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Trasferimento di tipo specifico


Altro tipo di trasferimenti, sono i trasferimenti specifici, articolati nelle due tipologie principali “senza limite massimo”, vale a dire i trasferimenti che sono una percentuale della spesa locale e senza limite vuol dire che se la spesa aumenta, l’amministrazione centrale è obbligata a dargli una percentuale della spesa, che può essere il 50% o il 100%, tasso percentuale che dovrebbe essere proporzionale al livello delle esternalità.
Oppure con “limite massimo”, quando l’amministrazione centrale vuole garantirsi dai rischi di eccesso di spesa, stabilisce un tetto al finanziamento e quindi mette un vincolo al limite massimo alla spesa locale.
La differenza rispetto al finanziamento generale, voi vedete che se noi partiamo dalla retta B all’inizio abbiamo un punto di equilibrio che è il punto A. Nel caso in cui diamo un trasferimento specifico a favore della spesa per la funzione F, a questo punto muta il prezzo relativo di F rispetto a Q (che sono tutti gli altri beni pubblici e privati, nel senso del reddito al netto delle imposte). In questo caso la retta di bilancio non  si sposta in misura parallela ma ruota per arrivare alla curva AB* e dimezza nella sua inclinazione, cioè si riduce il prezzo di F.  A questo punto noi avremo un nuovo punto di equilibrio che sarà legato alle preferenze dell’elettore mediano di questa collettività, e ad esempio qui ci possono essere due soluzioni: il punto C o il punto G. Nel punto G, il punto in cui viene utilizzato tutto il trasferimento per aumentare la produzione di F senza ridurre quella di V, di fatto per quello che concerne V restiamo nella situazione precedente. Tutti i punti inferiori consentono un aumento di F però a quel punto li si riduce anche la produzione di V. Nel punto G l’amministrazione comunale ha utilizzato tutto il trasferimento aggiuntivo per aumentare la produzione di F, sopra quel punto lui riduce la produzione di V per sfruttare il trasferimento specifico e c’è un effetto di sostituzione in questo caso. Se noi scendessimo sotto G vuol dire che l’amministrazione da molta importanza alla funzione F.
Qui opera sia l’effetto reddito, ma opera soprattutto un effetto di prezzo, un effetto di sostituzione.
Cosa succede se noi abbiamo un trasferimento in percentuale della spesa con il limite massimo? Ammettiamo quindi che si continui a dare 1 euro di spesa per F, però fino al punto che corrisponde al punto C, oltre a quel livello la spesa aumenta di più. Quindi a questo punto la nuova retta di bilancio diventa una spezzata, diventa ACB** , quindi fino al punto C opera il trasferimento come nel caso precedente, però da C in giù il trasferimento non aumenta più, quindi a questo punto se l’amministrazione comunale vuole aumentare la spesa per F deve diminuire quella per V.
Però comunque  il tratto ACB** è spostato verso l’alto perche comunque sono aumentate le risorse con il trasferimento specifico. Probabilmente in questo caso, con il tetto al trasferimento, il punto di equilibrio è probabile che sia in questo punto C spostato verso l’alto perché c’è il vincolo alla spesa.
Ci resta un’ultima tipologia di trasferimenti: i Trasferimenti specifici in somma fissa.
In questo caso l’ente erogatore da’ un trasferimento quantificato pari a AI a favore di una certa amministrazione locale,  che però deve essere impiegato in quel settore di spesa. Allora a questo punto abbiamo una situazione esattamente identica a quella del trasferimento generale, però con una differenza che ci impone di rendere lo spostamento della curva di bilancio non più agganciato all’asse verticale, perché comunque AI deve essere spesa e a questo punto l’amministrazione comunale avrà un aumento di risorse ma deve comunque avere il vincolo di spendere quella quota aggiuntiva per quel settore di spesa. Se noi partiamo da una situazione di equilibrio in cui il punto di tangenza della curva di indifferenza con la retta di bilancio era E, magari ci troviamo in un punto E’ in cui l’aumento di spesa per la funzione F è comunque minore del trasferimento specifico, questo vuol dire che pur rispettando il vincolo di quella quota minima di spesa che l’amministrazione locale deve effettuare, il trasferimento in somma fissa ha comunque consentito un aumento della spesa anche per la funzione V, quindi hanno risparmiato un po’ delle risorse che già spendevano per la funzione F e l’hanno utilizzata per la funzione V. Quindi se già spendeva quella somma prima del trasferimento non ci sono problemi. Ovviamente se lui si trovava nel pezzettino della curva da I a G avrebbe dovuto incrementare per raggiungere il minimo della spesa che viene erogata in somma fissa. Questo è l’ultimo tipo di trasferimento, sono tutte analisi molto semplici, che usano la microecononomia del consumo classica. Il trasferimento specifico in somma fissa è un trasferimento utilizzato spesso come un  vincolo di base nella crescita della spesa pubblica. È quello anche un po’ preferito quando abbiamo degli obiettivi di tipo perequativo.
