4
Si è dunque scelto di trattare di questa rivista in quanto diretta da 
uno dei maggiori esponenti dell'epoca. 
Charles Dickens rivestì infatti un ruolo di primo piano sia nel 
campo letterario e giornalistico che in quello sociale e di costume 
all'interno dell'età vittoriana e pur non essendo questa una tesi su 
Dickens sarà inevitabile la discussione di alcuni aspetti della sua 
vita e della sua carriera.  
L'esistenza stessa di Household Words era infatti strettamente 
coimessa a quella del suo direttore e alle sue vicende personali, 
come verrà approfondito nel corso della tesi. 
Prima di trattare della rivista verrà presentata una panoramica 
storica del mercato editoriale inglese nell'età vittoriana, 
soprattutto delle riviste, tra il 1800 e i1 1850, e del pubblico dei 
lettori, oltre che un riassunto delle diverse tipologie di riviste e 
della loro evoluzione nel corso del secolo, dedicando maggiore 
attenzione al magazine, tipologia nella quale viene inserita 
Household Words.  
Per quanto generale tale esposizione mira in effetti a consentire 
una più precisa collocazione della rivista nel quadro dell'epoca. 
Dopo questa breve introduzione storica si procederà alla 
presentazione di Household Words, descrivendo le fasi della sua 
esistenza, considerando i motivi che spinsero Dickens a creare 
questo tipo di rivista e i principi che lo guidarono nella sua 
attività di direttore. 
Verranno inoltre descritte le caratteristiche formali e le 
caratteristiche dei collaboratori di questa rivista miscellanea della 
 5
cui redazione fecero parte anche numerosi scrittori e giornalisti di 
successo. 
Infine si analizzeranno i contenuti e le tematiche disc1,lsse dalla 
rivista proponendo degli esempi tratti da Household Words. 
Per fare ciò verrà effettuato uno studio su un campione 
significativo della rivista paragonandolo con gli indici generali 
della rivista stessa. Gli indici relativi alla porzione della rivista 
utilizzata nell'indagine, comprendente le annate dal numero 27 
del 28 settembre 1850 al numero 103 del 13 marzo 1852, 
verranno forniti in appendice, così come la premessa che Dickens 
rivolse ai lettori sul numero inaugurale di Household Words per 
presentare loro la nuova miscellanea. 
 6
1. INTRODUZIONE STORICA 
 
 
La diffusione dell’istruzione elementare in Inghilterra nel 
corso del XIX secolo diede vita ad un ampio pubblico potenziale 
di lettori, che aveva causato un incremento senza precedenti nella 
produzione di libri e, soprattutto, di riviste. Il diciannovesimo 
secolo, infatti, è considerato l’età d’oro della letteratura periodica 
in Inghilterra
2
. In questo capitolo verrà descritto questo 
fenomeno attraverso un tentativo di classificazione dei tipi di 
pubblicazioni periodiche dell’epoca vittoriana e un sintetico 
panorama delle fasi dell’evoluzione del mercato editoriale nel 
corso del secolo. 
Inoltre verrà trattata brevemente l’influenza dello sviluppo 
della stampa periodica sul miglioramento della posizione degli 
uomini di lettere nella società inglese, poiché la storia della 
stampa periodica in Inghilterra è anche la storia dell’autore 
inglese e della sua affermazione dopo una lunga lotta per ottenere 
riconoscimento e remunerazione.  
Al fine di poter meglio comprendere questi fenomeni è però 
necessario analizzare il contesto sociologico in cui essi si 
manifestarono: i mutamenti che la rivoluzione industriale aveva 
prodotto dal punto di vista economico e delle forze sociali. 
                                                 
2
 Cfr. Cox, Reginald Gordon, “The Reviews and Magazines”, in From Dickens to Hardy, 
The New Pelican Guide to English Literature, vol. 6, a cura di  Boris Ford, Penguin, 
Harmondsworth, (1982), p.182. 
 7
1.1 Il pubblico dei lettori e le origini dell’editoria di fascia 
economica 
 
