Il consolidato fiscale
Dal punto di vista fiscale, il problema riguarda:
• la compensazione degli utili di alcune società con le perdite di altre società facenti parte del gruppo
• la compensazione dei crediti di alcune società con i crediti di altre società facenti parte del gruppo
IVA
A fine anno, viene determinata la compensazione netta che una società può aver ottenuto grazie all’adesione all’IVA di gruppo: esempio di una società che trasferisce crediti che trovano compensazione nei debiti di un’altra società facente parte del gruppo.
IMPOSTE DIRETTE
• CONSOLIDATO FISCALE NAZIONALE
Quando esiste un gruppo con caratteristiche di associazione di controllo di diritto con co interessenza che non deve essere inferiore al 50% (la % di possesso integrato non deve essere inferiore al 50%), può optare per il consolidato fiscale.
Le società redigono il bilancio d’esercizio e su questa fanno le dichiarazioni dei redditi; anziché liquidare l’imposta, trasferiscono alla capogruppo i debiti e crediti fiscali e l’imponibile, in via extracontabile.
La capogruppo, oltra a redigere la propria dichiarazione dei redditi, redige la dichiarazione del consolidato fiscale, nella quale recepisce tutte le posizioni, somma i redditi e calcola l’imposta. L’imposta viene liquidata sul saldo algebrico dell’imponibile di gruppo. Gli imponibili vengono sommati in ogni caso per il 100%. Nel regime della trasparenza fiscale la collegata trasferisce gli imponibili pro quota. Ad oggi non sono più previste le rettifiche di consolidamento.
Dal punto di vista sostanziale e contabile cosa succede?
Imponibile del gruppo = 200 → IRES 27.5% 200 = 55
Nel proprio bilancio A ha un imponibile di 100 e imposte per 55.
Nel proprio bilancio B ha un imponibile di 100 e imposte per 0.
È corretto? Usciamo dal discorso fiscale ed entriamo nel discorso dei rapportI tra società facenti parte dello stesso gruppo
B ha dei soci di minoranza: è corretto che B rimborsi le proprie imposte ad A?
ESEMPIO 2:
Una delle due società ha un imponibile negativo.
Imponibile A = 100 Imponibile di B = -100
A redige il consolidato
Imponibile del gruppo = 0 → IRES 27.5% = 0
È corretto? Il gruppo non versa niente.
A ha un reddito e avrebbe dovuto pagare le imposte (non le ha pagate grazie alla perdita di B); B non ha più la perdita nel proprio bilancio (non deve compensarla negli anni in cui comincerà ad avere un reddito).
Nel contratto di consolidamento può essere previsto che A versi i soldi a B.
A ha una perdita e riceve la perdita di B.
Quanto vale una perdita fiscale?
• La perdita ha valore sia per A sia per B: chi riceve la perdita la esige, chi la paga lo fa volentieri.
• La perdita non ha valore né per A né per B: le perdite non vengono pagate
• La perdita ha valore per una società e non ha valore per l’altra società:
Esempio:
A ha un imponibile (la perdita ha valore), B ha una perdita e ha la prospettiva di avere perdite future enormi (la perdita non ha valore). In questo caso il consolidato apporta un valore enorme (è uno dei rari casi): si consente di utilizzare una perdita che altrimenti non sarebbe stata compensabile.
A è disposto a pagare anche 27.5, B è disposto a venderla a qualunque cifra compresa tra 0 e 27.5. Qualunque prezzo tra 0 e 27.5 è corretto: il contratto di consolidamento può stabilire qualunque somma compresa in questo intervallo.
In questi casi di situazione asimmetrica vengono pattuite diverse clausole:
‣ A non paga niente a B, fino a quando B non dimostra che se non avesse trasferito la perdita avrebbe avuto la possibilità di utilizzarla (criterio che indennizza B e fa guadagnare A)
‣ A paga nei limiti in cui le gode. Se A non le gode, pagherà se e quando utilizzerà le perdite.
Queste clausole sono tutte legittime: non peggiorano la posizione di nessuno nell’ipotesi di non aver aderito al consolidato fiscale.
Il contratto di consolidamento ha un effetto sulla contabilizzazione nel trasferimento delle imposte.
All’infuori del gruppo, è normale che si compensino gli utili con le perdite? Esistono norme che limitano l’utilizzo delle perdite post fusione → la fusione veniva utilizzata come strumento per vendere le perdite tra una società e l’altra. Prende il nome di “commercio delle perdite” in modo dispregiativo. Esistevano società con al loro interno solo perdite pregresse: venivano chiamate “bare fiscali” → venivano acquistate solo ed esclusivamente per ridurre l’imponibile, ai danni del fisco. Le norme relative alle operazioni straordinarie non si applicano nel caso in cui le società aderiscano al consolidato fiscale.
Esiste anche l’eccedenza di ROL: gli interessi passivi si possono dedurre nel limite del 30% del reddito operativo lordo. Questa norma è stata introdotta perché le cedole sono più “facili” da pagare rispetto ai dividendi. Gli interessi passivi deducibili e l’eccedenza di ROL trovano compensazione nel consolidato.
• CONSOLIDATO FISCALE MONDIALE
Il consolidato mondiale prevede il consolidamento della capogruppo italiana con le consolidate estere. Ha il senso di rendere irrilevante il problema dei prezzi di trasferimento. Gli utili esteri arriverebbero in Italia come dividendi (la ratio è quella di tassare in anticipo i dividendi). La tassazione nel consolidato mondiale avviene pro quota.
C’è un problema di doppia tassazione?
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- Precedente: Le nuove voci inserite nel bilancio consolidato
Dettagli appunto:
- Autore: Mattia Fontana
- Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
- Facoltà: Economia
- Corso: Amministrazione Controllo e Professione
- Esame: Economia dei Gruppi e dei sistemi informativi integrati
- Docente: Albertinazzi
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