L’anabolismo nel body building: metodi di integrazione e manipolazione farmacologica 
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ma terminano con la dicitura “…e sostanze correlate”, in modo da assicurare 
che ogni nuovo farmaco, riconducibile a quella classe per azioni 
farmacologiche e/o struttura chimica, venga incluso automaticamente nella 
lista proibita. A partire dalla sua pubblicazione, che risale al 1967, la lista del 
CIO delle sostanze vietate si è gradualmente evoluta fino alla sua forma 
attuale, stilata dalla WADA (World Anti Doping Association). (Tab. 1) 
 
SOSTANZE PROIBITE METODI PROIBITI 
S1 Agenti anabolizzanti M1 Aumento del trasporto di ossigeno 
S2 Ormoni e sostanze correlate M2 Manipolazioni fisiche e chimiche 
S3 Beta 2 agonisti M3 Doping genetico 
S4 Anti-estrogeni SOSTANZE E METODI PROIBITI 
NELLE COMPETIZIONI 
S5 Diuretici ed altri agenti mascheranti Compresi S1-S5 e M1-M3 
S6 Stimolanti SOSTANZE PROIBITE IN 
PARTICOLARI  SPORT 
S7 Narcotici 
P1 Alcool S8 Cannabinoidi 
P2 Betabloccanti S9 Glucocorticoidi 
Tabella 1 
 
In una società che vive il mito della felicità e della opulenza, che cancella lo 
sforzo fisico e morale, la ricerca di realizzare una intensa sintonia con il 
contesto storico di riferimento (Mancaniello 2002) porta il soggetto giovane (e 
non solo) a confrontarsi con i modelli proposti dai mass-media. Il culto 
dell’apparire, sviluppato sempre più intensamente negli ultimi decenni, porta 
gli adolescenti a ricercare facili mezzi per diventare più velocemente e meno 
faticosamente possibile forti, muscolosi e imponenti, ma anche belle magre e 
appariscenti. L’obiettivo non è più (se mai lo è stato) il benessere, bensì 
essere al centro dell’attenzione. Sempre più precocemente ragazzi e ragazze 
si avvicinano al mondo della palestra, con l’obiettivo di raggiungere le icone 
del mondo dello spettacolo, ma l’illusione svanisce quasi subito. Il lavoro è 
duro, i miracoli non esistono e le scorciatoie sono sempre più allettanti.  
 
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Sono state pubblicate alcune rassegne, condotte nel periodo dal 1997 al 
2000 in varie nazioni, a proposito dell’autosomministrazione di steroidi 
anabolizzanti da parte di adolescenti (Laure 1995). L’abuso di sostanze 
dopanti inizia in alcuni casi molto precocemente : 8 anni per i bambini, 11 per 
le bambine; l’incidenza aumenta con l’età, passando da 1,5% a 11 anni a 
4,7% a 18 anni. L’incidenza è ovviamente più alta nei soggetti che praticano 
sollevamento pesi, bodybuilding, football americano. Nel caso specifico del 
bodybuilding l’obiettivo è proprio quello di migliorare l’aspetto fisico, per 
ottenere un maggior riconoscimento sociale (Kindhlund et al. 1999). Le 
palestre dove si pratica bodybuilding sono il luogo dove più facilmente si 
possono trovare gli steroidi anabolizzanti androgeni. 
Al giorno d’oggi si assiste a spettacoli di dubbio gusto, gare di culturismo 
dove i “campioni” sfilano per un pubblico ammirato davanti a fisici ormai resi 
grotteschi dall’abnorme massa muscolare. Nel culturismo moderno per 
fortuna iniziano a prendere piede federazioni, gare ed atleti cosiddetti 
“Natural”: la INBF (International Natural Bobybuilding Federation) è la 
federazione che riunisce gli atleti che ripudiano il doping; circa 4000 sono gli 
atleti iscritti ad una società nata nel 2000, e fortunatamente la crescita è 
veloce ed esponenziale. La federazione organizza gare ed eventi in cui ogni 
volta tutti gli atleti si sottopongono ai controlli antidoping.  
 