 
Richard Daniel Altick sostiene che la storia della lettura di 
massa nell’Inghilterra dell’Ottocento è in pratica la storia della 
democrazia inglese, in quanto fu la diffusione della lettura che 
contribuì a spostare l’equilibrio del potere da una ristretta 
oligarchia ad un elettorato popolare
3
.  
Caratteristica di quest'epoca è infatti la diffusione 
dell’interesse per la lettura tra gli strati più bassi della 
popolazione, che secondo Altick avrebbero dimostrato una 
preferenza per la lettura di riviste. 
Questa predilezione per le riviste è dovuta alle caratteristiche 
che rendono la lettura dei periodici e dei giornali d’informazione 
diversa da quella dei libri
4
 e, dunque, più adatta alle esigenze di 
un pubblico di massa rispetto a tutti gli altri generi di 
pubblicazioni.  
In primo luogo i periodici sono meno costosi dei libri in 
quanto possono essere prodotti a costi inferiori; poi interessano a 
tutte quelle persone che non leggono i libri perché considerano 
                                                 
3
 Cfr. Altick, Richard Daniel, The English Common Reader, A Social History of the Mass 
Reading Public, 1800-1900, Ohio State University Press, Columbus, 1998, (1
a
 ed. Chicago, 
1957), pp. 3-4. 
4
 A tale proposito Cfr. James, Louis, “The trouble with Betsy: periodicals and the common 
reader in mid-nineteenth-century England”, in  The Victorian Periodicals Press: Samplings 
and Soundings,  a cura di  Joanne Shattock e Michael Wolff, Leicester University Press, 
Leicester, 1982, pp. 351-352. 
 8
tale attività al di sopra delle proprie capacità
5
. Si possono leggere 
da cima a fondo in un’ora o due, o sfogliare per qualche minuto 
riprendendoli più volte poiché si ispirano al principio della 
varietà e non richiedono un’attenzione prolungata; infine 
soddisfano una delle esigenze più forti che spingono alla lettura 
in genere: quella di tenersi al corrente. Non deve dunque stupire 
se tra il 1800 e il 1900 l’incremento della produzione dei 
periodici fu ancora più grande di quello dei libri. Le cause che 
provocarono l’ampliamento del pubblico furono molteplici. Da 
un lato vi era la classe media sorta in seguito alla rivoluzione 
industriale e desiderosa di acquisire l’istruzione che le mancava; 
dall’altro una serie di problemi (i dazi sul grano, la guerra in 
Crimea, il cartismo e le leggi sulle fabbriche, per citarne alcuni) 
che suscitavano ampi dibattiti. La crescente diffusione del 
desiderio di leggere anche tra la popolazione inglese 
appartenente ai ceti umili rese necessaria una serie di adattamenti 
del mercato per far fronte alle esigenze di coloro che 
disponevano di pochi mezzi. 
L’editoria di fascia economica nacque attraverso una serie di 
passaggi che riguardarono dapprima il mercato librario e 
successivamente quello delle riviste. Le innovazioni tecnologiche 
                                                 
