Prefazione 
 
 
 2
Sino a pochi anni fa la tecnica di stima dei livelli sonori prodotti da una 
macchina prevedeva il calcolo della potenza acustica mediante la 
determinazione dei livelli di pressione sonora nei pressi della sorgente stessa. 
La successiva elaborazione dei dati acquisiti conduceva ad un unico valore 
finale che veniva considerato caratteristico del rumore generato. Ogni 
macchina frigorifera disponeva di una targa identificativa su cui, tra gli altri 
parametri, veniva indicato il livello di pressione (o in alcuni casi di potenza) 
acustica complessiva. Una simile procedura di caratterizzazione non consentiva 
di asserire nulla sul percorso di propagazione del suono dalla sorgente, sulla 
sua direttività o sulla differente distribuzione delle emissioni sonore dalle 
superfici della macchina. Ciò conduceva necessariamente alla conseguenza per 
cui un’indagine dettagliata mirante all’abbattimento del rumore prodotto 
risultava se non impossibile, sicuramente molto impegnativa, difficoltosa e 
necessitante di un così elevato dispendio temporale che solo poche case 
produttrici erano disposte a sostenere, e solo per alcuni dei propri prodotti. 
Secondo quanto affermava F. J. Fahy, illustre professore in Ingegneria 
Acustica all’Università di Southampton, “prima del 1970, la possibilità di 
eseguire misure semplici e di routine sulla magnitudine e la direzione del flusso 
di energia sonora prodotta dalle sorgenti di rumore in condizioni di normale 
funzionamento e nei luoghi di installazione delle stesse era solo un lontano 
miraggio”. “… a pipe dream” per utilizzare le sue stesse parole. 
Negli ultimi anni, tuttavia, quella fantasticheria sembra essere divenuta pura 
realtà. La formalizzazione matematica della teoria dell’Intensimetria Acustica 
ha permesso di superare completamente e definitivamente tutti i limiti della 
tecnica tradizionale di stima del rumore prodotto dalle sorgenti consentendo 
analisi acustiche prima inimmaginabili, i cui risultati aprono nuovi e vasti 
orizzonti alle tecniche di abbattimento o, più in generale, di condizionamento 
delle onde sonore. 
Come accade in ogni ambito del sapere umano, comunque, i primi passi 
compiuti da una teoria, una dottrina, una scienza sono incerti e faticosi. Si 
 Prefazione 
 
 
 3
parlava, infatti, della formalizzazione dell’intensimetria acustica già dagli anni 
Settanta ma si è dovuto attendere sino al 1984, anno di pubblicazione 
dell’opera Sound Intensity scritta dallo stesso Fahy, per avere veste compiuta e 
coerente della materia. A conferma di ciò si adduce il fatto che, al giorno 
d’oggi, tutti i padri della teoria, tra i quali come detto Fahy, e Jacobsen, Van 
Zyl, Pavic e pochi altri, sono ancora in vita ed in piena attività. In figura P.1 è 
riportata una chiara illustrazione del percorso temporale compiuto 
dall’intensimetria e dall’acustica in generale. 
 
 
Fig. P.1: I progressi dell’acustica. 
 
Se, come è ovvio prevedere, le prime sonde per la misurazione dell’intensità 
del suono risultavano molto imprecise, poco performanti ed eccessivamente 
costose, dal 1993 in poi, per merito di poche aziende operanti nel settore della 
strumentazione acustica (tra le quali la pioniera fu la Bruel & Kjær danese), lo 
sviluppo tecnico fu sorprendente e una standardizzazione si rese necessaria. 
Gli anni dal 2000 in poi, infine, hanno visto una diffusione costante della 
tecnica sino a spingerla a coprire ogni settore dell’ingegneria acustica. Oggi, 
infatti, infiniti studi, pubblicazioni e nuove idee sfruttano l’intensimetria 
acustica e la applicano per i più svariati scopi. Certamente, non avendo 
raggiunto la maturità, l’applicazione di tale tecnica è tutt’ora aperta ad ogni 
ipotesi. 
Proprio in tale contesto si dipana il presente lavoro. Data la giovane età 
della teoria e la scarsità di pubblicazioni in lingua italiana, l’autore ha ritenuto 
 Prefazione 
 