Da qui nasce la mia ricerca, che tenta di fare un poco più luce sulla pratica 
del lecito e non: la mia professione di istruttore di fitness e bodybuilding mi 
ha portato a contatto con alcuni soggetti che fanno uso di sostanze proibite, 
per i più svariati motivi. Proprio loro mi hanno indirizzato, illuminato e aiutato.  
La filosofia del culturismo “pulito” apre uno spiraglio alla speranza che il 
doping, in questa e in qualunque altra disciplina, venga prima o poi 
definitivamente abbandonato. 
 
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Capitolo 1 
Il Bodybuilding 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Analisi  della palestra – pag 5 
 
Il bodybuilding e la cura del corpo – pag 7 
 
 
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1. Analisi della palestra  
 
I frequentatori di una palestra non fanno parte di un’unica categoria di 
persone, ma al contrario si differenziano per molti aspetti, tanto che forse 
proprio la palestra è l’unico aspetto che li accomuna. Le cause che spingono 
le persone a frequentare una palestra sono tanto numerose quanto le 
persone stesse; le motivazioni primarie sono comunque riassumibili in pochi 
obiettivi, tra cui agonismo, estetica, affiliazione, distrazione e benessere sono 
in assoluto i più frequenti. Gli utenti della palestra possono essere suddivisi 
in alcune classi, dipendentemente dal loro livello atletico. L’indagine 
conoscitiva effettuata nel 1988 (convegno studi “il bodybuilding” Milano 
1988), su un campione di circa 1000 soggetti in 12 palestre milanesi, ha 
rilevato i seguenti dati (come illustrato nei grafici 1 e 2). 
La classe dei sedentari è senz’altro il più numericamente rappresentato, 
costituita da studenti, impiegati, lavoratori di concetto, circa 61%. Spesso la 
palestra rappresenta l’unica attività motoria praticata, con l’obiettivo del 
benessere fisico.  
Gli atleti di altre discipline sportive (8%) frequentano la palestra con 
l’obiettivo di migliorare le proprie prestazioni, allenando quegli apparati o 
gruppi muscolari che vengono utilizzati in modo specifico durante la pratica 
della disciplina di appartenenza.  
Altra categoria di persone che frequentano la palestra è rappresentata dagli 
infortunati: il 10% degli utenti usa la palestra con scopi prevalentemente 
fisioterapici.  
I culturisti, o bodybuilders, è l’insieme delle persone interessato all’ipertrofia 
muscolare, soggetti (circa il 21% dell’utenza) disponibili ad allenamenti 
durissimi pur di raggiungere l’obiettivo. Modificazioni nelle abitudini di vita, 
alimentari e talvolta farmacologiche sono affrontate senza fatica (né ritegno), 
ottenendo risultati spesso soddisfacenti, altre volte del tutto inesistenti. 
 
 
 
 
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           Grafico 1 
 
L’età media dei frequentatori è di 26 anni; la curva di distribuzione dell’età 
comprende soggetti che variano tra i 14 e i 66 anni: in questa ampiezza è 
compreso il 95% degli iscritti. In quasi tutte le palestre la suddivisione tra 
uomini e donne è paritaria, circa 50% (alcune palestre acquistano un certo 
tipo di immagine, a ragione o no). Un dato molto variabile è la frequenza 
settimanale: circa il 70% degli iscritti frequenta la palestra non più di 3 volte 
alla settimana, svolgendo un’attività di tipo salutistico. Circa il 18%  si reca in 
palestra 4 volta alla settimana; soltanto il 12% è impegnato nella pratica del 
bodybuilding a livello continuativo, recandosi in palestra 5-6 volte alla 
settimana. 
           Grafico 2 
 
Frequenza settimanale
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
max 3 4 min 5
Allenamenti settimanali
Percentuali 
accertate
Serie1
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Sedentari Sportivi Infortunati Bodybuiders
Serie1
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Tra coloro che praticano assiduamente il bodybuilding, i soggetti che 
svolgono attività a livello agonistico sono l’8%, che corrisponde a circa l’1% 
del totale.   
 