5
 In realtà l’istruzione della maggior parte di questo nuovo pubblico di lettori si fermava 
intorno ai dodici - quattordici anni, a volte anche prima. Inoltre, va ricordato che le 
condizioni di vita del tempo non incoraggiavano la pratica della lettura tra gli operai: le 
lunghe giornate di duro  lavoro, le abitazioni affollate, la mancanza di luce e i disturbi alla 
vista a cui essi andavano soggetti a causa di carenze alimentari o di sforzi eccessivi sul 
lavoro rendevano difficile tale pratica anche tra chi sapeva leggere. Cfr. Altick, Richard 
Daniel, “Lettori e letture” in  Il Vittorianesimo, a cura di Franco Marucci, Società editrice il 
Mulino, Bologna, 1991, p. 270; e The English Common Reader, op. cit., p. 318. 
 9
e l’attività di alcuni editori ne agevolarono in seguito 
l’affermazione tra il pubblico. 
Il primo grande periodo di diffusione delle pubblicazioni 
economiche in Inghilterra risale agli anni tra il 1827 e il 1832. 
Dapprima si trattò di libri economici: Archibald Constable
6
 creò 
una collana chiamata la Constable’s Miscellany
7
, Henry 
Brougham costituì la “Society for the Diffusion of Useful 
Knowledge”, allo scopo di soddisfare le esigenze dei lavoratori 
qualificati e delle loro famiglie e iniziò a pubblicare la Library of 
Useful Knowledge e la Library of Entertaining Knowledge
8
. A 
queste iniziative fecero seguito la Family Library di Murray, e le 
opere di Scott a prezzi ridotti pubblicate da Thomas Cadell. Dal 
punto di vista editoriale negli anni Trenta e Quaranta fu rilevante 
il fatto che dopo il successo dei Pickwick Papers (1836-37) di 
Charles Dickens
9
 la pubblicazione a dispense di romanzi nuovi 
ebbe una fortuna notevole che mantenne fino agli anni Settanta, 
allorché fu superata nelle vendite dalla concorrenza dei romanzi a 
puntate pubblicati sulle riviste e dalle ristampe economiche in 
volume unico. Dickens, Thackeray, Harrison Ainsworth, Charles 
Lever ed Anthony Trollope pubblicarono molti dei loro romanzi 
a dispense, e a volte contemporaneamente a puntate sulle riviste. 
                                                 
6
 Constable a quei tempi era uno dei più importanti editori e fu il primo a pensare di 
sfruttare il pubblico di massa che stava crescendo. 
7
 Il merito principale di questa collana risiede nel fatto che essa costituisce il primo 
tentativo di far scendere i prezzi della saggistica rispetto ai livelli raggiunti in quei decenni. 
8
 Erano due collane di dispense quindicinali. In particolare la Library of Useful Knowledge 
trattava anche di argomenti scientifici. 
9
 Pubblicato a dispense da Chapman e Hall. 
 10
Poi nacquero finalmente i primi periodici economici 
“morali
10
” per le famiglie: Chambers’s Edinburgh Journal 
(febbraio 1832) e Penny Magazine, di Charles Knight, il 31 
marzo dello stesso anno. Questi  due periodici perseguivano gli 
stessi scopi: far sì che tutti trovassero qualcosa di utile ed 
interessante offrendo un vasto programma di istruzione. Si 
distinguevano dai più effimeri periodici per famiglie che li 
avevano preceduti perché commissionavano gli articoli principali 
a scrittori di professione. Ambedue ottennero un notevole 
successo iniziale  perché il pubblico di massa sentiva il bisogno 
di materiale da leggere che avesse quella qualità e quantità che 
gli venivano offerte a un penny o a un penny e mezzo. Lo stesso 
Chambers fu però costretto ad ammettere che il suo giornale non 
raggiungeva gli strati più bassi della popolazione. Infatti, nel 
1851, di fronte ad una commissione parlamentare che indagava 
sulle letture delle masse, un testimone affermò che nessun 
lavoratore il cui reddito fosse inferiore ai sedici scellini a 
settimana aveva mai letto né il Chambers né il Penny Magazine.  
Tuttavia queste due riviste costituirono una tappa 
fondamentale dell’evoluzione della stampa popolare: elevarono il 
gusto e ampliarono gli interessi culturali dei loro lettori, e furono 
forse la fonte più importante di quel po’ di infarinatura culturale 
che bottegai ed artigiani qualificati possedevano all’inizio 
                                                 
