6 
 
Capitolo primo 
Diritti umani ed omosessualità nello scenario europeo 
 
 
1.1 Omosessualità e Omofobia 
Il termine “omosessuale” è stato inventato ed utilizzato per la prima volta 
nel 1869 dallo scrittore Károly Mária Kertbeny1 in un documento contro una 
legge del Ministero della Giustizia prussiano che puniva gli atti sessuali tra 
persone di sesso maschile. Per tanti secoli sono stati definiti “pederasti”, 
“sodomiti”, “catamiti”, “invertiti”, è cambiato il modo di chiamarli, con il 
tentativo di trovare loro un posto nella società. Secondo Michel Foucault2, la 
sessualità e l’identità sessuata sono costruzioni della modernità, in cui si mette 
in luce il rapporto inedito tra sesso e potere. La sessualità è, secondo il filosofo 
francese, un argomento tenuto in vita dai potenti, linfa vitale per innumerevoli 
strategie e strumentalizzazioni. Mettendo in luce una nuova visione positiva del 
concetto di potere, Foucault non lo considera più repressione, inibizione ed 
ordine, ma in quanto struttura che avvolge gli elementi e li produce, dà la 
possibilità di istituire e normalizzare i discorsi a esso interni. Per lungo tempo 
l’eterosessualità è stata considerata l’unica alternativa possibile, mettendo gli 
omosessuali nella condizione di doversi sottomettere alle scelte di una 
maggioranza eterosessuale «istituzionalizzata»3. L’aver diviso il mondo in 
etero/omo ha prodotto nel tempo numerosi cambiamenti sullo stato giuridico, 
politico, medico, psicologico delle persone omosessuali.4 Si sono alternati 
momenti di accettazione a momenti di scontri e violenza, dovuti alla 
                                                          
1
 All’anagrafe Karl Maria Benkert. Nacque a Vienna nel 1824 e morì a  Budapest nel 1882.  
M. Consoli,  sul sito Culura Gay, www.culturagay.it, ultima consultazione: 19/09/2010 
2
 M. Foucault, Histoire de la sexualité, Editions Gallimard, Paris, 1976. 
3A. Morali-Daninos, Sociologie des relations sexuelles, in M. Mieli, Elementi di critica 
omosessuale, Feltrinelli, Milano, 1977, p.64 
4
 V.Lingiardi, Citizen Gay. Famiglie, diritti negati e salute mentale, Il saggiatore, Milano, 
2007 
7 
 
arretratezza culturale ma anche alla mancata tutela giuridica, giustificata non 
tanto da indifferenza, quanto da una velata omofobia. L’intolleranza nei 
confronti degli omosessuali, infatti, si è troppo spesso legata ad episodi violenti 
e sanguinosi che hanno riempito le pagine di cronaca in tutta Europa.  
Il concetto di omofobia, nel lessico tradizionale, è considerato esclusivamente 
come la fobia irrazionale di trovarsi in luoghi chiusi con omosessuali, o 
comunque l’atteggiamento di ostilità nei confronti di gay e lesbiche. Se è 
certamente questa la componente primaria, la spiegazione del rifiuto non può 
fermarsi qui. Come per il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia, l’individuo 
caratterizzato da attrazione nei confronti del suo stesso sesso desta paura e 
sentimenti di incondizionato potere e superiorità5, che possono diventare ben 
presto giustificazione di gesti violenti. Morin e Garfinkle nel 1978, superando 
l’aspetto individuale ed inserendolo in uno più ampio di tipo sociologico, 
definiscono l’omofobia come «un sistema di credenze e stereotipi che mantiene 
giustificabile e plausibile la discriminazione sulla base dell’orientamento 
sessuale; l’uso di un linguaggio o slang offensivo per le persone gay; e/o 
qualsiasi sistema di credenze che svaluta gli stili di vita omosessuali in 
confronto a quelli eterosessuali6». Il problema diventa, quindi, compito delle 
istituzioni. 
1.2 La società e le comunità LGBT 
Negli ultimi trent’anni, sono nati numerosi movimenti LGBT, in difesa 
dei diritti della comunità omosessuale e per la promozione della cultura della 
tolleranza e non discriminazione. Con la continua ricerca di visibilità, non solo 
mediatica, attraverso manifestazioni eccentriche7 ed eventi culturali, si è 
cercato di coinvolgere trasversalmente le città in cui questi eventi hanno avuto 
                                                          