 
3. Il bodybuilding e la cura del corpo 
 
Il bodybuilding è una di quelle specialità che ha sempre coinvolto gli 
appassionati del culto dell’esercizio fisico. La traduzione stessa del termine 
bodybuilding, che letteralmente significa “costruzione del corpo”, illustra 
l’obiettivo principale di questa disciplina, che attraverso allenamenti effettuati 
con l’utilizzo di sovraccarichi si tende alla trasformazione della struttura 
morfologica dell’atleta. In sintesi, si aiuta il fisico, tramite allenamento o 
workout, ad espandere la massa muscolare. L’atleta infatti non punta a 
risparmiare energie, ma ad eseguire gesti antieconomici, a faticare 
intensamente e ad esercitare un controllo continuo e volontario sull’attrezzo 
allo scopo di dirigere lo stimolo sul muscolo che si desidera allenare. Il 
bodybuilding insomma è un’attività dove non viene cercata la pura 
prestazione, ma una modifica estetica; proprio per questo da anni imperversa 
la discussione a livello mondiale a proposito dell’appartenenza o meno del 
bodybuilding alla categoria degli sport.   
L’allenamento può variare molto sotto numerosi punti di vista. Infatti devono 
essere considerati molti aspetti legati all’individuo, all’obiettivo, al livello di 
allenamento, al periodo annuale (se il soggetto partecipa a competizioni) 
ecc…In generale, per i bodybuilders, di primaria importanza non è la 
tensione muscolare massimale con un numero scarso di ripetizioni, ma un 
numero massimale di ripetizioni, per ottenere una tensione muscolare 
sufficientemente elevata per l'incremento della forza e della massa 
muscolare. In questa forma di allenamento, grazie al continuo aumento 
dell’affaticamento muscolare, si produce un continuo incremento delle unità 
motorie reclutate e, quindi, non vi sono fibre muscolari a riposo. Perciò, 
quando viene interrotto l’esercizio, nella contrazione del muscolo sono state 
coinvolte, quasi fino all’ultima, tutte le fibre. In questo modo si ottiene una 
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crescita della sezione trasversa di tutte le singole fibre che compongono il 
muscolo e, con essa, delle masse muscolari (Weineck 2001).  
L’intensità del carico è variabile, calcolata in base alla forza massimale. Una 
volta effettuato il test dell’1RM (cioè facendo sollevare all’atleta il carico 
massimo sollevabile per una ripetizione in un determinato esercizio), si 
calcola una resistenza che oscilla tra il 75% e il 90%. Queste percentuali 
corrispondono all’8RM e al 3RM. 
Possono essere utilizzati tutti i metodi di allenamento per la forza; verranno 
qui di seguito riportate alcune delle tecniche più famose ed utilizzate; sono 
soltanto alcuni esempi che non possono esaurire l’argomento (si possono 
trovare molte maggiori informazioni su “L’allenamento ottimale” Weineck J.  
Calzetti e Mariucci Edizioni 2001). Il numero così elevato di tecniche rende 
difficoltosa una descrizione completa. 
 Serie standard – il movimento preso in considerazione viene ripetuto 
per un numero di volte stabilito (numero di ripetizioni), intercalando delle 
pause di tempo variabile (30 secondi - 2 minuti) tra le serie. 
 Super serie – è una combinazione di serie di movimenti diversi senza 
interporre una pausa; i due movimenti possono interessare gli stessi gruppi 
muscolari o gruppi antagonisti. 
 Serie forzate – alla fine di una normale serie di movimenti, un 
compagno aiuta ad eseguire ulteriori ripetizioni, fino a completo esaurimento. 
 Serie con trucco – l’inizio delle ripetizioni vengono facilitate da 
movimenti supplementari, come gli slanci. Questo metodo è abbastanza 
rischioso per i principianti. 
 Serie piramidali – questa forma di allenamento deve il suo nome alla 
diminuzione o all’incremento progressivo del livello del carico, 
rappresentabile secondo il modello di una piramide.