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Rappresentanza e rappresentatività del sindacato


Rappresentanza e rappresentatività

Quindi riepilogando il sindacato è organizzazione di lavoratori, portatrice di interessi collettivi. Ha sfera di autonomia propria e non derivata da quella individuale dei lavoratori. Il gruppo è diverso dalla somma degli individui. L’interesse collettivo è diverso dagli interessi individuali dei suoi membri.
Ciò impedisce di ricondurre il legame fra i due (gruppo ed individui) al mandato con rappresentanza (dove invece il sindacato avrebbe agito in nome e per conto).

La rappresentatività invece è la capacità dell’organizzazione di unificare i comportamenti dei lavoratori in modo che operino come gruppo.
La posizione giuridica è attribuita ai sindacati, non tutti, ma a quelli appunto maggiormente rappresentativi.

Il sindacato maggiormente rappresentativo

Lo Statuto dei lavoratori riconosce la libertà sindacale che può essere esercitata all’interno dei luoghi di lavoro, comprimendo la libertà imprenditoriale (legislazione di sostegno o promozionale dell’attività sindacale).
Questo favorisce il rapporto tra l’organizzazione ed i lavoratori rappresentati.
Questa libertà significa poter svolgere assemblee nei luoghi di lavoro, avere permessi sindacali. Questi diritti non possono essere riconosciuti a tutti ma solo alle organizzazioni maggiormente rappresentative altrimenti ne sorgerebbero solo per ottenere i diritti sindacali.
Anche altre leggi hanno avuto l’esigenza di qualificare alcuni come sindacati maggiormente rappresentativi, sia per designare i loro rappresentanti in organi che esprimessero gli interessi collettivi, sia per legittimarli alla stipulazione dei contratti.
Es. Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Tratto da DIRITTO SINDACALE di Barbara Pavoni
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