5
 D.Borrillo, Omofobia storia e critica di un pregiudizio, Edizioni Dedalo, Bari, 2009 
6
 S.F Morin, E.F. Garfinkle, Male Homophobia, in D. Borrillo, op. cit., p.16 
7
 La manifestazioni dell’orgoglio omosessuale sono caratterizzate da sfilate di carri, musica e 
persone di ogni sesso, ma anche moltissime Drag Queen, ovvero uomini vestiti e truccati da 
donne in maniera vistosa per ottenere effetti comici, satirici e talvolta drammatici. Tutti i cortei 
sono accompagnati da manifesti con striscioni e bandiere arcobaleno, uno dei simboli gay più 
noti. 
8 
 
svolgimento. I movimenti LGBT, diventati con gli anni associazioni di portata 
internazionale8, sono stati sistematicamente discussi e contrastati, ma hanno 
contribuito ad evitare emarginazione e solitudine degli omosessuali, facendo 
emergere una realtà tanto antica quanto sommersa9. Le associazioni LGBT 
hanno lottato per la parità di diritti nel mondo del lavoro, rivendicando la 
possibilità di essere considerati individui di pari dignità, e di poter dare vita ad 
un’importante istituzione sociale, quale è la famiglia. La pressante richiesta è, 
tuttora, quella di non far prescindere più la condizione degli omosessuali dai 
concetti di uguaglianza, identità, legislazione, cittadinanza e soprattutto, di non 
legarla più a cronache di omofobia e discriminazione. Nel 1973, l’APA10 
elimina l’omosessualità dal Manuale diagnostico e statistico delle malattie 
mentali11. Nel 1974, l’OMS12 la rimuove dall’elenco dei “disturbi sociopatici 
della personalità”, e nel 1994, viene riconosciuta dalla stessa organizzazione 
come possibile “variante” del comportamento umano. Se, nella maggior parte 
degli Stati, l’omosessualità non rappresenta più un tabù, negli stessi Paesi, 
spesso, non si è fatto nulla per rimuovere gli ostacoli che pongono la comunità 
LGBT in una condizione di limbo, in cui vengono riconosciuti diritti al singolo, 
ma non alle formazioni sociali in cui si riconosce. 
 
 
                                                          
8
 In particolare l’ILGA, l’associazione internazionale di Gay, Lesbiche, Bisessuali, Trans ed 
Intersessuali, che nel 1993 ha ricevuto dal Consiglio d’Europa, lo status consultivo di 
Organizzazione Non Governativa(ONG). 
9
 In Italia, l’associazione maggiormente rappresentativa è Arcigay, nata nel 1985, a Palermo. 
10
 La American  Psychiatric Association (APA), fondata nel 1844 è la più grande associazione 
di psichiatri nel mondo. 
11
 Il Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders («Manuale Diagnostico e Statistico 
dei Disturbi Mentali»), noto anche con l'acronimo DSM, è uno degli strumenti diagnostici per 
disturbi mentali più utilizzati; è stato pubblicato per la prima volta nel 1952 dall’APA. Dati 
reperiti sul sito dell’ APA, www.psych.org, ultima consultazione: 19/09/2010 
12
 Organizzazione Mondiale Sanità o World Health Organization è un’ agenzia specializzata 
dell’ ONU. Nasce nel 1948, con sede a Ginevra. Ha come scopo il raggiungimento da parte di 
tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, come condizione di completo 
benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità. Dati 
reperiti sul sito della World Healt Organization, www.who.int/en, ultima consultazione: 
19/09/2010 
9 
 
1.3 La nascita dei diritti per gli omosessuali 
Nel secondo dopoguerra gli Stati ebbero l’urgenza di garantire a tutti gli 
individui diritti inviolabili, alla luce delle atrocità commesse durante il conflitto 
mondiale. Gli altissimi principi sanciti in quel periodo hanno fornito lo slancio 
per le azioni legislative dei diversi Paesi in materia di omosessualità. Il primo 
testo di rilievo di portata internazionale è la “Dichiarazione universale dei 
diritti dell’uomo” approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU13, il 10 
dicembre 1948. Il documento rappresenta un codice di grande importanza etica 
e storica, con cui si sanciscono universalmente i diritti dell’uomo e che recita 
all’art.1 «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi 
sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in 
spirito di fratellanza» e all’art.2 «Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e 
tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione 
alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di 
opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, 
di nascita o di altra condizione». Gli Stati si sono impegnati individualmente e 
congiuntamente a promuovere il rispetto della Carta sottoscritta. Sulla scia 
dell’attenzione posta ai diritti umani, è stata creata Amnesty International14 con 
il compito di lavorare accanto agli Stati per garantire il rispetto dei diritti 
fondamentali, nella lotta per la difesa della comunità LGBT, sostenendo le 
manifestazioni, ma allo stesso tempo, lavorando di concerto con le istituzioni, 
sollecitandole nell’azione positiva. Ogni anno viene presentata una panoramica 
del lavoro e degli sviluppi dei diversi Paesi in tema di diritti umani e anche in 
                                                          
