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La crisi del papato e i regni iberici nel 1700


A differenza delle confessioni protestanti,il cattolicesimo si presentava come una struttura sovranazionale sottoposta all'autorità assouta del pontefice romano e della sua curia,a cui non solo dovevano obbedienza,ma anche i laici rientravano in questo progetto spirituale.
Fu il clero regolare a divenire bersaglio degli attacchi sempre più violenti delle menti illuministe:sia perchè soggetti direttamente a Roma e non a vescovi o arcivescovi locali sia perchè lo si accusava di condurre una vita oziosa e parassitaria.
Grande scalpore suscitò nel 1763 le tesi pubblicate dal vescovo di Treviri,Nikolaus Von Hantheim,che riconoscevano al papa romano solo un primato onorifico all'interno della Chiesa.
I pontefici Clemente XII  e Benedetto XIV parvero disponibili ad un compromesso con le nuove correnti politico-culturali ed espressione di questa tendenza conciliativa furono i concordati stipulati dalla santa sede con il Regno di Sardegna (1727,1740)Regno di Napoli (1741) e Spagna (1737 e 1753) che disciplinavano materie come la tassazione del clero e il conferimento dei benefici e del diritto d'asilo.
Il rigido pontificato di Clemente XIII fece peggiorare i rapporti tra Chiesa e potenze cattoliche;conseguenza,gli stati cattolici s'impegnarono a cacciare i gesuiti dai loro territori(Francia,Portogallo,Spagna,Regno di Napoli,Ducato di Parma).La pressione aumentò fino a che Clemente XV decretò (1769-1774) lo scioglimento della compagnia di Gesù.

Spagna e Portogallo erano in prima fila nella lotta contro i gesuiti.
In Portogallo,la situazione cambiò radicalmente sotto il regno di Giuseppe I per opera dell'onnipotente ministro Sebastiao Josè de Carvalho e Mello,dal 1770 marchese di Pombal,protagonista della ricostruzione di Lisbona.Egli riformò gli studi,rafforzò l'esercito,promosse lo sfruttamento delle colonie e cercò di dare impulso alle manifatture e al commercio con la creazione di compagnie privilegiate.
In Spagna l'ascesa dei Borbone con Filippo V aveva segnato una svolta in senso assolutistico. I tentativi di riforma cominciati con Ferdinando VII,si fecero più concreti con Carlo III che aveva fatto il suo apprendistato come Re di Napoli e che si circondò di ministri illuminati.
La popolazione spagnola passò nel XVIII da 8 milioni a 11 e mezzo e notevoli segnali di risveglio economico si manifestarono nella periferia del regno.
Anche il settore agricolo crebbe grazie all'abolizione di tecniche arretrate;uno sviluppo anche più rapido conobbero le colonie ispano-americane,dove gli sforzi della madrepatria di combattere la volontà d'autonomia creola furono vani,per via di una nascente e coesa classe dirigente spagnola in quei posti.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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