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La musica in Germania tra le due guerre

Paul Hindemith, Kurt Weil e Hanss Eisler


Paul Hindemith (Hanau 1895 – Francoforte 1963) studiò al conservatorio di Francoforte e fu violinista e direttore d’orchestra all’Opera. Fino al 1935 fu impegnatissimo come concertista, studioso di teoria e di didattica musicale. Fu attaccato dal regime nazista, che lo accusò di comporre musica degenerata. Finì per stabilirsi in Svizzera, e nel 1940 si rifugiò negli Stati Uniti, dove assunse la cittadinanza. Tornò in Europa alla fine della guerra e si stabilì nuovamente in Svizzera, pur mantenendo solidi rapporti con gli Stati Uniti.
Hindemith si impose giovanissimo per la provocatoria modernità del linguaggio musicale, aperto ai contributi più diversi, dotato di impressionante vitalità ritmica, liberissimo nell’armonia, ma solidamente contrappuntistico, chiaramente legato alla grande tradizione barocca tedesca. Tra le sue prime opere ricordiamo il breve e celebre atto unico Morder, Hoffnung der Frauen (Assassino, speranza delle donne), sull’altrettanto famoso testo di Kokoschka.
Fu tenacemente antiromantico e cultore convinto dell’oggettivismo musicale. La sua Kammermusik vira in senso decisamente antiespressionista, nel senso del rifiuto della musica come linguaggio dell’interiorità. La sua musica da camera significa musica come musica, e nient’altro. Con le sue opere teatrali mise spesso alla berlina, assieme a Brecht, le convenzioni borghesi. Ricordiamo Cardillac (1926), dove si stabilisce il problema del rapporto tra l’artista e la società: l’orafo Cardillac non riesce a separarsi dalle sue creazioni e perciò uccide tutti i clienti a cui le aveva vendute. L’opera si ispira ad una novella di Hoffman, Das Fraulein von Scuderi.
Nel genere strumentale creò la Gebrauchsmusik (musica d’uso), facile dal punto di vista della realizzazione tecnica, dedicata esplicitamente ai dilettanti e con evidenti intenti pedagogici. Nel corso degli anni Trenta il suo stile perde progressivamente la sua carica eversiva, evolvendosi verso una concezione liricamente distesa e serena del linguaggio musicale. L’armonia si fa meno aspra, con una concezione formale di carattere solidamente costruttivo.
Kurt Weill nacque a Dessau nel 1900, e muore a New York nel 1950. Famoso per la sua lunga collaborazione con Bertolt Brecht, dal cui nome sono inseparabili i maggiori lavori del compositore, dalle musiche per L’opera da tre soldi (1928) ai Sette peccati capitali (1933).
Il contributo di Weill a questi lavori è fondamentale. La funzione estraniante della musica nel teatro di Brecht, che deve non illustrare il testo, ma stimolare una chiara consapevolezza critica, interpretare e prende partito, e il contatto con i suoi testi, lo stimolano a crearsi un proprio stile, appropriandosi dei modi della canzone di consumo e piegandoli a gesti di graffiante, provocatoria denuncia.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
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