Nell’attuale fase del dibattito i trasferimenti specifici non sono visti con grande favore, mentre in passato erano visti con molto più interesse, proprio per questo ragionamento che si fa in termini di garantire alle amministrazioni locali il massimo di autonomia di spesa. Abbiamo già parlato di questi grossi limiti che ha posto l’art. 119 della costituzione sui trasferimenti specifici, li vede solo limitati a determinati enti e soggetti in alcune aree del paese per finalità di garanzia di raggiungimento di livelli minimi essenziali, però c’è tutto il discorso del finanziamenti perequativi, in pratica alla costituzione ha proposto un modello basato su trasferimenti di tipo generale.
Questo è il quadro che sta emergendo anche se una parte di trasferimenti specifici, soprattutto per quello che concerne le politiche regionali di aree sottoutilizzate, prevede un decreto attuativo della legge 42, discussione in questi giorni.
Non è possibile per l’ente trovarsi in una posizione con la curva di indifferenza nel punto E** perche non rispetterebbe il vincolo di spendere AI nella funzione F.
Abbiamo completato la terza fonte di finanziamento: entrate tributarie, entrate extratributarie e entrate per trasferimenti da livelli superiori di governo. Abbiamo visto  dalle tabelle OCSE che la media dei paesi sviluppati è di 40% entrate tributarie, 40% entrate da trasferimento e 20% entrate extratributarie. Abbiamo quindi un 60% di entrate autonome e un 40% di entrate che arrivano da livelli di governo superiori.
Abbiamo altre tipologie di entrate (entrate in conto capitale), nelle cui più importanti sono le entrate per indebitamento. Oltre alle entrate per indebitamento , sarebbero da riportare nelle entrate in conto capitale anche  le entrate da alienazioni di beni, che sono  entrate abbastanza rilevanti, soprattutto nelle amministrazioni locali che hanno negli ultimi anni venduto beni patrimoniali, sia azioni delle ex aziende municipalizzate. Comunque tra tutte le entrate in conto capitale, le entrate per indebitamento sono rilevanti, nel senso che tutte le volte che un ente locale non riesce a finanziare tutte le sue spese, può ricorrere al debito. È chiaro che non può ricorrere in maniera indiscriminata al debito per tutta una serie di motivi che brevemente analizzeremo,  soprattutto per evitare un’allocazione inefficiente delle risorse e per evitare problemi sugli equilibri complessivi della finanza pubblica in un paese che richiede strumenti di coordinamento finanziario, tra i quali quelli che mirano al controllo dell’indebitamento complessivo delle amministrazioni  sono molto rilevanti, un esempio sotto gli occhi di tutti da più di 10 anni noi abbiamo il cosiddetto patto di stabilità interno, che è rappresentato da una serie di regole proprio sull’indebitamento degli enti locali per fare in modo che gli enti locali partecipino ai vincoli dell’unione europea per quello che concerne l’indebitamento complessivo delle amministrazioni pubbliche dei paesi europei e del nostro paese.
Quindi l’indebitamento è interessante per quanto concerne l’ingiustificazione e l’immoralità di utilizzo di questo tipo di finanziamento, per i controlli che devono essere introdotti da parte del governo centrale per evitare un’allocazione inefficiente delle risorse e collegato a questo, qui ritroviamo un punto che abbiamo visto all’inizio, che il controllo dell’indebitamento è direttamente collegato a quell’assegnazione delle funzioni che avevamo visto, allocazione distribuzione e stabilizzazione. La funzione di stabilizzazione e di sviluppo tendenzialmente devo essere attribuite alle amministrazioni centrali e quindi sull’indebitamento e sugli effetti che può avere complessivamente sugli equilibri della finanza pubblica, c’è un problema di giustificazione teorica che assegna le funzione di controllo all’amministrazione centrale.

Tratto da SCIENZE DELLE FINANZE di Andrea Balla
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