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Introduzione 
 
L’idea di questa tesi, nasce dalla consapevolezza di vivere in un mondo bombardato e 
costruito di messaggi. Certo è che non si può compiere un excursus aereo di tutti i 
messaggi e i media che fanno ormai parte del quotidiano, ma possiamo analizzare un 
mezzo, le sue radici e le sue evoluzioni, per scoprire le nostre nuove abitudini 
comunicazionali. 
Con questo lavoro noi ci proponiamo di tracciare un percorso di esplorazione ed 
indagine tecnica e sociale, attraverso un linguaggio: la telefonia mobile. 
Il metodo che seguiremo sarà quello di introdurre nel primo capitolo l’evoluzione 
tecnica della scrittura, la nascita di internet e il linguaggio della rete, che sfocerà 
nell’analisi della comunicazione telefonica. “Il telefonino, infatti, completa l’intero 
cerchio della bio-tecnologia. L’elettricità è l’esternalizzazione del nostro sistema 
nervoso centrale. Essa va in giro per il pianeta per poi ritornare nel telefonino.”
1
  
In seconda analisi illustreremo il piano sociale della comunicazione tecnologica, 
affrontando l’argomento dell’amore sociale tra i media e quello stabilito dai messaggi 
sms. “Il telefonino è intimo. Si può sentire la presenza dell’altra persona con la sua 
voce nel tuo orecchio. È una perfetta macchina di seduzione. … Il telefono è come 
Zeus, si getta in una moltitudine di avventure amorose. Le videoconferenze sono figlie 
di un’avventura del telefono con il video. … Internet è il risultato di un’altra storia 
d’amore tra il telefono e il computer.”
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Nel terzo capitolo illustreremo come dall’amore tra i media si possa arrivare 
                                                
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 Borrelli Davide Il filo dei discorsi Teoria e storia sociale del telefono Introduzione di De Kerchkove 
Derrick Roma 2000 Luca Sossella editore Ottobre 2000
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all’amore tra le persone tramite e-mail o sms secondo un’indagine emozionale sulle 
nuove generazioni. 
L’amore tramite messaggi telefonici verrà affrontato nel quarto capitolo, nel quale 
introdurremo il lavoro grafico in allegato alla tesi: SmStory Romeo e Giulietta e 
l’amore in epoca digitale.  
L’allegato sarà un vero e proprio libro illustrato dove l’opera prima 
shakespeariana, Romeo e Giulietta
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, verrà tradotta in una storia d’amore virtual-
telefonica. 
Il linguaggio scritto e orale si è modificato, annulla le distanze, ha un forte potere 
comunicativo, ma riuscirà a sconfiggere il destino? 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                                                                                                       
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 Borrelli Davide Il filo dei discorsi Teoria e storia sociale del telefono Introduzione di De Kerchkove 
Derrick Roma 2000 Luca Sossella editore Ottobre 2000 
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 Shakespeare William Romeo and Juliet pubblicato da Thomas Creede edito da Cuthbert Burby 1599 
Traduzione italiana a cura di Cesare Vivo Lodovici Giulio Einaudi editore 1950
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Il linguaggio della telefonia mobile. SMStory: Romeo e Giulietta e 
l’amore in epoca digitale. 
 
Capitolo 1. Rilievo tecnico della comunicazione: dal libro alla 
comunicazione telefonica 
1.Il valore della parola: dal testo all’ipertesto 
A Tipologie di linguaggio 
 
