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Rapporto tra dipendenti pubblici e pubblica amministrazione dagli anni 20 agli anni 80



A partire dal 1923 le controversie fra dipendenti pubblici e PA sono giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.
L' impiegato pubblico ha con la pubblica amministrazione sia un rapporto organico: incardinamento nell'ufficio, per cui si esercitano i relativi poteri, che un rapporto di servizio che è il vero e proprio rapporto di lavoro.

Il rapporto di lavoro non ha un fondamento contrattuale ma deriva da un atto unilaterale di nomina della pubblica amministrazione.

È disciplinato da leggi e regolamenti e la sua gestione avviene attraverso atti amministrativi.

Pertanto il pubblico impiegato è soggetto ad una subordinazione di tipo generico, una supremazia speciale.

Dal 1968 viene tolto il divieto per i pubblici dipendenti di scioperare.
Nel 1970 varata la L. 300 “statuto dei lavoratori”.
La contrattazione collettiva viene riconosciuta legalmente come strumento di definizione della disciplina dell'impiego pubblico. Comunque per acquisire efficacia devono essere ancora recepiti da atti della pubblica amministrazione.

Si rileva la inadeguatezza del principio della immedesimazione organica Perché la maggior parte dei dipendenti pubblici svolge prestazioni puramente interne come quelle di qualsiasi lavoratore del settore privato (e non quindi funzioni con rilievo esterno).

Nel 1983 con la legge 93 legge quadro sul pubblico impiego, viene dettata una più organica e generale disciplina sui diritti sindacali e sulla contrattazione collettiva. Viene riconosciuta la contrattazione decentrata ma essa non produce ancora accordi direttamente efficaci sui rapporti di lavoro: devono comunque essere recepiti con atto unilaterale.

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