10
 Contenenti dunque materiale istruttivo, di stampo non radicale e di carattere non 
sensazionalistico. 
 11
dell’età  vittoriana
11
. Il loro successo provocò un boom senza 
precedenti nel settore della stampa di fascia economica, poiché 
riscattarono parzialmente e temporaneamente i periodici a buon 
mercato, che erano sempre stati associati all’agitazione politica e 
al sensazionalismo volgare, aprendo la strada dopo il 1832 ad 
ulteriori tentativi di produrre riviste rispettabili per il nuovo 
pubblico. 
Dopo il 1832 questa situazione suggerì alcune idee che 
avrebbero rivoluzionato l’editoria inglese nel lungo periodo. 
L’espansione del mercato rese necessaria l’applicazione delle 
tecniche di produzione di massa, che provocarono la diminuzione 
dei costi e quindi del prezzo dei libri. Quest’ultimo avvenimento 
aveva a sua volta ampliato il mercato e dato impulso alla ricerca 
di metodi per perfezionare la produzione.  Negli anni Trenta e 
Quaranta l’impiego delle macchine a vapore rimpiazzò le 
operazioni manuali in tutta l’industria editoriale. Tra coloro che 
fecero esperimenti editoriali di tipo economico un grande 
pioniere della produzione di massa di libri e periodici fu William 
Clowes, stampatore della “Society for the Diffusion of Useful 
Knowledge
12
”. 
Nel periodo 1830-50 un importante editore di letteratura 
“istruttiva” fu Charles Knight, considerato meritatamente il 
simbolo stesso del movimento per i libri economici. Egli infatti 
                                                 
11
Cfr. Altick, Richard Daniel, The English Common Reader, op. cit., pp. 332-337. La storia 
completa del Penny Magazine è contenuta nell’autobiografia di  Knight, Charles: Passages 
of a Working Life, vol. II. 
12
 Cfr. Altick, Richard Daniel, The English Common Reader, op. cit., p.305. 
 12
studiò la questione del pubblico dei lettori di massa e si sacrificò 
per la causa dei libri economici, come si vedrà più avanti. 
Knight, uomo moderato e tollerante, si proponeva come scopo di 
fornire al popolo materiale più decoroso delle letture correnti a 
sua disposizione. Tra i suoi contributi più importanti, oltre al 
Penny Magazine, va ricordata la Penny Cyclopaedia, pubblicata 
in fascicoli settimanali a partire dal 1833. Si trattava di una 
raccolta di articoli originali commissionati appositamente ad 
esperti, dal linguaggio più chiaro possibile e dai contenuti seri, in 
cui ampio spazio era dedicato alle belle arti e alla letteratura, le 
cui voci erano redatte da scrittori quali Craik,  Lewes e  Planchè 
e per la cui pubblicazione Knight stesso si era fatto carico 
dell’intero onere finanziario
13
. Le perdite che subiva per le 
pubblicazioni della Society erano compensate grazie al successo 
dei libri che produceva indipendentemente da essa, e grazie ai 
profitti di questo settore della sua attività, che gli permetteva di 
mantenersi solvente, poté continuare a fare esperimenti di 
editoria per le masse.  
In seguito all’avvento di Knight, e inoltre di Cadell, Bentley 
ed altri innovatori che resero più accessibile il prezzo delle 
riviste, la categoria dei lettori che disponevano di pochi mezzi 
crebbe al punto che gli editori furono obbligati a tenerne conto. 
                                                 
13
 Il caso della Penny Cyclopaedia fu la principale prova prodotta nelle ultime fasi della 
campagna per l’abolizione totale dell’imposta sulla carta, che era da molti considerata un 
ostacolo alla pubblicazione di letteratura a prezzi veramente economici. Quando i fratelli 
Chambers fecero cessare una delle loro miscellanee spiegarono che essa era stata soffocata 
a morte dalla tassa sulla carta. Cfr. Altick, Richard Daniel, The English Common Reader, 
op. cit. , pp. 305-306. 
 13
Un breve riassunto della situazione del mercato all’inizio del 
secolo, osservando l’evoluzione e i dati delle tirature, si rende 
necessaria al fine di delineare i primi sviluppi di quel processo 
che portò  alla nascita della stampa di fascia economica. 
All’inizio dell’Ottocento le riviste più economiche, e di 
conseguenza che godevano del pubblico più numeroso, erano i 
periodici delle chiese, finanziati dalle varie sette religiose: 
Evangelical, Gospel e General Baptist, vantavano, difatti, una 
tiratura di circa 18.000 copie. Essi erano, in particolare, i 
periodici preferiti dai lettori appartenenti alla classe operaia e 
secondo Perkin  sono i veri progenitori della stampa popolare
14
. 
Si attestavano al secondo posto con una tiratura tra le 12-
13.000 copie le nuove riviste trimestrali di critica:  Quarterly 
Review ed Edimburgh Review, infine i periodici più vecchi e le  
riviste di stile nuovo, come Blackwood’s Magazine e Fraser’s 
Magazine che vendevano tra le 3.000 e le 8.000 copie
15
. 
 All'inizio del secolo, le riviste di critica più importanti, il 
Critical e il Monthly, venivano vendute al prezzo di due scellini; 
le riviste d’attualità generale, come Gentleman’s, Monthly, 
Universal ed European, costavano uno scellino e sei pence, 
mentre le riviste specializzate, Lady’s, Commercial, Sporting e 
                                                 
