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L’Escorial: punto finale dell’esperienza del Cambiaso



Nel 1583 Cambiaso va in Spagna dove la sua attività fu notevole per la quantità di disegni. Le reazioni alla pittura furono contrastanti: a quella positiva di chi immediatamente volle collocarla subito opposta a chi pensava che le proporzioni ancora troppo piccole delle figure per il luogo al quale era destinato.
Tra il 1583-84, gli affidarono le grandi pale di Sant’Anna, della predica di San Giovanni Battista, il Martirio di Sant’Orsola e il San Michele Arcangelo che abbatte gli angeli ribelli. I primi due ebbero l’unanimità dei consensi. La chiarezza espositiva – figure protagoniste isolate, in posizione gerarchica, fasi della narrazione scandite – si uniscono ad un impianto ricco dove il paesaggio acquista un ruolo notevole.
Lo schema della figura è in senso cubico.
Il Martirio di Sant’Orsola in spente cromie, su un austero fondo architettonico, con sequenze di sante Vergini, pietisticamente atteggiate, affrontano un silenzioso martirio che si dà in primo piano: il solo gesto del carnefice contro la compunzione di tutti, occhi volti al cielo e teste mozze a terra. Filippo re II rifiutò sia Sant’Orsola che Michele per la composizione per la composizione e il colore morto. Nell’affresco, La Gloria, della volta del coro della Basilica di San Lorenzo all’Escorial, Dio Padre e il Cristo siedono l’uno di fronte all’altro su di un arcobaleno, su di loro la colomba dello Spirito, sotto una compatta schiera di serafini e cherubini. Il Padre e il Figlio poggiano i piedi su una figura cubica, viste di spigolo, a lato della quale si pone la Vergine, più lontano sul lato opposto il Battista, ai lati della Trinità i dodici apostoli, sotto di loro santi, sante e angeli musicanti e in preghiera. Sui due lati ancora due schiere di santi e angeli, quella inferiore caratterizzata dalla presenta di personaggi legati alla corte e alla fabbrica dell’Escorial, forse Carlo V in quanto la rappresentazione di un concetto informatore del luogo simbolico dell’Escorial. Il cubo rappresenta la sommatoria di significati simbolici, da quello platonico di elemento terrestre a quello apocalittico della Gerusalemme celeste in forma cubica, segno di sintesi per significare la terra, il creato e il patto tra Dio e il mondo.

Tratto da IL PERCORSO ARTISTICO DI LUCA CAMBIASO di Gabriella Galbiati
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