se da una parte ci sono i totalitarismi, che ci mostrano cosa significhi 
governare attraverso il terrore di cui sono oggetto le stesse componenti dello 
Stato, dall altra una serie di strutture sociali ha sfruttato la paura verso l  Altro  
per aumentare la fedelt  nei propri confronti. Un c aso particolare Ł poi quello 
relativo alle organizzazioni religiose: Delumeau sostiene che la Chiesa, dal 
Duecento al Settecento utilizz  deliberatamente una  strategia del terrore, 
preferendo promuovere l immagine di un Dio giustiziere rispetto a quello 
misericordioso che tanti fedeli gi  veneravano, e c he la paura ossessiva del 
giudizio fu orchestrata anche a fini di potere, per controllare i credenti tramite il 
senso di colpa.  
 Cenni psicologici e sociologici 
 
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La paura Ł paradossalmente un collante sociale, almeno intendendo la societ  in 
senso stretto. L auto-conservazione del gruppo sociale ha un carattere di lotta 
perpetua, di conquista, difesa contro gli attacchi e recupero di equilibri 
continuamente persi, cos  come, seguendo una metafora coniata da Simmel, 
hanno carattere di lotta i processi fisiologici all interno del corpo umano. Tutto 
ci  produce una situazione di tensione psicologica continua nei confronti 
dell  Altro , oggi perlopiø sopita, ma capace, in m olti casi e molti individui, di 
risvegliarsi in fretta quando si verifica un trauma, una minaccia al proprio ambito 
di appartenenza sociale. Generalmente, quando ci  a ccade, si verificano reazioni 
in qualche modo opposte: si riscontrano da una parte una tendenza ad 
asserragliarsi in un individualismo nevrotico, dall altra una maggiore percezione 
di appartenenza al nucleo sociale, ed il conseguente  sviluppo di un desiderio 
rabbioso di vendetta. Torna utile qui ricordare le parole di Durkheim a proposito 
della rappresentazione di uno stato contrario rispetto ad una credenza che ci Ł 
cara: egli sostiene che la collera, a lungo vituperata, pu  risultare al contrario 
molto opportuna, perchØ, sovraeccitando forze latenti e disponibili, aiuta il nostro 
sentimento personale a far fronte ai pericoli, rafforzandolo. In La divisione del 
lavoro sociale, il sociologo francese scrive: «In stato di pace   per cos  dire   il 
sentimento non Ł abbastanza armato per la lotta, e rischierebbe quindi di 
soccombere se le riserve passionali non intervenissero al momento buono; la 
collera altro non Ł che la mobilitazione di tali riserve». Nello stesso testo, nella 
parte riguardante il carattere sociale delle pene associate ai reati, si trova 
un illuminante definizione della vendetta: «L istin to della vendetta non Ł 
insomma che l istinto di conservazione esasperato dal pericolo». L attivazione 
dell istinto di conservazione, la percezione di un pericolo imminente, spostano 
piø in l  il limite di ci  che Ł lecito fare in rea zione a tale minaccia, aumentano il 
raggio del giustificabile. La vendetta Ł «un arma grossolana e rozza» che «si 
espande un po  a caso».  
Sembra accertato che, tra tutti gli animali, solo l uomo non disdegni di esercitare 
un aggressivit  mortale contro altri individui dell a propria specie. Lo