14
 Venivano infatti pubblicati una volta alla settimana, nel giorno in cui era più probabile 
che il lavoratore avesse a disposizione sia del tempo libero che del denaro da spendere. Cfr. 
Perkin, Harold  James, “The Origins of the Popular Press”, History Today, 7, (1957), p. 
431. 
15
 La classificazione delle diverse tipologie di periodici vittoriani verrà riassunta più avanti. 
Cfr. pp.28-47. 
 14
Zoological costavano uno scellino e le già citate riviste delle 
chiese venivano vendute al prezzo di sei pence
16
.  
Nei decenni successivi l’aumento generale dei prezzi colpì 
anche i periodici, cosicché alcune delle riviste più diffuse erano 
fuori dalla portata della maggior parte dei lettori. Ormai ad 
eccezione dei mensili religiosi, solo giornali miscellanei di scarsa 
qualità prodotti da piccoli librai potevano dirsi a buon prezzo. 
Questi giornali economici di breve durata erano composti 
soprattutto di estratti scollegati e non autorizzati di libri, di ritagli 
di letteratura di ogni genere, di vecchi racconti e di facezie di uso 
comune. I loro stessi nomi in buona parte dei casi sono noti solo 
agli specialisti e ne rimangono poche collezioni. Tipico esempio 
di questo genere di giornale fu il Cheap Magazine di George 
Miller. La sola iniziativa che durò più di qualche stagione fu il 
Mirror of Literature, Amusement and Instruction, di Limbird, che 
venne definito, dopo la sua morte, “il padre della letteratura 
periodica inglese
17
”. 
 Il giornalismo radicale, con la pace del 1815, si rianimò 
sotto la guida di William Cobbett e del suo Political Register
18
. 
Questi si impadronì rapidamente della tecnica di scrittura adatta 
                                                 
16
 Altick, Richard, Daniel, The English Common Reader, op. cit., pp. 318-319. 
17
 John Limbird era un cartolaio dello Strand, oltre che del Mirror fu editore anche di 
romanzi brevi che vendeva a soli sei pence in un periodo in cui i prezzi dei libri erano ai 
massimi livelli storici. Per questo fu ostacolato dalle case editrici maggiori in tutte le sue 
iniziative nel campo dell’editoria economica e boicottato nelle zone rurali da quasi tutti i 
rivenditori di libri, finché fu costretto a vendere la sua merce attraverso tutti gli sbocchi che 
riusciva a trovare (a Manchester ad esempio, l’unico che trattava i suoi libri era uno 
stagnaio ambulante). 
18
 Questo giornale settimanale venduto a uno scellino e mezzo sorto nel 1802 con 
orientamento Tory era ora invece dalla parte delle classi lavoratrici. 
 15
alla classe lavoratrice, creando un modello di giornalismo 
popolare
19
.  
Il suo Political Register veniva venduto a due pence ed 
ottenne un successo eccezionale, superando nelle vendite tutti gli 
altri giornali dell'epoca e raggiungendo la tiratura record di 
50.000 copie. Non gradito al governo, nel 1817 Cobbett fu 
minacciato d'arresto e quindi fuggì in America, ma la sua eredità 
fu raccolta e nei due anni successivi nacquero circa una ventina 
di giornali radicali
20
. 
Nel 1829 la diffusione dei giornali d’informazione aveva 
raggiunto un livello senza precedenti: i sette quotidiani del 
mattino londinesi, nel loro insieme, avevano una tiratura di 
28.000 copie, quelli della sera di 11.000 copie e i giornali della 
domenica vendevano 110.000 copie alla settimana. Questi ultimi 
divennero portavoce dell’opinione radicale. Essi oltre alle notizie 
e ai commenti politici offrivano in dosi generose gli scandali e i 
crimini della settimana, con tutti i particolari più eccitanti o 
macabri, ed alcuni riservavano anche uno spazio considerevole 
alle notizie sportive. 
                                                 
