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Il ruolo dello sguardo e della voce nel film

Il ruolo dello sguardo e della voce nel film



I brani che abbiamo analizzato affiancano un’interpellazione attraverso la voce e una attraverso lo sguardo: in particolare, il film di Godard le accosta per farle scontrare. Una tale divisione di campo può portare a diverse cose:
- può ricordare la vecchia polemica tra visivo e verbale,
- può restituire il sapore di certe opzioni estreme – come quella per il cinema puro o come quella per il cinema-saggio –,
e soprattutto
- può evidenziare una giustapposizione ormai corrente – quella tra punto di vista e voce – con cui si distingue chi nel testo filtra con i propri occhi gli avvenimenti rappresentati e chi li espone con le proprie parole.
In questo senso, nei nostri brani ci sarebbero due diversi principi d’ordine:
- l’uno, legato a un’occhiata che non a caso misura gli spazi davanti a sé – incaricato di mettere in prospettiva le cose -,
- l’altro connesso a una parola che evoca ed espone – chiamato ad assumersi le responsabilità della narrazione –.
Specialmente sotto quest’ultima alternativa, bisogna relativizzare la divaricazione tra
- fatti a livello d’immagine
e
- fatti a livello di suono

Spesso essi rappresentano solo due canali d’ingresso nell’enunciato del soggetto dell’enunciazione, costituitosi in entrambi i casi come punto da cui sono mostrate le cose, e manifestatesi ora come forma palese si una visione, ora come origine di una parola.
Si tratta di due modi di uscire allo scoperto di chi ha comunque preso possesso del mondo per poterlo esibire, e che entra in scena ora in attitudine di scrutatore, ora nelle vesti di un parlante: dunque un medesimo principio alle spalle – ciò che legittima l’enunciato in quanto enunciato – e due forme di figurativizzazione tra loro complementari – l’occhio, la bocca –. È per questo che non sembra poter mettere sullo stesso piano il punto di vista e la voce, ma considerare
- il primo termine come più generale, in quanto marca complessiva dell’enunciazione,
- il secondo, in coppia con lo sguardo, è più particolare, in quanto momento già figurativizzato.
Resta tuttavia da capire se il verbale e il visivo siano in definitiva intercambiabili, o se ciascuna realizzazione, ciascun canale di contatto, comporti conseguenze specifiche.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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