“Nei mezzi di comunicazione … ogni nuovo linguaggio e apparato tecnico 
trascina con se qualcosa dei precedenti, senza mai cancellarli totalmente”
1
. Seguendo 
questa citazione di Franco Carlini, innanzitutto un linguaggio incita a sentirsi parte di 
una storia, è così che ci sentiamo davanti ai nuovi linguaggi, ma dobbiamo stare 
attenti a non interpretare tutto come un semplice prolungamento. In questo senso è 
vero che la televisione non ha cancellato la radio, ma quest’ultima è stata costretta dal 
visuale a ridefinirsi per altri ascolti. In altrettanto modo è senza dubbio vero che i 
pregi della maneggevolezza del quotidiano di carta lo difende dalle insidie della 
comunicazione elettronica. Da questo punto di vista non c’è nulla di nuovo: la posta 
elettronica è come la posta tradizionale, solo più veloce. Tutto quello che sta 
avvenendo allora può essere solo essenzialmente trasposizione di una comunicazione 
che avveniva con altri mezzi in uno nuovo? Le differenze sono sì velocità ed 
efficienza, ma anche l’introduzione di nuovi simboli, significati e codici di lettura. 
Se poniamo il computer come manipolatore di simboli astratti, che sta dunque
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pienamente nella tradizione della cultura occidentale, capiamo subito che il segno 
grafico rappresenta un suono e un insieme di tali simboli rimanda ad un significato. 
Circa cinquanta anni fa, i primi computer vennero progettati per scopi di calcolo 
matematico, resi tanto più urgenti dalle esigenze belliche della seconda guerra 
mondiale. Nonostante tale situazione, i software applicativi più diffusi furono gli 
elaboratori di testi. Non c’è dubbio che la scrittura con macchine elettroniche, negli 
ultimi dieci anni, abbia largamente soppiantato la macchina da scrivere. Ovviamente 
ogni strumento o supporto della scrittura influenza il proprio stile. Chi usava tavolette 
d’argilla doveva scrivere in modo rapido e conciso prima che la base di scrittura si 
asciugasse. Lo scrivere a mano sulla carta consente una scrittura più gestuale, dove 
compaiono appunti e schizzi veloci. La macchina da scrivere ordina i caratteri e le 
parole in maniera pulita sul foglio, ma obbliga a troppe correzioni e conseguenti 
battiture e revisioni.  
Nella scrittura elettronica risalta soprattutto la facilità di correzione che non lascia 
traccia. Non avendo paura di sbagliare si può lasciare correre il pensiero e le dita con 
più libertà. Per alcune persone, la scioltezza consentita da computer è quasi un ritorno 
alla libertà compositiva della scrittura manuale. Alcune differenze ci sono, ma se non 
altro tutti i documenti sono comunque pensati, avendo ogni autore in mente, una loro 
discesa su carta. 
“È con la rete … che la parola sembra davvero conoscere un poderoso ritorno”
2
. 
La forma più diretta del ritorno della parola è quella delle chat room, in cui una o 
più persone, collegate contemporaneamente alla rete, si scambiano messaggi testuali. 
                                                                                                                                       
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 Carlini Franco Lo stile del web Parole e immagini nella comunicazione di rete Torino Giulio Einaudi 
editore 1999 
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 Carlini Franco Lo stile del web Parole e immagini nella comunicazione di rete Torino Giulio Einaudi 
editore 1999
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Sullo schermo compaiono  sia le proprie frasi che quelle scritte dall’altro, in tempo 
reale, con il ritmo e gli errori di battitura di ognuno. Un vero e proprio dialogo. 
La posta elettronica, invece, è differita. Il dialogo è un po’ più formalizzato per la 
presenza di un’intestazione dei messaggi, ma lo stile rimane comunque colloquiale. 
Questo mezzo ha però un altro vantaggio: al messaggio possono essere allegati altri 
file o immagini. 
In altra forma esistono i newsgroup, cioè liste di discussione dove i messaggi di 
ognuno sono visibili da tutti gli altri connessi in quel momento. 
Un discorso sull’identità meriterebbero i MUD. Questi sono giochi collettivi in 
rete, ma senza alcun ausilio grafico: i luoghi e i personaggi sono descritti a parole. I 
MUD sono il luogo tipico del cyberspazio dove, svincolati dalla fisicità, le persone 
possono dar vita a rapporti immaginati, giocando su identità multiple. 
In un paesaggio del genere, gli elementi della lettera scritta, vengono rimodellati, 
per una continua invenzione di neologismi e il tono sovente ironico per l’uso della 
lettera K. In questo scenario sono venuti a crearsi gli ormai notissimi emoticons. Gli 
emoticons sono segni grafici creati con caratteri della tastiera, sia del computer che del 
telefonino, utilizzati per esprimere stati d’animo, personaggi o concetti, troppo lunghi 
da descrivere a parole. Il termine deriva dalla fusione di due parole inglesi, quali 
emotion e icons. Sono delle vere e proprie faccine, riconoscibili sia in piano che 
inclinando la testa a sinistra: si potranno così riconoscere occhi naso e bocca. Questo 
nuovo modo di comunicare, supplisce alla carenza di informazioni non verbali. I 
messaggi di rete e successivamente quelli telefonici, nacquero in un ambiente con 
scarse risorse di memoria e di banda trasmissiva ed hanno perciò prodotto uno stile 
iper sintetico.
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Alcune emoticons in circolazione 
Stati d’animo 
 