 
 4
fondamentale l’esposizione dettagliata dei principi fondanti della materia. I 
primi capitoli sono quindi dedicati ad un’ampia descrizione delle basi fisico-
matematiche dell’intensimetria acustica. 
Dopo ciò, la trattazione prosegue mirando all’effettivo corpo dell’opera: il 
sostegno della tesi secondo cui l’utilizzo della tecnica intensimetrica nella 
caratterizzazione acustica delle macchine frigorifere consente di ottenere 
vantaggi che precedentemente erano considerati impervi e molto difficoltosi da 
raggiungere. Si dimostra, infatti, come con un’unica campagna di misurazioni 
su un refrigeratore sia possibile definirlo completamente e dettagliatamente dal 
punto di vista acustico e come i risultati raggiunti costituiscano una solida base 
di partenza per ogni possibile considerazione futura mirante alla riduzione del 
rumore emesso. 
In particolare, dopo aver classificato, definito e richiamato tutte le norme in 
materia di misurazione dei livelli di rumore delle macchine, è stato effettuato 
un confronto sperimentale su una macchina di prova mediante dati raccolti in 
campo tra le tecniche tradizionale e intensimetrica, mettendo in luce i pregi e i 
difetti di ognuna di esse. Successivamente è stata descritta nel dettaglio la 
campagna di misure condotta su un refrigeratore adibito al condizionamento 
dell’aria. L’analisi che ne segue si avvale di tutte le possibilità di indagine 
messe a disposizione dalla teoria intensimetrica. Infine, è stato progettato, 
realizzato e valutato nelle prestazioni un sistema fonoassorbente capace di 
abbattere i livelli di pressione sonora prodotti dal refrigeratore sotto indagine. 
L’ultimo capitolo riassume i risultati raggiunti e le tante considerazioni 
derivanti, per poi esporre alcune tra le prospettive future di impiego della 
tecnica intensimetrica, ma soprattutto proporre un nuovo e innovativo metodo 
di caratterizzazione acustica delle macchine frigorifere. 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 5
 
 
 
 
 
1.1 Introduzione. 
Il fenomeno fisico conosciuto con il termine suono è essenzialmente 
prodotto da oscillazioni variabili nel tempo e nello spazio della densità del 
mezzo attorno al valore di equilibrio. Tali variazioni sono quindi riconducibili 
a incrementi o a riduzioni del volume occupato da una data massa di fluido. 
Considerando il mezzo di propagazione sonora omogeneo e isotropo (ipotesi 
confermata nella realtà per la quasi totalità dei fluidi ingegneristicamente 
interessanti dal punto di vista dell’analisi acustica), l’effetto di un disturbo 
locale e isolato sulla densità si propaga uniformemente in tutte le direzioni 
dello spazio nella forma di un’onda di pressione. La caratteristica di direttività, 
propria di tutte le sorgenti sonore estese nello spazio e di cui l’esempio più 
immediato è costituito dal generico altoparlante conico, è da imputare 
all’interferenza tra i campi acustici elementari prodotti dalle molteplici parti 
della sorgente poste a distanze differenti rispetto al punto di ascolto. 
 Il fenomeno della diffrazione, secondo cui il suono “aggira” gli ostacoli 
solidi nel suo percorso, può essere esposto in termini qualitativi richiamando il 
principio di Huygens. Esso considera ogni punto infinitesimo di un’onda come 
una sorgente sonora [1]. 
 