13Organizzazione delle Nazioni Unite o United Nations, nasce nel 1945 ed ha sede a New 
York. ll 26 giugno 1945 a San Francisco ha luogo la Conferenza Internazionale delle Nazioni 
Unite. Il 24 ottobre viene firmato lo statuto da parte dei cinque membri permanenti del 
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ovvero i cinque Stati usciti vincitori dalla Seconda 
guerra mondiale: Cina, Francia, Unione Sovietica, Regno Unito, Stati Uniti), e dalla 
maggioranza degli altri 49 firmatari. Ha come scopo la cooperazione internazionale in materia 
di sviluppo economico, progresso socioculturale, diritti umani e sicurezza internazionale. Dati 
reperiti sul sito delle United Nations, www.un.org, ultima consultazione: 19/09/2010 
14
 L’ associazione, oggi di valore internazionale, è nata nel 1961 e nel 1964 ha acquisito 
dall’ONU lo status consultivo. Un decennio dopo, nel 1977, riceve il premio Nobel per la Pace 
per aver «contribuito a rafforzare la libertà, la giustizia e conseguentemente anche la pace nel 
mondo». Dati reperiti sul sito di Amnesty International, www.amnesty.it, ultima consultazione: 
19/09/2010 
10 
 
materia di discriminazione degli omosessuali che evidenzia come la mappa dei 
diritti e delle discriminazioni sia complessa e variegata. Nel Rapporto annuale 
2009, A.I. ha denunciato violazioni dei diritti umani, aggressioni, intimidazioni 
o discriminazioni legali nei confronti di persone LGBT in almeno 25 Paesi.15 
Le continue trasformazioni avvenute in Europa negli ultimi sessant’anni, hanno 
posto continuamente l’attenzione sui diritti degli omosessuali. Nel momento in 
cui l’omosessualità è diventata compatibile con l’ordinamento penale, si è 
posto l’accento sulla necessità di regolarizzare le nuove forme di convivenza 
tra partner dello stesso sesso. Non si possono più nascondere il cambiamento 
delle formazioni sociali e la trasformazione della famiglia tradizionale avvenuti 
attraverso fenomeni demografici e culturali che hanno contribuito a comporre 
un nuovo scenario. Negli anni, infatti, mentre cambiava la formazione del 
nucleo familiare, a causa del consistente aumento delle cosiddette convivenze 
more uxorio16, cambiava la struttura delle coppie omosessuali, ora basate su 
uguaglianza, equilibrio e stabilità.17 In Europa, parallelamente alla 
trasformazione del tessuto sociale, molti Paesi hanno modificato le loro Carte 
costituzionali, altri hanno seguito la strada della regolamentazione, altri ancora 
sono rimasti sordi dinanzi alle richieste di una “minoranza” non più esigua. Nel 
1949 , con il Trattato di Londra, è nato il Consiglio D’Europa18 che si è posto 
come obiettivo quello di « favorire la creazione di uno spazio democratico e 
giuridico comune in Europa, nel rispetto della Convenzione europea dei Diritti 
                                                          
15Australia, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Camerun, Egitto, Gambia, Giamaica, 
Grecia, Honduras, Iraq, Lettonia, Lituania, Marocco/Sahara Occidentale, Moldova, Nigeria, 
Polonia, Romania, Russia, Rwanda, Senegal, Sud Africa, Turchia, Uganda e Ungheria. In 
Uganda, nel settembre 2009 è stato presentato un disegno di legge che criminalizzava 
l’omosessualità. Se approvato, coloro che venissero accusati di “omosessualità aggravata” 
potrebbero essere giustiziati; la legge introduce anche il reato di “mancata denuncia di 
omosessualità”. In Bulgaria, Ungheria, Lettonia si è più volte tentato di bloccare i cortei 
LGBT. In Honduras tra marzo 2004 e marzo 2009 si sono registrati 17 uccisioni di donne 
transgender. Dati reperiti sul sito di Amnesty International, www.amnesty.it ultima 
consultazione: 19/09/2010 
16
 More uxorio è una locuzione latina, entrata di fatto nel dizionario giuridico e si  riferisce  ad 
una coppia che convive come se vi fosse regolare matrimonio. 
17
 Sull’argomento, di rilievo sono le ricerche di M. BARBAGLI e A. COLOMBO, 
Omosessuali moderni. Gay e Lesbiche in Italia, Il Mulino, Bologna, 2001. 
18
 I paesi che diedero vita al Consiglio D’Europa furono dieci:Belgio, Danimarca, Francia, 
Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia. Del Consiglio 
D’Europa oggi fanno parte 47 paesi. 
11 
 
