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Introduzione 
 
L'osservazione diretta della polizia nei luoghi di frontiera, a contatto con 
immigrati e professionisti, ha fatto sorgere l'incombenza di parlare del 
problema dell'immigrazione, a prescindere dai luoghi comuni con i quali 
veniamo bombardati mediaticamente ogni giorno. 
Vi è bisogno di analizzare senza pretese la natura multidisciplinare del 
fenomeno, le implicazioni e le conseguenze che quest'ultimo ha sulla 
società e sui suoi mutamenti a livello storico e sociale.  
In pratica è di elevata importanza l'analisi continua, prospettica e 
progressiva che periodicamente la società opera verso se stessa in vista 
del suo proprio futuro, prendendo in considerazione le nuove emergenze 
che sorgono continuamente, e preventivando in tal modo i cambiamenti a 
medio e lungo termine che tali emergenze comportano. Non è quindi 
banale ammettere che in tale prospettiva la questione dell'immigrazione 
si colloca senza trascendentalismi come cardine del futuro cambiamento 
societario dell'intera umanità . 
Si è utilizzata come aperta provocazione nel campo dell'analisi 
dell'immigrazione una variante analitica prettamente criminologica, 
partendo dal binomio concettuale “Criminalità e Criminalizzazione” 
(trovandoci a parlare del territorio ispanico prenderemo al definizione di 
criminalizzare dal dizionario della Real Accademia De Lingua Española: 
“attribuire carattere criminale a qualcuno o qualcosa”). 
Un obiettivo è stato trarre una conclusione operativa che permetta di 
definire il grado di “malattia assiomatica” che l'immigrazione ha nella 
percezione di “sicurezza” della popolazione natia.
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Per tutte le società civili, la garanzia di sicurezza basata in un controllo 
mirato, è una necessità, la cui conseguenza rappresenta un problema 
elevato per rispondere a tali aspettative. 
Se circoscriviamo la popolazione natia di un dato territorio di accoglienza, 
notiamo che la domanda di tranquillità civica sale esponenzialmente 
quando i diritti umanitari di sussistenza, reclamati dagli emigranti, si 
scontrano apertamente con i diritti ed interessi dei nativi di tale paese. 
L'instabilità di tale rapporto sale notevolmente se poi uniamo la reale 
incapacità di assorbimento economica e geografica di tali territori 
destinatari del flusso migratorio, ciò ha comportato l'evoluzione di una 
branchia specifica di delinquenza ovvero quella comunemente chiamata 
“immigrazione illegale”. 
Per muoverci su un filo logico- giuridico dobbiamo partire da un punto di 
partenza sito nei regolamenti specifici che regolano la questione 
“straniera”, dando la priorità alle importanti riforme legislative in materia 
d'immigrazione, e studiando come esse abbiano influenzato la politica 
criminale e la messa in atto pratica. 
In tale lavoro sono stati cercati di analizzare diversi punti di vista su tale 
problema inoltre, alcuni per fino contraddittori, questo approccio è mirato 
ad un osservazione della variegata situazione attuale, per poi inserirla in 
un contesto di analisi a confronto con quelle che sono le teorie delle 
scuole di pensiero della criminologia internazionale, che in maniera 
minore o maggiore possono avere una relazione con il fenomeno stesso, 
parlando inoltre dell'aumento dell'immigrazione clandestina. 
Il “cercare di trovare” risposte è stato il focus intorno al quale si è svolto il 
lavoro, poiché analizzando la reale situazione rispetto a quella avvertita 
dal popolo indigeno mediante anche l'aspetto mediatico, e 
contrapponendola a una reale analisi criminologica si è propensi a 
comprendere il  livello delle problematica sorta nella quantificazione della
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reale criminalità sorta dall'immigrazione. 
Per cercare tali risposte si sono cercati i dati da un punto di vista 
preventivo e reattivo, politiche di attuazione sono state varate in entrambi 
i sensi, nel preventivo si tende quindi a limitare la produzione stessa di 
criminalità mentre in campo reattivo si opera sulle recidività del criminale. 
I mezzi di controllo istituzionali sull'immigrazione clandestina si operano 