Capitolo 1: 
 
Il fenomeno acustico 
e le grandezze coinvolte 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 6
Oltre a ciò, la teoria dell’elasticità lineare (ampiamente valida in ogni 
fenomeno acustico di intensità non superiore ai 135 dB poiché risulta verificata 
l’ipotesi di piccole deformazioni del mezzo) consente di considerare la 
deformazione del generico materiale come il prodotto dello stato tensionale 
agente su di esso per un’opportuna costante moltiplicativa. Identificando la 
deformazione di un fluido con la sua variazione di volume occupato e lo stato 
tensionale con le variazioni interne di pressione (compressioni e rarefazioni), si 
conclude che la costante moltiplicativa che lega le suddette grandezze non è 
altro che il modulo di volume del fluido stesso [2]. Per un gas perfetto: 
 
  RTp
00
ρ=       (1.1) 
 
con 
0
p  pressione di equilibrio, 
0
ρ  densità di equilibrio, T  temperatura 
assoluta e R costante del gas. Inoltre, la velocità del suono che propaga nel gas 
perfetto è 
 
  kRTc =
2
      (1.2) 
 
con k = c
p
/c
v
 rapporto tra i calori specifici rispettivamente a pressione e volume 
costante. Da ciò si ottiene che il modulo di volume per un gas perfetto è il 
termine tra parentesi tonde della relazione: 
 
   ( )kcp
2
00
ρ=      (1.3) 
 
Come può dedursi da tale esempio, il modulo di volume varia in valore per 
ogni fluido considerato. 
 
1.2 Formulazione matematica del campo acustico: le equazioni d’onda. 
Le relazioni che legano le grandezze citate alle tre dimensioni spaziali e a 
quella temporale formano l’insieme delle cosiddette equazioni d’onda, la cui 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 7
forma matematica dipende dalla natura del moto, dal mezzo attraversato e dal 
sistema di riferimento considerato. 
La formulazione generale più utilizzata in ambito acustico adotta un sistema 
di rifermento cartesiano costituito da una terna trirettangola destrorsa e risulta: 
 
  
2
2
22
2
2
2
2
2
1
t
p
cz
p
y
p
x
p
∂
∂
=
∂
∂
+
∂
∂
+
∂
∂
   (1.4) 
 
con 
0
0
2
ρkpc =  e p variazione locale di pressione rispetto al valore di 
equilibrio 
0
p  ( ppp
tot
+=
0
). Nel particolare caso di moto armonico, tale 
relazione è conosciuta come equazione di Helmholtz e, per la generica 
frequenza ω, risulta: 
 
  0
2
2
2
2
2
2
=+
∂
∂
+
∂
∂
+
∂
∂
p
cz
p
y
p
x
p ω
   (1.5) 
 
Le equazioni differenziali introdotte in (1.4) e (1.5) in molti casi di valenza 
pratica non possono essere integrate analiticamente a causa della forma critica 
delle condizioni al contorno, risultanti dalla geometria complessa dei domini 
reali. Tuttavia si dimostra utile riportare alcune soluzioni esatte per casi 
semplici che possono dare un valido aiuto nella comprensione e nella 
formulazione approssimata dei modelli fisici più complessi [2]. 
Nel caso di campo acustico contenuto tra le pareti rigide di un tubo 
uniforme e infinitamente lungo la pressione sonora p risulta costante su tutto il 
generico piano perpendicolare all’asse del tubo stesso. In tal caso si realizza un 
campo di onde piane, la cui formulazione matematica vede ridotta la 
dipendenza dalle variabili spaziali ad una sola: la direzione dell’asse 
geometrico del condotto. 
 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 8
  
2
2
22
2
1
t
p
cx
p
∂
∂
=
∂
∂
     (1.6) 
 
La soluzione generale dell’equazione può essere espressa come: 
 
  () ( ) ( )xctgxctftxp ++−=,    (1.7) 
 
in cui f e g sono funzioni dipendenti dalle condizioni al contorno e iniziali del 
particolare sistema analizzato. 
Applicando a tale soluzione generale l’equazione di conservazione della 
quantità di moto nel caso di velocità media nulla delle particelle fluide del 
mezzo (cioè in assenza di vento nel caso dell’aria) nella forma 
 
  
t
p
∂
∂
−=∇
u
0
ρ      (1.8) 
 
con p∇  gradiente di p e u = [u, v, w]
T
 vettore delle velocità rispettivamente 
lungo x, y e z della particella fluida immersa nel campo acustico, è possibile 
ottenere: 
 
  () ()()[]xctgxctf
c
txu +−−=
0
1
,
ρ
   (1.9) 
 