dell’Uomo e di altri testi di riferimento relativi alla tutela dell’individuo »19 e 
nel 1950 a Roma, ad opera dello stesso Consiglio, è stata firmata la 
“Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà 
fondamentali”(CEDU)20. Attraverso la Carta si sanciscono diritti, libertà civili 
e politiche, ma soprattutto si è istituito un sistema volto a garantire il rispetto 
dei suddetti principi, da parte degli Stati contraenti attraverso la Commissione 
Europea dei diritti dell’Uomo istituita nel 1954, la Corte Europea dei Diritti 
dell’Uomo e il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa istituiti nel 1959. 
Significativa è la raccomandazione n. 92421 del Consiglio d’Europa risalente al 
1981, che ha ribadito l’impegno nella protezione dei diritti umani 
«…nonostante alcuni sforzi e nuove legislazioni di questi ultimi anni dirette 
all'eliminazione delle discriminazioni contro gli omosessuali, essi continuano a 
subire discriminazioni e talvolta anche oppressioni». L’Assemblea 
parlamentare ha inteso, così, invitare la Commissione dei Ministri a sollecitare 
i Paesi membri ad eliminare le diseguaglianze tra omosessuali ed eterosessuali, 
attraverso la depenalizzazione degli atti omosessuali tra adulti consenzienti. 
Non ha previsto nulla riguardo alle coppie omosessuali, ma ha cercato di 
assicurare i diritti di affidamento dei figli, senza porre limiti sulla base 
dell’omosessualità dei genitori. È evidente che tra i Paesi europei non può 
esserci completa simmetria nelle azioni e nei programmi di sistemi di tutela 
dell’individuo, ma è dovere comune rispettarli, e su questa impronta nasce e si 
sviluppa anche l’Unione Europea. 
1.4 L’azione dell’Unione Europea 
Gli anni ’50 hanno rappresentato un periodo prolifico, per l’inizio di un 
percorso comune tra gli Stati, volto a dare un assetto omogeneo, nonostante le 
continue trasformazioni, economiche ma soprattutto sociali. Nel 1951 è stato 
                                                          
19
 Dati reperiti sul sito del Consiglio d’Europa, www.coe.int, ultima consultazione: 19/09/2010 
20
 È entrata in vigore nel 1953. Attraverso la Carta si è inteso adottare le prime misure 
necessarie per il rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La Carta è stata 
ratificata dall'Italia nel 1955 con la legge n.848.  
21
 R(1981)924. Dati reperiti sul sito del Consiglio d’Europa, www.coe.int, ultima 
consultazione: 19/09/2010 
12 
 
sottoscritto il Trattato di Parigi, che ha istituito la CECA22. Gli scopi erano 
puramente economici, ma l’inclusione di diversi Stati in un unico organismo 
sovranazionale, è stata di sicuro la spinta che ha portato l’Unione Europea con 
gli attuali 27 Stati membri23 e le sembianze odierne. I Trattati istitutivi delle 
Comunità europee non hanno fatto riferimenti precisi ai diritti umani, ma con 
l’affermarsi della diretta applicabilità del diritto comunitario negli Stati 
membri, si è posta la necessità di garantirli, ed è stata la Corte di Giustizia a 
pronunciarsi in materia già nel 196924. I diritti umani sono diventati 
ufficialmente parte delle Comunità europee con la firma dell’Atto Unico.25 Nel 
preambolo del Trattato gli Stati hanno espresso la volontà comune di 
promuovere la democrazia sulla base dei diritti dell’uomo. Gli anni ’90, il 
crollo del muro di Berlino e la fine del comunismo, hanno portato ad un’ 
accelerazione nella creazione di un’Unione di Stati, ma soprattutto di cittadini 
vicini nei doveri e ancor di più nei diritti. Con la firma del Trattato di 
Maastricht26 nel 1992, si è data vita all’Unione Europea, attraverso una 
struttura a tre pilastri, che non è più solo di impronta economica, ma anche 
politica, prevedendo forme di cooperazione tra i governi degli Stati membri in 
materia di giustizia ed affari interni. All’art. F punto 2, si afferma la garanzia 
del rispetto dei diritti umani sanciti nella Convenzione europea per la 
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. L’Unione opera 
attraverso le istituzioni e gli organi esecutivi, amministrativi e giuridici, per far 
                                                          