^-^ sono felice    -_- faccina triste   ^O^ faccina urlante    (-.-) faccina dormiente   
(**) vedo le stelle   (^-^) faccina sorridente   O_O sotto shock   (*^_^*) arrossire   
*/* sono distrutto   :-D sono felice   :-) sto scherzando, sono felice   ;-< disperazione   
:-B sono un buffone   %-) euforia   :-S sono confuso   :^r bleah di profilo   I-o noia   
:-o sorpresa   :-( infelicità   :-))) sono felicissimo   :-> sarcasmo   :-I:-I deja’vu   O>-< 
uomo morto   @-‘-,-- ti dono una rosa   @_@ sono fuori 
 
Personaggi 
 
//o-o\\  John Lennon   +:-) il prete   :- Dracula   =:-( il punk   C=I:-) il cuoco   *:O) il 
clown   *<I:- Babbo Natale   0:-) il santo   O-) il ciclope   8- il morto   5:-) Elvis 
Presley   @:-) uomo con turbante   :-.) Merilyn Monroe   P-) il pirata   B-) Batman   
(-::-) gemelli   
:-)8 uomo con papillon   :-)8 donna con grosso seno   :-3) uomo con i baffi. 
 
B Struttura dell’ipertesto 
 
Quando parliamo di ipertesto si considera la sua derivazione etimologica. Il 
prefisso iper indica una dimensione multipla rispetto alla classica linearità, dove il 
percorso è unico dall’inizio alla fine. Nel caso dell’ipertesto, lo scritto può essere letto
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solo in relazione ad altri testi. Ma possiamo considerare degli ipertesti anche alcuni 
libri a stampa, come le enciclopedie e i dizionari, dove alcune parole di una voce 
rimandano ad altre voci. 
Il libro però, è per definizione chiuso e compatto. La rete invece è caotica. La 
struttura fisica del libro, durevole nel tempo, è particolarmente adatta a dare l’idea di 
stabilità. Invece gli ipertesti in rete sono naturalmente fluidi. Una pagina può venire 
modificata in modo anche sostanziale da un giorno all’altro senza che ne resti traccia. 
Nella scrittura elettronica la sensazione è quella di un continuo presente, al punto che, 
consapevolmente, molte pagine non riportano ne data ne luogo. 
Un inconveniente che può venire a crearsi nella scrittura di ipertesti è il rischio di 
costruire un testo rigonfio. Per il testo tradizionale ci sono dei limiti fisici esterni: tot 
righe e tot pagine. Con l’ipertesto tali vincoli si allentano. Così ecco che si rischia di 
dilungarsi troppo, con la scusa che sarà il lettore, dotato di nuove libertà, a mettere 
ordine e a costruire il suo testo. 
Il web originario, immaginato da Tim Barners Lee a Ginevra agli inizi degli anni 
novanta, aveva uno scopo molto pratico: tenere in contatto i ricercatori che operavano 
al grande centro di ricerca europeo. Ognuno degli appartenenti alla comunità, 
accedeva ai documenti di lavoro attraverso il sistema di rimandi degli ipertesti. Se 
questi erano i bisogni pratici, capiamo anche la relativa grezzezza delle prime pagine 
web e del linguaggio con cui erano scritte. In fondo un documento di lavoro 
scientifico non ha grandi esigenze: deve dare rilievo tipografico al titolo e ai singoli 
paragrafi, permettere l’uso di corsivi e grassetti, dare  la possibilità di andare a capo 
oltre che naturalmente costituire per certe parole, con la funzione di link, un legame 
ipertestuale. Infine doveva permettere di costruire le liste, precedute dal pallino nero,