La quantità cz
0
ρ=  è detta impedenza acustica specifica del mezzo fluido. 
Come si vedrà in seguito, tale grandezza rappresenta un’importante 
caratteristica del flusso energetico in un campo acustico in quanto mette in 
relazione di fase la pressione sonora (una variabile di forza) con la velocità 
della particella fluida. Chiaramente ciò rappresenta “l’efficacia della 
cooperazione” tra le due, in analogia con il fattore di potenza tra tensione e 
corrente per i sistemi elettrici. 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 9
Si consideri ora una sorgente sonora puntuale che propaga in uno spazio 
definito libero (il cui dominio, cioè, non è limitato nelle tre dimensioni). In tal 
caso l’equazione generale dell’onda acustica può essere sviluppata utilizzando 
un sistema di riferimento sferico passando dalle coordinate x, y e z a r (raggio), 
θ (angolo azimutale) e φ (declinazione). Si ottiene l’equazione d’onda sferica 
[4]: 
   
2
2
22
2
22
22
2
1
sin
1
sin
sin
12
t
p
c
p
r
p
rr
p
rr
p
∂
∂
=
∂
∂
+
+
⎟
⎠
⎞
⎜
⎝
⎛
∂
∂
∂
∂
+
∂
∂
+
∂
∂
ϕθ
θ
θ
θθ
  (1.10) 
 
Il campo acustico sferico e simmetrico è un caso particolare di onda sferica 
di fondamentale importanza poiché può essere utilizzato nella costruzione del 
campo generato da una qualsiasi sorgente estesa nello spazio. La dipendenza 
della pressione acustica da θ e φ scompare e l’equazione (1.10) diviene: 
 
  
2
2
22
2
1
t
pr
cr
pr
∂
∂
=
∂
∂
     (1.1) 
 
La soluzione generale risulta quindi: 
 
  () ()()[]rctgrctf
r
trp ++−=
1
,    (1.12) 
 
Il termine tra parentesi quadre possiede generalmente importanza 
trascurabile. Il termine 1/r indica, viceversa, che il disturbo prodotto dall’onda 
sonora si riduce linearmente con l’aumentare della distanza dalla sorgente. 
Inoltre, sia le velocità che le accelerazioni della particella fluida hanno 
direzione puramente radiale.  
Particolarizzando la soluzione nel caso di moto armonico nel tempo si ha: 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 10
  () ()[]krti
r
A
trp −= ωexp,     (1.13) 
 
con A valore complesso e k, detto numero d’onda acustica, che rappresenta la 
percentuale di variazione di fase con la distanza, come ω rappresenta la 
percentuale di variazione di fase nel tempo. In generale, quindi, k può essere 
considerato come una “frequenza spaziale” [5]. 
Riportando l’equazione (1.8) di bilancio della quantità di moto nel sistema 
di riferimento sferico si ottiene: 
 
  
⎪
⎪
⎪
⎩
⎪
⎪
⎪
⎨
⎧
∂
∂
−=
∂
∂
∂
∂
−=
∂
∂
∂
∂
−=
∂
∂
t
u
p
r
t
up
r
t
u
r
p
r
ϕ
θ
ρ
ϕ
ρ
θ
ρ
0
0
0
1
1
     (1.4) 
 
Da ciò è possibile esprimere la velocità radiale della particella fluida nel 
caso di moto armonico come: 
 
  
() ()[]
()
⎟
⎠
⎞
⎜
⎝
⎛
−=
=−
⎟
⎠
⎞
⎜
⎝
⎛
−=
kr
i
c
trp
krti
r
i
k
r
A
tru
r
1
,
exp,
0
0
ρ
ω
ωρ
  (1.15) 
 
