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Il portafoglio titoli di proprietà delle banche: la possibile disciplina contabile ex principi IAS


Gli obblighi contabili relativi al portafoglio titoli delle banche sono oggi del tutto ipotetici in assenza di disposizioni normative primarie e secondarie che rendono operativamente cogenti i principi contabili IAS.
Lo IAS 39 regola i profili contabili degli investimenti in attività finanziarie: disciplina gli aspetti di classificazione, contabilizzazione e valutazione di un set di attività più ampio di quello relativo al portafoglio titoli di proprietà, visto che comprende anche gli impieghi in prestiti e gli investimenti in partecipazioni non di gruppo (e quindi non oggetto di consolidamento).
L’analisi guarda a quella parte dello IAS che può essere riferita al portafoglio titoli di proprietà, in cui il termine titoli comprende sia quelli a reddito fisso sia quelli azionari.
La disciplina IAS potrebbe portare un’importante novità tecnica, infatti lo IAS 39 prevede che un titolo sia normalmente contabilizzato (in entrata o in uscita dal portafoglio della banca) alla data di negoziazione, cioè alla stipula del contratto di scambio, (oggi invece le transazioni su titoli sono contabilizzate alla data di regolamento).
La modifica del criterio di contabilizzazione è di fatto neutrale dal punto di vista degli assetti di bilancio, pur presentando per le banche alcune non trascurabili implicazioni dal punto di vista delle procedure operative.
Lo IAS 39 prevede inoltre la classificazione dei titoli in portafoglio in tre comparti:
- comparto dei titoli destinati alla negoziazioni di breve termine (Held For Trading), con l’obiettivo di trarre profitto dalle oscillazioni dei prezzi
- comparto dei titoli destinati ad essere mantenuti fino alla scadenza (Held To Maturity) sulla base di una precisa, sostenibile e dichiarara strategia d’investimento della banca
- comparto considerato "residuale" che accoglie i titoli che non sono allocati in nessuna delle due precedenti categorie (Available For Sale)
Rispetto alla situazione attuale il contenuto dello IAS 39 propone alcune similitudini e molte differenze: le similitudini risiedono nell’impostazione generale della disciplina (gli investimenti in titoli sono classificati in diversi comparti, ogni comparto comprende specifici criteri di valutazione, etc) mentre le differenze attengono molti aspetti particolari.
Dal punto di vista delle similitudini si osservi come la classificazione dei titoli posseduti in 3 classi sia ricollegabile all’attuale management intent.
Le differenze rispetto alla situazione attuale sono significative; in particolare:
I comparti di possibile allocazione dei titoli sono 3 contro gli attuali 2, infatti mentre le categorie HFT e HTM possono essere assimilate rispettivamente alle categorie dei titoli della negoziazione e di quelli immobilizzati, la categoria AFS è di nuova concezione, che rappresenta una sorta di categoria "intermedia".
Le condizioni necessarie per allocare e mantenere un titolo nel comparto HTM sono severe e fortemente dettagliate in sede di IAS 39: in sintesi sia al momento dell’acquisto sia ad ogni successiva valutazione, i titoli di tale comparto devono essere a scadenza determinata e presentare un profilo finanziario con flussi di pagamento fissi o determinabili. Inoltre la banca deve formalmente ed espressamente dichiarare e dimostrare sia l’intento sia la capacità di detenere il titolo in esame nel portafoglio fino alla sua naturale scadenza, fatte salve alcune situazioni aziendali e di mercato che possono giustificare un comportamento diverso. Sotto questo profilo, le banche dovranno abituarsi ad una regolamentazione molto più restrittiva rispetto a quella attuale (che di fatto si manifesta come un’autoregolazione centrata sulla spesso flessibile "delibera quadro" del CdA in materia di classificazione dei titoli). Inoltre va ricordato che attualmente la banca che cede prima della scadenza un titolo immobilizzato non subisce alcuna sanzione, mentre l’IAS 39 prevede che nel caso in cui una banca decida di cedere prima della scadenza un titolo del portafoglio HTM, nessun altro titolo da quel momento potrà essere allocato in tale comparto e quelli esistenti dovranno essere riallocati nel comparto AFS.
Lo IAS 39 prevede disposizioni severe volte ad impedire di fatto ogni trasferimento di titoli da un comparto ad un altro, operazioni che spesso sono adottate dalle banche per beneficiare di favorevoli e automatiche modifiche nei criteri di valutazione (e quindi modificare il valore di fine esercizio del titolo stesso). Inoltre lo IAS 39 prevede quali riallocazioni sono consentite e quali vietate (es. un titolo può essere trasferito dal comparto HtM al comparto AFS ma non è mai possibile il contrario), e se possibili come esse devono essere effettuate (il valore del trasferimento è il fair value del titolo).
I criteri di valutazione che devono essere adottati in corrispondenza dei 3 comparti sono: il fair value ed il criterio del costo ammortizzato che tiene conto delle perdite durevoli di valore.
Bisogna poi considerare le modalità di imputazione a bilancio dei risultati delle valutazioni: i titoli dei comparti HFT e HTM, seppur caratterizzati da criteri di valutazione diversi, scaricano gli effetti delle valutazioni di fine esercizio direttamente nel conto economico della banca. Mentre per i titoli del comparto AFS, valutati al fair value, lo IAS 39 prevede l’imputazione dei differenziali di fair value a una riserva di patrimonio netto, lasciando che il conto economico sia influenzato solo dalle eventuali perdite durevoli di valore (ovviamente la "sospensione" degli effetti sul C.E delel variazioni di fair value cade nel momento in cui il titolo è ceduto sul mercato). Tale riserva dedicata ("riserva di fair value") potrà anche assumere valori negativi e ciò accadrà quando le variazioni negative di fair value saranno cumulativamente superiori al valore esistente delle stessa riserva. In una situazione di questo tipo si avrebbe il caso "anomalo" di una riserva patrimoniale che esprime un assorbimento e non una creazione di equity capital; quindi, in senso contabile, tale riserva, se negativa è paragonabile, agisce come una perdita d’esercizio.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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