Caratteristiche dell'illecito punitivo amministrativo

Il principio di offensività, come generica esigenza di contenimento dell’area dell’illecito penale, trova il suo coerente riscontro nella categoria dell’illecito punitivo amministrativo in quanto adeguata ad accogliere tutte quelle violazioni che sono invece “immeritevoli” di essere previste come reato.
Sotto il profilo della natura dei beni giuridici, al legislatore sarebbe interdetta la possibilità di ricorrere alla sanzione penale in senso stretto per la tutela di beni che non abbiano rango costituzionale.
Sotto il profilo della struttura dello specifico contenuto di disvalore, al legislatore sarebbe precluso di configurare come illeciti penali fatti che non fossero concretamente offensivi, nelle 2 forme della lesione o della messa in pericolo concreto, del bene giuridico tutelato.
In assenza di tali condizioni, il legislatore sarebbe dunque costituzionalmente obbligato a prescegliere la sanzione punitiva amministrativa. => in caso di inosservanza di tale vincolo, l’eventuale norma penale incriminatrice potrebbe essere sindacabile dalla Corte costituzionale.
Nonostante la tendenza alla depenalizzazione, il legislatore non si sente vincolato da quei criteri di opzione tra illecito penale e amministrativo che derivano dal principio di offensività.
Di recente sembra, al contrario, ispirarsi in una certa misura ai criteri di riparto tra illecito penale e amministrativo basati sulla natura del bene e dell’offesa. => si fa qui riferimento ai criteri che le varie leggi “comunitarie” finora succedutesi hanno espressamente individuato nel conferire al Governo la delega per l’attuazione delle direttive della C.E. e per la previsione dell’apparato sanzionatorio a tutela di tale direttive. Es. l’ultima legge comunitaria (n.306/2003) stabilisce che “le sanzioni penali saranno previste, in via alternativa o congiunta, solo nei casi in cui le infrazioni ledano o espongano a pericolo interessi costituzionalmente protetti.