Tale relazione esprime come la differenza di fase tra velocità e pressione 
dipenda dalla distanza dalla sorgente tramite il parametro adimensionale kr. 
Ciò non avviene nel caso di onda piana. 
Quanto finora esposto conduce alla conclusione che ogni campo acustico 
differisce da qualsiasi altro nelle proprie caratteristiche spaziali e temporali. 
Queste ultime sono determinate dalla natura, dalla forma e dalla posizione delle 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 11
sorgenti sonore presenti, dalle proprietà dei confini del campo stesso e dal 
mezzo fluido di propagazione. 
Nel caso di onda sferica, ad esempio, risulta conveniente differenziare il 
campo acustico generato in due zone contigue: 
• il campo di prossimità alla sorgente (“near field” per gli 
anglosassoni), in cui kr << 1, la fase della velocità della particella è 
circa perpendicolare a quella della pressione e il vettore velocità 
stesso varia con 1/r
2
 [6]; 
• il campo in lontananza dalla sorgente (“far field” per gli 
anglosassoni), in cui kr >> 1, la fase della velocità della particella è 
circa uguale a quella della pressione e il vettore velocità stesso varia 
con 1/r. 
Se nell’analisi acustica risulta necessario considerare il valore quadratico 
medio della velocità della particella, l’equazione da adottare è la seguente: 
 
  
()
⎥
⎥
⎦
⎤
⎢
⎢
⎣
⎡
⎟
⎠
⎞
⎜
⎝
⎛
+=
2
2
0
2
2
1
1
kr
c
p
u
r
ρ
    (1.16) 
 
Inoltre, definendo impedenza acustica specifica il rapporto tra le ampiezze 
complesse di pressione e velocità, nel caso di onda sferica si ottiene: 
 
  
2
0
1
1
1
⎟
⎠
⎞
⎜
⎝
⎛
+
+
=
kr
kr
i
cz ρ      (1.7) 
 
1.3 Propagazione sonora da sorgenti estese e superfici vibranti. 
Come anticipato in precedenza, le soluzioni generali ricavate nel caso di 
onda sferica prodotta da sorgenti puntali possono essere applicate al caso di 
sorgente sonora estesa nello spazio considerando quest’ultima approssimabile 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 12
da un dato numero di sorgenti puntuali ed esprimendo il campo totale 
attraverso la somma di tali campi elementari.  
Questa procedura è espressa formalmente dalla funzione di spazio libero di 
Green. Si consideri una sorgente sonora rappresentata da una sfera di raggio α, 
pulsante uniformemente ad un valore di frequenza noto per il quale kα << 1. Se 
tale sfera possiede una velocità assoluta Uexp(iωt) uguale alla velocità ()tru
r
,  
calcolata in (1.15), il coefficiente A dell’equazione (1.13) può essere espresso 
come 
 
  
π
ωρ
4
0
Qi
A =       (1.8) 
 
Da cui l’espressione della pressione sonora diviene: 
 
  () ( ) ( )tikrQGitrp ωωρ exp,
0
=    (1.19) 
 
dove () ()ikr
r
krG −= exp
4
1
π
 è la funzione di spazio libero di Green. La somma 
delle pressioni (e delle corrispondenti velocità) delle sfere che approssimano la 
sorgente estesa identifica il campo sonoro totale. Si ritiene opportuno precisare 
che tale somma coinvolge diversi angoli di fase tra le pressioni e le velocità. I 
campi elementari, quindi, possono interagire per interferenza o 
sovrapposizione. Da ciò si deduce come la funzione di Green non sia una mera 
applicazione specifica del principio di sovrapposizione degli effetti. 
La realtà applicativa dell’ingegneria acustica propone come sorgente sonora 
nella quasi totalità dei casi una o più superfici vibranti. Il meccanismo di 
produzione del suono riguarda la reazione di un mezzo comprimibile alla 
componente normale dell’accelerazione della superficie con cui è a contatto 
[7].  Indipendentemente dai dettagli del sistema vibrante, ogni campo acustico 
generato presenta delle caratteristiche fisiche in comune. La più importante tra 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 13
queste sembra essere la costante 
presenza del campo di 
prossimità contiguo alla 
sorgente sonora. In questa 
regione dello spazio il moto del 
mezzo approssima fortemente 
quello di un fluido 
incomprimibile: la velocità di 
propagazione del suono presenta 
valori considerevolmente 
elevati. Oltre a ciò, 
l’interferenza prodotta tra le 
onde sonore generate 
dall’approssimazione della 
superficie vibrante in sorgenti 
sferiche elementari si sintetizza 
generalmente nella creazione di 
traiettorie e percorsi circolari di 
flusso dell’energia sonora 
(concetto, quest’ultimo, che sarà 
definito in seguito). Tale 
fenomeno conduce a 
considerare la superficie vibrante composta da sorgenti e pozzi, punti ideali che 
si alternano tra loro, da cui l’energia sonora rispettivamente è irradiata e verso 
cui confluisce [8]. In figura 1.1 è illustrato qualitativamente il fenomeno. 
Tale caratteristica del campo di prossimità di superfici vibranti può essere 
sfruttato per realizzare un abbattimento attivo del livello di rumore: una 
sorgente acustica può essere trasformata in un pozzo acustico posizionando nei 
pressi di questa una seconda sorgente, comunicante meccanicamente con la 
prima, avente un valore locale sufficientemente elevato del livello di pressione 
Nastro vibrante 
Distribuzione di sorgenti puntuali equivalente 
Sorgenti e pozzi di energia acustica 
Fig. 1.1:  Esempi di campo di prossimità per 
superfici vibranti. 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 14
sonora in antifase con la prima [9]. Tuttavia, non si ritiene necessario 
proseguire nella trattazione di tale processo poiché esula dagli scopi del 
presente lavoro.  
 
