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La Storia dell'arte italiana - Venturi -


Arriviamo infine alla titanica impresa della Storia dell'arte italiana. Fu pubblicata tra il 1901 e il 1940. Quella che all'inizio doveva essere una pubblicazione in sette volumi, divenne un'opera in venticinque tomi. Venturi voleva sistemare le vicende artistiche dell'arte italiana in una summa complessiva dal tardoantico al tardo Cinquecento (anche se come testimoniano i suoi manoscritti, voleva arrivare fino al Barocco), un'idea ereditata dalla fiducia positivista di fornire disegni e interpretazioni storiche che fossero per quanto possibile complete e attendibili.

Nell'opera di Venturi riscontriamo

- esigenza di sintesi
- interesse di presentare un panorama il più completo possibile delle varie arti. Un netto superamento della scelta cavalcaselliana di limitarsi alla pittura.
- Contribuire attraverso il complesso dell'opera alla coscienza di unità nazionale, testimoniato dallo spazio concesso anche alle cosiddette arti applicate. Argan dissse che Venturi nel suo fare storia aveva la primaria necessità di dare agli italiani la coscienza della ragione e la necessità storica di quella unità. Invogliare a costruire una cultura che assicurasse un posto di piena parità con le grandi nazioni del mondo moderno.

L'opera di Venturi è nettamente sbilanciata a favore del Rinascimento: cinque volumi sul Medioevo
contro venti sul Quattrocento e Cinquecento. I volumi sul medioevo recano parti innovative solo sulla scultura del '300, limitandosi per il resto a sintesi e aggiornamenti di ricerche storiche contemporanee. Il rilievo di Venturi al Rinascimento è spiegabile con la sua adesione alla concezione ottocentesca, burchkardtiana, che affidava a questo momento della civiltà italiana un ruolo assolutamente primario e mitico.  Venturi analiza le vicende del Rinascimento figurativo e architettonico con un taglio assolutamente diverso rispetto a quello riservato alla trattazione del Medioevo. Nel 1906 esce il primo volume sull'argomento. L'opera perde quel carattere di insieme per assumere l'aspetto frammentario della monografia artistica, dove l'analisi trova punti di aggregazione attorno alle singole e meglio documentate personalità artistiche.  I volumi sul Quattrocento tralasciano le arti applicate e puntano sull'analisi dei valori formali delle opere e dei singoli artisti, nonché sull'individuazione dei nuclei originari della loro poetica. Era il risultato dell'incrocio e della sintesi delle ricerche e dei risultati filologici che i suoi numerosi allievi avevano compiuto.Importanti i volumi sull'architettura, nei quali per la prima volta Venturi applica i parametri utilizzati per pittura e scultura. I volumi sulla scultura e l'architettura del Cinquecento appaiono, invece, più involuti, anche se utilissimi per la grande quantità di dati eruditi raccolti nei regesti. L'andamento prevalentemente catalogico segnala la stanchezza di Venturi per la titanica opera.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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