attraverso l'attuazione di manovre di polizia, gruppi di vigilanza, effettuati 
nei posti di frontiera (aeroporti) del territorio nazionale.  
In questo senso si porta speciale attenzione alle reti mafiose di 
introduzione di immigrati facendo una costante lotta a questo tipo di 
“immigrazione illegale organizzata”, poiché manifestazione di carattere 
delittuoso. diversa dall'immigrazione (legale o meno ) classica, 
suscettibile unicamente di sanzioni amministrative per l'applicazione della 
legge d'immigrazione vigente. 
Nella sezione finale si possono osservare dati statistici multidisciplinari 
sopra il fenomeno immigratorio, nell'ambito spagnolo e europeo, volendo 
con questo far notare la connessione con il flusso migratorio e l'ambito 
geografico, inoltre è possibile vedere come parlando della Spagna è in 
risalto rispetto al contesto degli altri paesi nel rapporto immigrazione e 
criminalità, l'importanza normativa del principio di non discriminazione 
facente parte del loro ordinamento giuridico e che implica una costante 
attenzione al pericolo latente del razzismo e della xenofobia. 
In questo senso si è analizzata la situazione da un punto di vista 
vittimologico, ovvero parlando dell'immigrante come vittima dei delitti a 
sfondo discriminatorio. 
Ovviamente è stato preso in considerazione anche l'ambito dei diritti 
umani, con particolare interesse ai clandestini e chiamando in causa lo 
standard minimo internazionale o status giuridico, di tutti gli immigrati, 
quindi partendo da un punto di vista internazionale vi è l'osservazione
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sulla protezione giuridica della diversità multiculturale nell'ordinamento 
giuridico nazionale spagnolo. 
L'attentato che l'11 marzo 2004 scosse Madrid con il bilancio di 191 morti  
e circa 2 milioni di feriti, è stata come una doccia fredda che da quel 
momento ha scosso la nazione spagnola verso un controllo e un 
accoglienza diversa verso l'immigrazione, specialmente verso gli 
immigrati di fede islamica, cercando di non dare un taglio netto 
proseguendo con la strada della non-discriminazione, senza accomunare 
ogni immigrante di tale fede al terrorismo fondamentalista. 
C'è da dire che spesso la causa dell'immigrazione è l'esplosione 
demografica dei paesi di provenienza che porta l'offerta di lavoro a 
superare la domanda del mercato nazionale, oppure operazioni belliche 
che non permettono una pacifica vita popolazione quindi costretta a 
fuggire, emigrando in altri paesi e divenendo straniera e clandestina sul 
suolo europeo, poiché incontrano ogni volta più difficoltà per accedere 
alle zone oltreoceano, che fino a poco tempo fa erano le zone fulcro 
d'immigrazione (vedasi l'immigrazione italiana dei primi del '900). 
Una continua ricerca di soluzioni di politica comune all'interno della UE 
per la sicurezza dei paesi membri è necessaria poiché nella prassi la 
mancanza di sicurezza dei cittadini si ripercuote sull'economia 
dell'Europa non solo del presente ma anche del futuro 
 Ovviamente vi deve essere a priori la base di un principio di solidarietà 
fra le popolazioni, in ciò ha aiutato indubbiamente il concetto di un Europa 
senza confini interni, ma che ha generalizzato così anche il fenomeno di 
massa dell'immigrazione, tanto da far perdere in parte la formulazione di 
una propria regolamentazione nello stato, ciò non ha dato un freno 
all'aumento dell'immigrazione irregolare, all'espansione incresciosa delle 
attività del crimine organizzato, così come all'insinuarsi del terrorismo 
islamico di tipo yihadista nell'ambito europeo, l'esigenza di combattere tali
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“mali” presuppone comunque un miglior procedimento di cooperazione 
nell'ambito della UE, con obbiettivo il creare uno spazio di sicurezza 
europeo, ma ciò che è fondamentale in tale processo è che la società non 
abbia l'urgenza di farsi “giustizia da sola” cadendo nell'errore di 
criminalizzare alcuni gruppi etnici collettivi o individuali in modo 
indiscriminato, facendoli responsabili di tutti i mali che soggetti di quella 
determinata comunità hanno causato. 
Ponendo in confronto i dati statistici con le ricerche di interventi di polizia 
