- II - 
in moto un processo d’influenza sociale da coloro che lo 
subiscono. 
Viene infine posta l’attenzione sui diversi gradi d’intensità 
del fenomeno, che non colpisce tutti gli individui allo stesso 
modo. Dalle modalità attraverso cui tale processo può 
esprimersi, scaturiscono le tematiche affrontate in questo 
lavoro: l’influenza esercitata dalla maggioranza, ossia da gruppi 
d’individui che esprimono idee e atteggiamenti prevalenti nel 
contesto sociale; quella più particolare espressa da una fonte 
prestigiosa quale l’Autorità; quella, infine, manifestata dalle 
minoranze, che occupano posizioni di rottura nello stesso 
contesto, al fine di apportarvi cambiamenti sociali. 
Sul conformismo, descritto nella seconda sezione, si è 
voluto in primo luogo evidenziare l’origine del fenomeno, dando 
rilievo, in particolare, alla forza prorompente di una 
maggioranza in grado di legare, nel bene e nel male, gli individui 
in società. Dopo aver operato una necessaria distinzione tra i 
due concetti di conformità e conformismo, la presente ricerca ha 
focalizzato l’attenzione sulle prime ricerche in materia, a partire 
da Asch, che per primo ha sottoposto a sperimentazione un 
campione di soggetti, per spiegare i meccanismi alla base di 
atteggiamenti conformisti. Sono stati così studiati una serie di 
- III - 
fattori, individuali o di gruppo, che facilitano l’adesione 
spontanea o forzata ai modi di pensare e di agire dominanti. 
Ciò che invece spiega più particolarmente il perché del 
conformarsi, costituiscono i moventi e i bisogni sottostanti al 
processo d’influenza sociale. 
Una volta entrato in azione, il conformismo può esprimersi 
in diverse forme, e produrre conseguenze individuali e sociali di 
rilievo, spesso non positive. Anche ciò spiega la connotazione 
per lo più negativa ad esso attribuita. 
L’anticonformismo, con la spinta al recupero della propria 
autonomia, che si manifesta mediante la reattanza psicologica, e 
si traduce in un conformismo col segno cambiato, chiude questa 
seconda sezione, dedicata alla genesi e alla stabilità del 
consenso. 
La terza parte di questo lavoro è riservata allo studio di una 
fonte prestigiosa, l’Autorità, che, in forza del potere 
riconosciutole socialmente, può generare, quando è fuorviata, 
un conformismo gravido di conseguenze negative per l’intera 
collettività. 
I primi esperimenti di Milgram confermano in laboratorio 
l’influenza che questo tipo di fonte può esplicare sui singoli, 
- IV - 
mediante fattori che possono facilitarla o, quando si 
disobbedisce, anche ostacolarla. 
La spiegazione che Milgram dà del perché si obbedisce, 
insieme al riferimento di uno studio specifico sulla personalità 
autoritaria, chiude, infine, la trattazione qui dedicata 
all’Autorità. 
Nella quarta ed ultima sezione, come accennato, si parla di 
tutte quelle ipotesi in cui si manifesta una rottura del consenso. 
La presenza, in alcuni casi efficace, di un sostegno sociale al 
singolo viene confrontata e tenuta distinta dalla semplice 
frattura in seno alla maggioranza, originata da una sua 
incoerenza. 
Alcune considerazioni vertono sulla necessità di stabilire se 
l’indipendenza che il singolo riconquista con l’aiuto di un 
sostegno sia temporanea o permanente; altre, invece, pongono 
l’accento sull’esigenza di un sostegno pubblico o privato; altre 
ancora focalizzano l’attenzione sull’importanza o meno di un 
sostegno in situazioni di diversa appartenenza razziale. 
I primi studi sul sostegno si chiudono sottolineando i 
motivi per cui esso provoca, in alcuni casi, una diminuzione 
della conformità, in altri, invece, una nuova forma di 
conformismo. 
- V - 
La rottura del consenso viene infine spiegata con lo studio 
recente di un fenomeno più vasto, quello dell’innovazione 
prodotta da una minoranza attiva, con tratti caratteristici ben 
definiti e da uno stile comportamentale “consistente”,  che,  pur 
priva di potere formale, è in grado di esercitare un’influenza 
efficace nei confronti della maggioranza. 
Un’analisi approfondita sulle condizioni base che 
determinano questo tipo d’influenza mette in risalto, oltre allo 
stile comportamentale, uno stile di negoziazione flessibile, che 
rende le minoranze maggiormente persuasive nel dialogo con i 
gruppi sociali. Anche in questo caso, possono subentrare una 
serie di fattori che facilitano o frenano l’influenza minoritaria. 
Quando una minoranza entra decisamente in azione, può 
esplicare effetti ben precisi, confrontabili, per intensità, a quelli 
prodotti dalla maggioranza. Come sostenuto nell’ultimo capitolo 
di questa ricerca, tali effetti hanno possibilità notevolmente 
superiori di manifestarsi se le minoranze si esprimono in linea 
con l’evoluzione di un contesto normativo, che manifesta lo 
spirito del tempo. 
 1  
 L’influenza sociale 
 
