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La struttura e il funzionamento del mercato dei cambi


La tipologia e l’oggetto delle transazioni. L’oggetto delle transazioni nel mercato dei cambi è rappresentato da disponibilità di fondi denominate in valute diverse; in pratica, vengono definiti i prezzi della moneta nazionale in termini di monete estere. Alcune caratteristiche operative del mercato:
- il trasferimento “fisico” della valuta è del tutto episodico, la norma è invece quella dei trasferimenti contabili
- le transazioni avvengono prevalentemente via circuito telefonico e telematico
Le transazioni di grande importanza richiedono lo stesso impegno “amministrativo” di quelle di minore importo spingendo così tale mercato ad assumere la carattersitica di mercato all’ingrosso
Sul mercato dei cambi vengono svolte operazioni di compravendita la cui struttura contrattuale è riconducibile alle forme tradizionali delle operazioni a pronti e a termine e ai contratti derivati del tipo swap, future e option.
Nel mercato a pronti le operazioni sono liquidate entro 2 giorni lavorativi; nel mercato a terminagli scambi prevedono il regolamento a scadenze distribuite normalmente all’interno di un orizzonte di 12 mesi.
Le funzioni del mercato dei cambi:
Pagamenti correnti. Il mercato rende possibile il cambio delle valute necessario per regolare scambi commerciali tra operatori di paesi diversi (e con monete diverse); in questo senso rappresenta un fattore di facilitazione dei flussi di import ed export tra paesi. A questa funzione di base si aggiunge poi quella di copertura del rischio di cambio associato ai pagamenti commerciali. Importatori e esportatori sono soggetti ai rischi di cambio allorché stabiliscono di pagare/riscuotere in una data diversa (in genere successiva) rispetto a quella di definizione della transazione.

Flussi finanziari internazionali. L’investimento dei capitali nei mercati azionari e obbligazionari (o in qualsiasi altro strumento finanziario) prevede la scelta della valuta in cui effettuare l’investimento stesso; il mercato dei cambi consente quindi la sistematica ridefinizione della valuta di impiego della ricchezza finanziaria. Come nel caso degli scambi commerciali, anche negli investimenti finanziari internazionali si aprono posizioni di rischio di cambio e se l’investitore decide di coprirle farà un’operazione di cambi a termine.
Speculazione. I movimenti dei prezzi delle valute creano l’opportunità di compiere operazioni a termine basate sulle aspettative di profitto legate alla capacità di prevedere l’andamento dei prezzi stessi: gli operatori che prevedono un rialzo del cambio compreranno a termine, quelli che prevedono un ribasso venderanno. In questo modo il mercato tende a correggere gli errori di pricing e quindi ad accrescere la sua efficienza.

Gli operatori del mercato dei cambi:
utilizzatori finali, per i quali la valuta estera rappresenta un veicolo per concludere iniziative di natura economica o finanziaria. Si tratta di imprese industriali o commerciali, banche e istituzioni finanziarie, investitori istituzionali in genere la cui domanda/offerta di valuta è funzionale e accessoria all’esigenza principale: quella di concludere l’iniziativa progettata.
Speculatori, che operano per realizzare profitti attraverso la previsione dell’andamento futuro dei cambi31. L’attività speculativa è caratterizzata da una componente di rischio e per poter essere redditizia richiede un impegno sistematico, deve cioè basarsi su un’elevata capacità di prevedere l’andamento dei mercati.
arbitraggisti, che mirano a inserirsi nelle imperfezioni del mercato per ottenere profitti unitariamente ridotti ma tendenzialmente “certi”32. Quindi l’attività di arbitraggio comporta un’assunzione di rischio molto ridotta. (NB: lo stesso operatore può essere in diversi momenti speculatore o arbitraggista).
Intermediari (in qualità di dealer e market maker), che agevolano la conclusione dell’accordo33. I loro profitti deriveranno dallo spread tra prezzi di vendita a di acquisto delle valute.
banche centrali, a cui compete la funzione di gestione delle riserve valutarie del paese e possono agire (nell’ambito della politica economica) con la finalità di influenzare l’andamento del cambio della moneta nazionale

Alcuni elementi di organizzazione:
Il mercato dei cambi non è un mercato “fisico”, ciò è dovuto soprattutto all’uso frequente di supporti telefonici e telematici, ma in parte anche alla tradizione, che accetta che tra operatori istituzionali la conclusione del contratto avvenga nella forma verbale (quindi anche per telefono) e venga solo successivamente trasferita in forma scritta. Questa caratteristica comporta 2 fondamentali conseguenze:
- il mercato dei cambi assume fisiologicamente natura globale: non essendo richiesta la presenza fisica degli operatori per la conclusione delle transazioni, vengono superati i vincoli geografici e logistici tra gli stessi.
- le negoziazioni presentano un carattere di continuità nel tempo, non comune su altri tipi di mercato. La diffusione geografica degli operatori sull’intero arco dei fusi orari consente infatti un flusso di negoziazioni senza alcuna interruzione nell’arco della giornata.
In sintesi possono essere identificati 2 differenti modelli strutturali, che convivono all’interno del mercato dei cambi nella sua accezione più ampia.
Vi è in primo luogo l’insieme delle transazioni (di piccola o di più grande dimensione unitaria) tra banche e operatori non bancari, a cui vengono applicati tassi di cambio rilevati sui mercati di borsa (a tali tassi le banche applicano una commissione per l’esecuzione dell’operazione).
La parte restante delle transazioni riguarda invece i rapporti tra banche e tra istituzioni finanziarie in genere, che danno luogo in genere a trasferimenti di valuta secondo la logica del mercato dealer (mercato che si basa sull’assunzione di posizioni in proprio da parte degli intermediari operanti).
Sotto il profilo tecnico queste transazioni all’”ingrosso” vengono concluse sulla base del sistema di definizione del prezzo c.d. double way: L’intermediario contattato comunica, per ogni tipologia di operazione (a pronti, a termine, etc), due tassi di cambio per ogni valuta potenziale oggetto di scambio:
- al primo prezzo (detto “denaro” o bid) l’intermediario è disposto ad acquistare la valuta
- al secondo (detto “lettera” o ask) è disposto a venderla.
Solo sulla base dei prezzi comunicati l’operatore decide se concludere la transazione (eventualmente dopo aver contattato altri intermediari); in caso di decisione positiva l’intermediario è obbligato fino a un certo importo, a rispettare i prezzi comunicati (secondo la logica del market making).
Questo sistema garantisce importanti vantaggi al mercato dei cambi e agli operatori che a esso si rivolgono (fluidità delle transazioni, significatività dei prezzi negoziati, impersonalità negli scambi). D’altra parte è richiesta una notevole capacità tecnica da parte dei market maker, per i quali in ogni momento il livello dei prezzi denaro e lettera e la differenza tra i due (spread) rappresentano la principale componente di redditività (e di rischio).

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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