amministrativa o giudiziaria si è cercato si fare un riscontro fra l'intensità 
della delinquenza attribuibile agli stranieri e i fluissi migratori stessi, 
mentre si è cercato di tener conto della diversità, della paura di 
quest'ultima, della condizione di stigmatizzato del soggetto straniero 
privato dei propri diritti umani e molti casi sfruttato. 
In tutto ciò ovviamente hanno larga influenza anche a livello educativo e 
pedagogico, i mezzi di comunicazione attuali, ovvero i mass media che 
operano spesso una campagna di criminalizzazione di tali soggetti, 
inculcando molteplici volte l'idea dello straniero come mostro 
 Se da una parte i mass-media operano nel loro settore informando la 
cittadinanza dei fatti di cronaca come l'immigrazione illegale stessa, al 
contempo nell'informare sulla cronaca nera negli ultimi periodi hanno un 
particolare focus d'interesse che è proprio il soggetto straniero, in 
qualunque caso l'informazione pubblica ha quindi un incidenza sulla 
opinione pubblica che diviene più o meno favorevole a tale traffico 
migratorio a seconda dell'intensità dei fatti di cronaca, e di come quel 
singolo accusato del reato proposto venga giudicato infine. 
D'altra parte lo stesso terrorismo internazionale di stampo yihadista va 
ovviamente con le sue stragi ad influenza l'opinione pubblica sulla figura 
stessa dello straniero, quando negli attentati alle capitali europee si vede 
la firma del terrorismo islamico con la loro fede portata a vessillo della
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loro guerra, una sorta di odio si dipana verso la figura del diverso in toto, 
come in Spagna indimenticabile ancora ora è una data che viene 
costantemente ripetuta se viene chiesto ad un ispanico cosa ne pensa 
degli stranieri.. 11 marzo 2004.. Madrid. 
In primis va detto che per prima cosa proprio in quella nazione, in Spagna 
bisognerebbe effettuare un'attenzione costante sullo stato permanente di 
allarme e sulla suggestionabilità che ad ora paiono avere i cittadini delle 
grandi città come Madrid e Barcellona, frutto di quel messaggio del 
terrorismo che pare aver lasciato la sua ombra ancora dopo anni. 
In conclusione di questo preambolo, possiamo dire che tale tesi quindi 
analizzerà vari fattori fondamentalmente legati l'uno a l'altro da un doppio 
filo rosso: 
 il rapporto fra l'aumento tassa di criminalità straniera e 
l'immigrazione in Spagna, comparandola all'aumento e assestamento 
della criminalità organizzata straniera i cui membri per la maggior parte 
sono invece regolarmente residenti, cercando di capire quindi se il flusso 
migratorio è davvero il nocciolo del problema della diminuzione della 
sicurezza del cittadino. 
 Osservando il fatto che nell'ultimo decennio la criminalità 
organizzata in Spagna è formata da stranieri non solo membri della UE 
ma anche provenienti da  Algeria, Albania, Marocco, Perù, Russia, 
Colombia, La Nigeria e Romania, è facile comprendere che, se per ogni 
gruppo emigrante analizziamo ogni persona e potenziale criminale, in toto 
superino quello delle popolazioni “indigene” e che indi il tasso di 
immigrazione influisca si ma non per la quantità ma per la qualità. 
 L'aumento indiscriminato e fuori di controllo del livello di ingresso 
degli immigrati irregolari pone in stallo il livello di tolleranza della 
popolazione “indigena” in questo caso ispanica, se prendiamo ad
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esempio i momenti in concomitanza con attentati, atti terroristici o delitti 
impuniti e la tassa di criminalità attribuita agli stranieri, il rischio di 
comportamenti razzisti o xenofobi, nella società che accoglie tali 
immigrati sale notevolmente, mettendo in pericolo i rapporti di 
coesistenza e integrazione del gruppo straniero. 
 Le comunità stranire clandestine che in seguito divengono mano 
d'opera del mercato irregolare  fruendo da manovalanza a basso costo, 
divenendo non solo tacciate di essere “criminali nati” ma ora anche 
vittime di sfruttamento, e mutandosi in elementi pericolosi per lo stato, 
non potendo denunciare chi li sfrutta per il timore di venir estradati e 
rimandati quindi in patria.
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Capitolo 1 
Il Fenomeno dell'Immigrazione 
 