 
 
 
 
 
1.  L’influenza: una premessa terminologica 
 
e si scorre con attenzione un buon dizionario di 
lingua italiana, non si potrà non scorgere come il 
termine “influenza” si presti a molteplici significati; tra 
questi è possibile soffermarsi, in particolare, su uno di uso 
comune: influenza intesa come “azione esercitata da 
qualche cosa su luoghi, fenomeni o persone…”. 
 Un’altra definizione un po’ più analitica indica 
l’influenza come “Autorità, ascendente, peso o (persino) 
prestigio”: si dice, per esempio, di chi ha molta influenza su 
qualcuno. 
 Ma un’accezione utile, anche se ancora generica, ai fini 
della nostra ricerca la si può già riscontrare nel termine 
“influenzare”. Esso viene inteso come “determinare, 
modificare qualche cosa esercitando la propria influenza”; 
S 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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per esempio, influenzare le idee, le decisioni, la scelta di 
qualcuno…. 
Una parola oggi considerata sinonimo di influenzare, 
nella nostra lingua, è “influire”, in quanto essa rivela, 
insieme alla prima, una comune matrice “influere” nel 
latino, che significa «fluire, scorrere dentro». Sostantivando 
poi tale verbo, si ottiene “influsso”, parola poco utilizzata, a 
differenza di “influenza”, nel campo della psicologia sociale, 
in quanto evoca un effetto di carattere arcano e 
incontrollabile (il richiamo più frequente di tale termine è 
riferito agli astri, al loro supposto potere di operare sul 
destino degli uomini) [Mucchi Faina 1996, p.14]. 
Ciò lascerebbe intendere, in tal caso, che l’influenza 
agisca nella vita di tutti i giorni in modo inconsapevole, 
sganciata da qualunque base razionale, fuori, in ultima 
analisi, da ogni controllo umano. 
A chiusura di tale quadro terminologico ricordiamo 
anche il termine “influenzabile”, spesso letto come 
sinonimo di “suggestionabile” e, per tale via, rimanda a 
quanto detto in precedenza. 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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Ma è sempre vero che l’influenza agisce in modo 
nascosto, colpendo persone inconsapevoli? 
Oggigiorno, gli psicologi sociali, quando parlano di 
influenza, e precisamente di influenza “sociale”, tendono a 
distinguerla dall’influsso e, soprattutto, dalla suggestione, 
significati che caratterizzarono i primi studi in campo 
sociale. Sempre oggi, si usa sottolineare come gran parte 
dei processi d’influenza sociale non si basano 
prevalentemente su irrazionali risposte individuali, ma su 
giudizi e ragionamenti. A partire da S. Asch, un noto 
studioso di psicologia sociale, la stessa suggestione viene 
relegata in secondo piano, in quanto portatrice, in campo 
sociale, di effetti limitati e non generalizzabili [Asch 1948, 
in Mucchi Faina op. cit., p.14] 
Ma esiste allora una definizione precisa, oggi, 
dell’influenza sociale, alla luce di tali considerazioni? 
 
