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L’estetica del frammento nell'arte matura


L’aspetto più evidente dell’estetica del frammento è quella di devolvere da una situazione dell’arte matura, circoscrivendo un perimetro dell’alterità che ha il suo epicentro nell’ipotesi dell’infanzia dell’arte odierna. Nasce così la categoria della giovane arte, propria della più recente attualità. Un’arte interstiziale non può che darsi un’immagine di marginalità di approssimazione, di non finito, in un termine esplicito di frammentarietà. L’estetica del frammento insomma, oltre a definire uno stilema epocale offre la possibile continuità con la perdurante condizione di senso complesso attribuibile all’arte attraverso un suo ambito strutturale – luogo espositivo/oggetto/critica dell’oggetto – piuttosto che non nella sua evidente definitiva oggettivamente. La fotografia è in larga misura la radice essenziale dell’ottica del frammento: essa attraverso la sua immanenza significate si trasforma nel più valido strumento d’analisi di significato e di senso reale e allo stesso tempo permette l’ascesi verso l’oggetto che è alla base dell’estetica del frammento ed origine di quell’azione radicale che vuole mediare, attraverso l’agire artistico, le relazioni umane come fossero proprio materiale d’arte. Le forme identificate dal modernismo, dal segno geometrico e razionale, riassumano una storia e un passato attraverso l’azione curatoriale attuata per modelli ed architetture specificatamente funzionali alle relazioni umane. Nella Parigi degli anni ’90 Nicolas Bourriaud pubblica la rivista Documents, con la collaborazione dei maggiori critici del tempo (es. Obrist), ch pone nel primo numero una spiazzante qunato banale domanda: what is art? la semplicità di questa domanda, quanto mai interessante dà avvio ad una frenetica rincorsa di nuove riviste, nuovi percorsi e sollecitazioni (Purple Prose, Below Paper, Bloc Notes) il cui colante verte sull’identità della storia, la visuale dell’arte e la sua fruibilità. Piuttosto che sugli aspetti estetici, ovvero sull’entità della comunicazione reale dell’oggetto, in Documents si avverte l’esigenza di sottolineare l’aspetto esistenziale dell’operare artistico.

Tratto da LA CURA CRITICA di Alessia Muliere
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