1.1 Evoluzione 
                                                   
Il concetto di immigrazione non è nuovo nella storia mondiale,
1
 in ogni 
epoca ha preso sempre differenti forme e destinazioni, attualmente è 
legata all'economia del mercato che nel paese di origine solitamente non 
è in grado di provvedere al sostentamento del cittadino, senza però 
dimenticare quelle migrazioni legate ai regimi dittatoriali e per alcune 
culture privatorie dei diritti umani stessi. 
Le migrazioni moderne hanno la loro origine nel sistema economico
2
, la 
loro evoluzione dipende dal ciclo economico e della persistenza del 
sistema.
3
 
Pertanto la crescita economica pare imprescindibile da tale fenomeno, in 
pratica l'aumento economico e la globalizzazione, così come il 
                                                 
1
     In ciò differenziamo: 
- La Immigrazione Legale:  Definendo lo straniero immigrato come una persona straniera che arriva dall'esterno 
con l'intenzione di risiedere nel paese ospitante per un determinato periodo di tempo, nello stato spagnolo tale tempo 
sarà superiore a 90 giorni, e nel caso potrà essere prolungato con un permesso di residenza o documentazione valida 
che permetta la sua residenza nel paese. 
- la Immigrazione Illegale: Definendo lo straniero immigrato come persona straniera che si trova nel territorio 
spagnolo senza i documenti previsti dalla legge, tale irregolarità può essere conseguenza di un entrata clandestina 
nel  territorio del paese, o scadenza dei documenti senza proroga o permesso di residenza successivo, in entrambi i 
casi l'immigrato illegale sarà quello che prolungherà la sua permanenza sul suolo straniero nonostante non sia in 
regola. 
Non vi è un senso dispregiativo in tale dire, ma una presa di coscienza amministrativa, che nell'arco della tesi verrà 
esposta come “immigrato irregolare”, “clandestino”, “non in regola” e via discorrendo. 
2
     I meccanismi che mettono in moto le migrazioni alimentati dalla concentrazione de la ricchezza e dalla quantità 
dei mezzi di produzione in alcune aree sono: 
- Economici: aspettative di un miglior lavoro e miglior salario 
- Culturali: più opportunità educative 
- Protezione Sociale: migliori possibilità di beneficiare di servizi 
 Il problema diviene quando dopo un determinato quantitativo di immigrati entrati nello stato, tale “benestare” si 
esaurisce e benché continuino ad arrivare persone l'offerta di lavoro, sicurezza e protezione il ciclo economico 
collassi, rendendo tali promesse vacue e fasulle. 
3
   Esse sono elaborate con una razionalità economica, dirigendosi ove la crescita economica e sociale pare essere 
abbastanza rapida da poter loro giovare, nei calcoli però non si tiene in conto il costo umano e affettivo nel lasciare 
la propria terra d'origine e la propria cultura, così come non si parla della necessità di eliminare o lenire il divario 
nel mondo fra le classi più e meno agiate.
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sottosviluppo in alcune aree, rende invitante un determinato paese, 
favorendo il flusso migratorio come forza di lavoro disposta a lavorare per 
l'accrescimento di quel capitale, rendendolo ancora maggiormente 
attrattivo per altri gruppi di immigrati. 
Le migrazioni sono ottenute quindi dal processo di re-industrializzazione, 
e delle politiche atte a mantenere quel divario fra i paesi detentori della 
ricchezza dei mezzi di produzione, e i paesi sottosviluppati, rendendoli 
dipendenti gli uni dagli altri, basti pensare alla precarietà dei posti di 
lavoro, che rende spesso un immigrato maggiormente vantaggioso come 
mano d'opera rispetto ad un cittadino dello stato, favorendo come già 
detto in precedenza, attraverso tale atto, il continuo ciclico del fenomeno. 
In Europa inizialmente le migrazioni sono state trattate come un fattore 
positivo essendo un vero e proprio approvvigionamento della mano 
d'opera necessaria
4
 allo sviluppo dello stato, relegando spesso tali 
soggetti a lavori sottopagati che il cittadino medio si rifiutava di eseguire, 
ma che facevano parte della macchina di sviluppo del paese, mano 
d'opera quindi a servizio del ciclo economico.
5
 
Ciò che in questo discorso è ulteriormente da citare, è che nonostante la 
concezione dell'immigrante come forza lavoro utile al ciclo sociale, si 
sperava che tale fenomeno fosse transitorio, quando invece la realtà dei 
fatti e l'incremento dei flussi si è scontrato con tale pensiero, dimostrando 
che invece si tratta di un fenomeno permanente.
6
 