1.4 Energia e intensità acustica. 
L’energia cinetica E
c
 per unità di volume di fluido può essere espressa come 
2
2
1
uρ . L’energia potenziale U associata alla deformazione del volume 
infinitesimo di fluido è uguale al lavoro, considerato negativo, effettuato dalla 
pressione sullo stesso volume elementare; quindi: 
 
  
∫
−=
V
V
dV
pU
0
     (1.20) 
 
Volume e densità sono poi legati dalla relazione mV =ρ , con m massa del 
fluido. Differenziando tale equazione e dividendo i termini per 
0
V  si ottiene 
00
ρρdVdV −= . Oltre a ciò, 
2
cdpd =ρ . Sostituendo le relazioni ricavate 
in (1.20) e integrando si ottiene: 
 
  
2
0
2
2 c
p
U
ρ
=       (1.21) 
 
L’energia meccanica totale per unità di volume di fluido, associata al 
generico disturbo acustico, risulta quindi: 
   
2
0
2
2
0
22
1
c
p
uUEe
c
ρ
ρ +=+=    (1.22) 
 
Tale quantità è detta densità di energia sonora [10]. 
 Capitolo 1: 
Il fenomeno acustico e le grandezze coinvolte 
 
 15
Si voglia ricavare ora un’equazione per la conservazione dell’energia di un 
volume elementare di fluido immerso in un campo sonoro generico. Si trascuri 
in prima approssimazione il lavoro delle forze dissipative, di valore comunque 
molto ridotto. Si ipotizzi, inoltre, l’assenza di sorgenti e pozzi di calore e di 
lavoro e che il calore trasmesso al volume per conduzione sia nullo. Le ultime 
due assunzioni affermano semplicemente che la variazione di energia interna 
dell’elemento fluido sia prodotta esclusivamente dal lavoro compiuto 
sull’elemento stesso dal fluido che lo circonda (per variazione di volume). La 
variazione del lavoro nell’unità di tempo fornisce l’espressione della potenza 
meccanica: 
 
  udSuF ⋅=⋅= p
dt
dL
    (1.23) 
 
con dS = dSn vettore perpendicolare alla superficie considerata, di intensità 
pari al valore dell’area della superficie stessa. Dividendo l’equazione (1.23) per 
dS si ottiene: 
 
  
n
pu
dtdS
dL
=       (1.24) 
 
con nu ⋅=
n
u  componente normale alla superficie della velocità della 
particella fluida.  
E’ possibile chiamare intensità acustica istantanea I(t) la quantità vettoriale 
pu. Di tale grandezza, la componente perpendicolare ad una qualsiasi 
superficie di normale n è data da ( ) ( ) nI ⋅= ttI
n
. 
Tornando a considerare il bilancio di energia del volume infinitesimo, si 
consideri per semplicità la superficie piana di figura 1.2 e si indichino con u e v 
le componenti del vettore velocità della particella fluida rispettivamente