22
 Comunità Europea del Carbone e dell’ Acciaio. Sottoscritto da Belgio, Repubblica Federale 
di Germani, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi bassi. A Roma, il 25 marzo 1957, vengono 
firmati i Trattati istitutivi della Comunità Economica Europea(CEE) e della Comunità Europea 
per L’energia Atomica(EURATOM). Dati reperibili sul sito dell’ Unione Europea, 
www.europa.eu, ultima consultazione: 19/09/2010 
23
 Dell Unione Europea fanno parte:Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, 
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, 
Paesi bassi, Polonia, Portogallo, regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, 
Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria. Sono paesi candidati: Croazia, Islanda, Macedonia, 
Turchia. 
24
 Sentenza Stauder del 12 novembre 1969. Nella sentenza Nold del 14 maggio 1974, afferma 
«i diritti fondamentali costituiscono parte integrante dei principi generali del diritto di cui essa 
garantisce l’osservanza.». C. Zanghì, Istituzioni di diritto dell’Unione Europea, quarta 
edizione, G.Giappichelli, Torino, 2005. 
25
 L’atto Unico entrato in vigore nel 1987, revisiona i Trattati di Roma 
26
 GUUE n. C 191 del 29 luglio 1992 
13 
 
rispettare i principi sanciti ed armonizzare il lavoro dei diversi Stati. Costante 
ed efficace è stata negli anni l’azione del Parlamento Europeo che attraverso le 
azioni ad esso concesse dai Trattati, si è impegnata a far attuare i principi 
sottoscritti dagli Stati membri. Il Parlamento Europeo ha approvato nel 1994 
una risoluzione27 in cui «considerando il suo impegno per la parità di 
trattamento di tutte le cittadine e tutti i cittadini indipendentemente dal loro 
orientamento sessuale» e « considerando la maggiore "visibilità" pubblica 
degli omosessuali e la crescente molteplicità degli stili di vita».28 Si è rivolta 
agli Stati membri precisando che l’applicazione di norme discriminanti nei 
settori in cui vige il diritto comunitario comporterebbe la violazione dei 
principi fondamentali dei Trattati29. Il Parlamento ha invitato anche la 
Commissione a tener conto dei mutamenti sociali che richiederebbero un 
adeguamento delle legislazioni e di presentare una proposta di 
raccomandazione per far rispettare agli Stati membri i principi già citati. Si è 
chiesto, inoltre, agli Stati membri, di promuovere una cultura del rispetto delle 
minoranze sessuali, attraverso disposizioni di legge e una continua 
collaborazione con le associazioni omosessuali. È significativo l’articolo 1430, 
con cui si è chiesto alla Commissione di operare attraverso lo strumento della 
raccomandazione, affinché si ponesse fine agli ostacoli per il matrimonio di 
coppie omosessuali, chiedendo inoltre, che vengano abolite le limitazioni alle 
adozioni da parte di coppie omosessuali.31 Nelle annuali relazioni del 
Parlamento Europeo sullo stato dei diritti fondamentali nell’Unione Europea è 
stata ribadita la volontà di tutelare in ogni modo la piena uguaglianza di gay e 
lesbiche. In particolare nella relazione del 199632, valutando positivamente 
                                                          
27
 RISOLUZIONE A3 0028/94, approvata l’8 febbraio 1994. GUUE C 61 del 28.2.1994 
28
 Art. A-B 
29
 In particolare per quel che riguarda la libera circolazione delle persone come previsto 
dall’art. 3 Trattato CE.  
30
 Art. 14 «..agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto 
giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo 
la registrazione delle unioni.» 
31
 Art. 15«..a qualsiasi limitazione del diritto degli omosessuali di essere genitori ovvero di 
adottare o avere in affidamento dei bambini..» 
32
 Relazione del 28 novembre 2006. Rel. On. Catherine Lalumière. Dati reperiti sul sito del 
Parlamento Europeo, www.europarl.europa.eu, ultima consultazione : 19/09/2010