2.  L’influenza sociale: un’analisi di partenza 
 
Oggi, più che di influenza sociale, si preferisce parlare 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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di “influenze sociali” o di processi di influenza sociale, in 
quanto, con il progredire delle ricerche in ambito 
psicologico, risulta chiaro come tale fenomeno assuma 
forme ed effetti sempre più diversificati: di qui 
l’impossibilità di poter rispondere al quesito precedente, se 
esiste cioè una definizione precisa di tale processo. 
Ad ogni modo, poiché il tema dell’influenza sociale 
costituisce il fulcro degli studi di psicologia sociale, può 
risultare comunque utile quanto ci propone Angelica 
Mucchi Faina sulla descrizione del termine: lo studio 
dell’influenza sociale approfondirebbe «le modalità con cui i 
processi mentali, le emozioni e i comportamenti degli 
individui  (o dei gruppi) sono modificati dalla presenza 
(effettiva o simbolica) di altri individui (o gruppi)» 
[Mucchi Faina op. cit., p.11]. In questo modo si compie un 
altro passo verso la comprensione del fenomeno. 
Ma ci sono ancora alcune considerazioni da fare. Se in 
genere il processo d’influenza sociale comporta che il 
destinatario (o “bersaglio”, come viene chiamato in gergo) 
faccia proprio il comportamento, le idee e i sentimenti di 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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un altro (chiamato “fonte o agente di influenza”), 
modificando il proprio comportamento, le proprie idee e i 
propri sentimenti, in certi casi può verificarsi che tale 
processo non produca il suo esito, anzi produca un effetto 
boomerang, ossia un effetto di segno opposto, con il quale il 
soggetto reagisce  alla situazione invocando un margine di 
libertà, di autonomia (tale fenomeno è spesso posto a base 
dell’anticonformismo e prende il nome di “reattanza”) 
[Mucchi Faina op. cit., p.134]. 
L’influenza sociale inoltre non conduce necessa-
riamente al cambiamento del proprio modo di essere. 
Talvolta, infatti, finisce per frenare quelle persone che 
desiderano cambiare, e ciò rappresenta l’altra faccia della 
stessa medaglia. Basti pensare a quella situazione in cui, 
all’interno di una comitiva di amici, un individuo si è 
sempre trovato in sintonia con le opinioni degli altri, ma 
adesso che ha cambiato idee non trova più il coraggio di 
esprimere se stesso, per il timore di essere giudicato 
negativamente o, peggio ancora, tagliato fuori dalle 
relazioni con gli altri membri del gruppo. 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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Ciò può dar luogo a processi conformistici, che 
analizzeremo approfonditamente più avanti. 
 