                                                 
4
    "Uomini e donne immigrati vengono non solo perché hanno bisogno, ma anche perché abbiamo bisogno di loro. 
In questo modo, anche dalla loro necessità, nasce la dipendenza dei paesi del terzo mondo e il suo progressivo 
impoverimento, è generato molto probabilmente dai nostri interessi"(Senatore J.SOLÉ  XXI Corso di diritto umano 
2003, Collegio degli avvocati)(Barcellona, conferenza 03/10/2003). 
5
     Ovvero una concezione del lavoratore immigrato come un lavoratore manuale: non ha alcuna qualificazione 
professionale, occupa una posizione di lavoro duro e mal pagato di precarietà occupazionale e svolge attività di 
mera esecuzione; come un lavoratore che agisce, un lavoratore isolato senza famiglia, destinato a ritornare nel suo 
paese quando “inutile”, non godono della protezione del diritto al lavoro, è facile comprendere come tale concezione 
non  mira alla loro integrazione sociale. 
6
     Le caratteristiche dell'immigrazione nella EU lo confermano visto che il numero di stranieri è aumentato 
nonostante le politiche restrittive e i controlli vigente sull'immigrazione dal 1973; Il radicamento della popolazione 
straniera è sempre in maggior aumento, ciò è mostrato dal ricongiungimento familiare, dall'aumento delle nascite
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Ai “nostri” tempi in alcuni paesi, compreso proprio lo stato italiano, sono 
cominciati i dibattiti sul “limite di tolleranza”, discorrendo sul fenomeno e 
su, fino a quale misura un paese può sopportare l'arrivo di immigrati 
senza che la qualità della vita per la popolazione natia cali. All'inizio di 
tale dibattito si cercarono di proporre politiche di incentivazione per far 
tornare gli immigrati al proprio paese d'origine, con risultati deludenti (ne 
beneficiarono maggiormente gli immigrati di origine europea rispetto a 
quelli d'origine extraeuropea). 
Quindi nella situazione economica attuale si è portati a percepire 
l'immigrazione  come un problema sociale, economico e culturale, detto 
ciò l'immigrazione nel suolo spagnolo come in tutta la UE non è un 
fenomeno temporaneo ma una presenza costante che permanerà per 
lunghi periodi.
7
 
                                                                                                                                               
frutto di matrimoni misti, dall'aumento degli studenti stranieri, vista la percentuale degli studenti stranieri in obbligo 
di scolarizzazione, il crescente numero degli immigrati con lavoro a tempo indeterminato, l'aumento dei permessi di 
residenza e via discorrendo... 
7
       Riferendoci agli immigrati Sub-sahariani, lo studio realizzato da BEL & J.GOMEZ professori di geografia 
umana all'università di Murcia porta alle seguenti conclusioni: 
- “...I flussi migratori provenienti da entrambi i poli dell'Africa non cesseranno fino a quando non vi sarà un radicale 
cambiamento delle condizioni disumane vigenti in quei paesi, fino a tale momento continuerà ad aumentare, 
alimentato anche dalla spinta delle mafie, che a poco a poco allargano con il flusso migratorio le loro aree di potere. 
- Mentre i capi di stato riflettono su una risposta adeguata a tale fenomeno che pare non avere un freno ma non fare 
altro che aumentare, Gli Africani sono arrivati in Europa acquisendo nel territorio status diversi: rifugiati, 
richiedenti asilo, migranti economici,  clandestino; istallandosi permanentemente senza alcuna intenzione di 
ritornare. Da migrazione economica si passa a emigrazione di cittadini che costituiscono famiglie, creando una 
seconda generazione non più di immigrati, né di stranieri, ma cittadini educati e cresciuti nel paese di accoglienza 
che nulla più hanno a che vedere con il paese di origine. 
Questa esperienza avuta dall'Europa è riprodotta in Spagna dagli anni ' 90 con intensità inusuale. 
- Nel caso dei gruppi sub-sahariani vi sono fattori che incidono positivamente o meno sull'integrazione di questi nel 
suolo straniero, vi è da parte dei nuclei già inseriti la creazione e il consolidamento di reti che soddisfano due 
funzioni: impostare contatto con l'Europa, rete familiare e amicale che attivandosi ospitano in un primo momento, 
facilitando il trauma dell'emigrazione e facilitando l'inserimento; Un'altra caratteristica è l'atto di mediatori con il 
paese ospitante. 
Ma un effetto indesiderato e difficile combattere, è l'emergere delle mafie che approfittandosi del commercio umano 
utilizzano l'immigrazione come un coperchio di traffici di droga che coinvolgono gli immigrati contro la loro volontà 
e decisione. 
-È importante valutare l'immigrazione come un fattore di sviluppo, la decisione di emigrare e la sua attuazione 
richiede una grande distribuzione strategie di adattamento e di sopravvivenza, capaci di trasformare l'ambiente in 
cui si vogliono inserire. Collaborano per la lo sviluppo economico del paese verso il quale migrano, occupando i  
posti di lavoro che la popolazione autoctona non desidera, con la loro incorporazione del tessuto economico 
spagnolo hanno contribuito e contribuiscono ad un notevole incremento degli introiti dello stato e delle Comunità 
autonome. in termini di contributi personali di entrate fiscali e previdenziali. 
- Ciò deve essere tenuto in conto dalle autorità europee e dalla loro legislazione, comprendendo e valutando 
l'immigrazione come un fattore di sviluppo. Facilitazioni Legislative verso l'immigrazione, dovrebbe essere integrate 
con le politiche di cooperazione per promulgare lo sviluppo nei paesi di origine" (14/12/200).
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Il passaggio da un immigrazione di lavoratori a un immigrazione di 
cittadini ha incrementato ovviamente il costo sociale e culturale alla 
comunità nazionale, benché tali costi siano in molti casi, più bassi o 
maggiormente sostenibili che nel proprio paese d'origine, per tale motivo 
molti immigrati anche se arrivano con la speranza di tornare nel proprio 
paese dopo aver guadagnato un quantitativo economico sufficiente, 
finiscono con l'istallarsi definitivamente
8
, tutto ciò porta la società di 
accoglienza alla ricerca di soluzioni per facilitare al meglio l'integrazione 
sociale condizionata ovviamente dal rispetto dei Diritti Umani 
universalmente riconosciuti. 
 