19
 Commentava infatti argomenti d’attualità suggerendo rimedi alla condizione disperata in 
cui versavano gli operai inglesi. 
20
 Tra essi i più noti erano Black Dwarf di Wooler e Register di William Hone. 
 16
1.2 Le lotte per l’abolizione delle “imposte sul sapere” e 
loro conseguenze 
 
 
Il fermento politico e sociale del periodo tra Waterloo e la 
prima Reform Bill (1832) provocò un ampliamento del pubblico 
dei lettori di periodici, fatto che mise in allarme la classe politica 
che, temendo che tutti leggessero giornali radicali, premeva per 
l’approvazione del Newspaper Stamp Act nel 1819. Questi timori 
erano ovviamente esagerati, in quanto, sebbene fosse in uso la 
pratica di leggere i giornali ad alta voce per un gruppo di 
ascoltatori
21
, il che comportava che molte più persone entrassero 
in contatto anche in modo indiretto con la parola stampata, la 
percentuale della popolazione che li leggeva era piuttosto ridotta. 
Quegli operai che sotto l’influenza del giornalismo aggressivo di 
Cobbett, Wooler, Hone e Carlile erano entrati a far parte del 
pubblico dei lettori smisero di leggere quando lo Stamp Act 
limitò la diffusione di quei giornali. Esso era in origine una forma 
di censura governativa contro la stampa radicale ma ostacolò 
gravemente la stampa economica in generale. Lo Stamp Act del 
1819
22
 permise la ristampa in dispense economiche di ogni 
genere di libri, compresi i “classici della letteratura”, ma andò 
                                                 
21
 I giornali d’informazione venivano infatti letti ad alta voce nelle birrerie e nei luoghi di 
ritrovo. 
22
 Questa legge definì come giornale d’informazione, dunque soggetto all’imposta, 
qualsiasi periodico contenente notizie o commenti su notizie pubblicato con una frequenza 
inferiore ai ventisei giorni, stampato su due fogli o meno, e venduto a meno di sei pence, 
escluse le tasse. Il parlamento esentò però dal pagamento dell’imposta tutte le pubblicazioni 
a dispense di opere che in origine erano state pubblicate come libri. 
 17
soprattutto a beneficio del settore dei romanzi gotici, poiché i 
proprietari di queste pubblicazioni a dispense lanciarono giornali 
economici con storie sensazionalistiche a puntate
23
. La diffusione 
di questi giornali economici era però limitata a Londra e alle città 
di provincia in quanto solo i giornali col bollo potevano essere 
distribuiti per mezzo della posta. Dove quei periodici non 
arrivavano, tuttavia, giungevano i giornali d’informazione e, in 
misura maggiore, la stampa radicale. 
Conservatori e liberali più moderati consideravano questa 
impressionante forza nuova comparsa nella società inglese un 
pericolo per la pace nazionale, potendo essere manipolata da 
qualsiasi demagogo. La reazione del governo fu guidata dalla 
convinzione che la diffusione dell’interesse per la lettura in 
nuove fasce della popolazione costituisse un pericolo per le 
istituzioni inglesi, ma solo perché i lettori avevano subito 
l'influenza delle persone sbagliate, e seguì due direttive 
principali. In primo luogo, creare le condizioni necessarie 
all’esistenza di giornali d’informazione economici rispettabili; 
successivamente far sì che potessero nascere dei periodici 
economici per le famiglie.  
 
 
 
                                                 
23
Considerando che la capacità di concentrazione  del lettore-lavoratore era breve, questi 
aveva bisogno di una dose generosa di emozioni, brevi e concentrate, su cui far procedere 
frasi e paragrafi. Cfr. Altick, Richard Daniel, “Lettori e letture” in Il Vittorianesimo, op. 
cit., p. 271.