3.  Confronto tra l’influenza sociale e altri processi 
 
Un ulteriore approfondimento che ci può meglio 
chiarire cos’è l’influenza sociale è quello consistente nel 
distinguere tale processo da altri che, solo apparentemente, 
s’identificano con essa, ma che, nella realtà, possono 
generare o essere generati dall’influenza. 
Per esempio, si può dire che “influenzare” non 
significa necessariamente “persuadere”. La persuasione 
“costituisce solo uno dei possibili tipi di influenza sociale” 
[Mucchi Faina op. cit., p.16]. La fonte, infatti, può pro-
durre un’influenza sul bersaglio senza che questo sia 
necessariamente costretto ad aderire alla posizione della 
prima. Nella persuasione, invece, lo scopo primario è quello 
di convincere, costringere (sia pure in maniera soft): 
insomma persuadere ad una determinata posizione il 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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bersaglio. Questa forma speciale di influenza si riscontra, 
per esempio, nel campo della pubblicità. 
La persuasione, inoltre, si basa su argomentazioni e su 
messaggi; mentre l’influenza sociale può generare da un 
semplice comportamento posto in essere da un soggetto. 
L’influenza poi non comporta sempre il cambiamento 
di atteggiamento: questo è solo uno dei possibili esiti di un 
processo d’influenza sociale. Va inoltre aggiunto che lo 
stesso cambiamento di atteggiamento può risultare non da 
un processo d’influenza specifico ma dall’attivazione  di un 
ragionamento posto in essere dallo stesso soggetto [Mucchi 
Faina op. cit., p.16]: questi, ad esempio, per ridurre la forte 
incoerenza tra il suo modo di pensare e quello di agire, opta 
per un cambiamento di atteggiamento, frutto appunto di un 
atto di ragionamento suo proprio. In tal modo il soggetto 
riduce il suo stato di tensione originato dalla “dissonanza 
cognitiva” [Festinguer 1957, in Mucchi Faina op. cit., 
p.16]. 
Alcune ricerche in tale ambito hanno inoltre 
evidenziato come il cambiamento di atteggiamento possa 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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derivare anche da un processo abitudinario [Harrison 
1977, in Mucchi Faina op. cit., p.17]: in sintesi, è possibile 
che una persona, di fronte alla semplice esposizione ad uno 
“stimolo” possa reagire appunto mutando le sue idee in 
merito; questo perché lo stimolo, nel corso del tempo, 
acquista “familiarità “. 
Per comprendere ciò può essere citato l’esempio di uno 
studioso, Harrison, sulla “Torre Eiffel”: quest’ultima ha 
dovuto “faticare” per essere accolta positivamente, dal 1889 
ad oggi, dalla popolazione francese, la quale la considerò 
inizialmente uno sfregio all’urbanistica di Parigi. Oggi la 
Torre Eiffel è divenuto uno dei simboli più famosi della 
capitale francese, amata sia dai metropoliti sia dai tanti 
turisti che affollano la capitale. L’esempio vuole mostrare 
come lo stimolo “Torre Eiffel” sia divenuto, in tal caso, 
familiare nel tempo, avendo abituato tutti alla sua 
presenza. 
Un’ultima considerazione sul cambiamento di 
atteggiamento c’induce a sottolineare come alla sua base ci 
sia un piano di studi incentrato sull’analisi dei processi 
L’influenza sociale: Conformismo, Autorità e Rottura del Consenso      
 
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psicologici individuali, come sostengono Eagly e Chaiken, 
mentre lo studio sull’influenza sociale ruota intorno 
all’analisi del contesto sociale, delle relazioni che 
intercorrono tra la fonte e il bersaglio [Eagly e Chaiken 
1993, in Mucchi Faina op. cit., p.17]. 
Altra apparente identificazione, infine, è quella tra 
influenza e potere. Si dice spesso, al riguardo, che chi 
influenza lo fa perché detiene un potere; ciò è vero, ma solo 
in parte. Innanzi tutto perché, sul piano concettuale, 
l’influenza  è un processo mentre il potere è una relazione 
che s’instaura tra due soggetti: l’uno “comanda”, l’altro 
“obbedisce”. Numerosi studi recenti, inoltre, a partire da 
quelli focalizzati sullo studio delle “minoranze attive” 
contro la “maggioranza conformista” [Faucheux e 
Moscovici 1967, in Mucchi Faina op. cit., p.18], hanno 
dimostrato come l’influenza possa essere esercitata anche 
da chi non ha potere all’interno della struttura sociale. Più 
in particolare, anche un subordinato può produrre 
un’influenza sul leader quando, per esempio, riesce ad 
ingraziarselo [Jones 1964, in Mucchi Faina op. cit., p.18].