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La diversificazione degli ambiti di studio


La diversità degli argomenti porta a una specializzazione crescete, che porta a una proliferazione di attributi, che nascono spesso per comodità istituzionale, ma sono sancite dall’uso. Questi ambiti sono oggetti empirici differenti e non sottodiscipline, che rischierebbero di condannare l’analisi a una forma di chirurgia selvaggia, mentre sono tutti interdipendenti. Per questo anziché dire antropologia dell’infanzia, dell’educazione, della guerra, dell’arte ecc, si preferisce dire antropologia giuridica, religiosa, medica, urbana: questo permette di conservare l’idea di una prospettiva antropologica unitaria, conservando l’umanità nel suo insieme come proprio campo visivo. Anche se è importante specializzarsi, bisogna conservare la visione generale e contrastare la ghettizzazione dei saperi.
L’antropologo mira a raggiungere una verità di cui sono portatrici le persone che interroga, trasformandosi in un indigeno per capire i progressi e i limiti.
C’è l’abitudine di formare termini composti con il prefisso "etno", che fanno pensare che il campo, l’atteggiamento e l’attività debbano tenere conto dei fattori culturali. Si parla di etnoscienze, intese o come rami dell’etnologia, o come saperi di altri popoli in un campo particolare o come studio comparativo di un campo in funzione dei gruppi culturali, il termine etnostoria indica un ramo della storia che si occupa delle società senza scrittura, dove non è applicabile la storiografia classica; l’etnobotanica si dedica sia allo studio delle piante usate dai popoli sia alla teoria indigena delle piante; l’etnomedicina è lo studio delle altre medicina e lo studio delle teorie degli altri riguardo alla medicina (cosa che vale sia per la storia, psichiatria, musicologia…). Sarebbe meglio però parlare di prospettiva di ricerca che non di campo disciplinare. Le etnoscienze assumono un’ulteriore accezione con cui si indica l’analisi delle classificazioni e dei processi attivati dalle diverse culture nei campo del sapere e delle sue applicazioni, abbracciando parzialmente l’insieme delle ricerche dell’antropologia cognitiva. Esso tenta di rispondere con il ricorso a metodi rigorosi alla questione di sapere come si costruisca, localmente, il mondo naturale. Caso a parte l’etnometodologia, tendenza della sociologia americana che applica i metodi dell’etnologia all’osservazione e all’analisi della vita quotidiana: qualsiasi gruppo sociale è in grado di comprendersi, commentarsi, analizzarsi, e gli etnometodi sono le procedure che i membri di una società usano per produrre il proprio mondo, riconoscerlo e renderlo familiare.

Tratto da L'ANTROPOLOGIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Elisabetta Pintus
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