1.2. Il Caso Spagnolo 
 
A pesare sui movimenti migratori di popolazioni nell'arco storico del 
tempo è sempre stata la ricerca di migliori condizioni di vita, non è 
possibile separare il fenomeno dalle circostanze economiche che 
riguardano sia il paese di origine che il paese di destino. 
                                                 
8
     N. GARCÍA -P ARDO nel  (El futuro de las migraciones: Intenciones y potencial migratorio) "il futuro delle 
migrazioni: intenzioni e potenziale migratorio", presentato al CIS, e indagine stessa per l'ente, in collaborazione con 
la Comunità economica europea (CEE) si intervistò un totale di 1.099 nuclei familiari degli immigrati recenti (non 
da più di 10 anni in Spagna) senegalesi e marocchini (il campione era in tutta la nazione) sollevando le seguenti 
conclusioni: 
"-(...)" Rimanere in Spagna sembra la scelta di entrambi i gruppi di immigrati e anche una chiara tendenza a 
maggioranza dei marocchini. Sembra, Inoltre, che questa opzione è collegata in entrambi i gruppi di immigrati, con 
un grado di notevole soddisfazione che la Spagna pare destare come paese di destinazione. 
- Le migrazioni dalla Spagna altrove non sembrano un'opzione attraente in nessuna parte del collettivo degli 
immigrati, a dispetto dell'esistenza di reti Famiglie marocchine in altri paesi. 
-Il ritorno al loro paese d'origine sembra più attraente per gli immigrati senegalesi, e questi piani sembrano essere 
correlati, con una progetto di vita differente: un progetto in cui l'emigrazione appare come uno status a breve o 
medio termine orientato per motivi economici, ma che non occupa tutta la vita degli immigrati. In contrasto, 
l'emigrazione per marocchini è parte della loro vita, i progetti futuri sono orientati oltre che per motivi economici, 
sopratutto per i legami familiari che svolgono un ruolo importante. I piani di ritorno sembrano più frequenti tra i 
marocchini con un livello di istruzione relativamente alto. 
- Sembra ragionevole aspettarsi che l'elevato grado di soddisfazione osservata verso Spagna come paese di 
destinazione scelta dagli immigrati è stato un fattore che ha reso incline alla migrazione nel paese, di una 
percentuale significativa gli indecisi, rendendoli a favore della permanenza in Spagna, ciò riguarda soprattutto gli 
immigrati senegalesi. 
-Infine, alcuni fattori, quali la riduzione del tasso di disoccupazione in Spagna negli ultimi anni, potrebbe agire come 
un fattore di attrazione, portando gli stranieri più indecisi a favore della permanenza in Spagna, anche se in ogni 
caso la disoccupazione non sembra funzionare come deterrente significativo" (10/09/2010).