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Situazione di scissione societaria con riparto non proporzionale


Situazione di scissione societaria  con riparto non proporzionale




Esempio di scissione non proporzionale
A:
-    x = 50%
-    y = 50%
post scissione…A continua ad esistere così come x e y
B nuova: x = 100%
e
C nuova: y = 100%
rappresentano una società neo costituita, la cui compagine sociale non replica quella iniziale, diversamente da A.
B è assegnata  ax, mentre C ad y, si divide così il patrimonio in capo ai diversi soci. Non si replica nelle beneficiarie la compagine della scindenda.


E’ possibile individuare all’interno di A 3 distinti rami:
-    ramo 1 rimane in A
-    ramo 2 scisso a favore di B
-    ramo 3 scisso a favore di C

                           VALORE CONTABILE    VALORE ECONOMICO

RAMO 1                            100                                1200
RAMO 2 - B                      150                                  740
RAMO 3 - C                      150                                  500
                                        ___________________________
                                           400                                2440


Se la scissione fosse proporzionale x e y rimangono soci di A al 50%, così come in B e in C, ma non è così.
Sulla base dei valori economici verrà ristabilita una proporzione a livello di sistema, perché anche se la scissione non è proporzionale non può dare luogo a disuguaglianze.
A una parità di valori economici non corrisponde una parità di valori economici.
Quest’operazione genera redistribuzione del patrimonio in modo diverso da quello originario (dovrebbe essere 600 a x e 600 a y, invece viene 740 a x e 500 a y).

X: 600 + 700 = 1340
Y: 600 + 500 = 1100

C’è un 240 a sfavore di y (740-500).
Il patrimonio di A ante scissione è 400, viene scisso in 3 rami. Se la scissione fosse proporzionale il problema non si pone.
In A rimangono entrambi x e y, in B e C uno solo.
Bisogna definire dei valori effettivi, che abbiano un senso economico.
La scissione non quadre perché il socio che diventa socio unico di B riceve di più di quello che diventa socio di C.
Si può ristabilire la parità in A, dove i due soggetti mantengono una posizione comune.
Δ = 240 : dovrà essere redistribuito in quel valore di 1200 (valore economico del ramo 1).

V.E. = 1200/2 = 600
Al socio penalizzato sarà dato 600+120 = 720
Al socio favorito sarà dato 600 – 120 = 480
Il peso azionario dei soci cambia, sarà il 60% per y e 40% per x, perché 480 di 1200 è il 40%, mentre 720 di 1200 è il 60%.
In A il socio y (penalizzato in C) pesa più di x (favorito in B).

X: 480 + 740 = 1200
Y: 720 + 500 = 1200
480 + 740 = 720 + 500

Ovviamente il 100% in C è peggio che il 100% in B, così come il 60% in A è meglio del 40% in A, ma in totale non c’è equità in tutto, ma è ovvio perché parliamo di scissione non proporzionale.
Diminuisce il capitale sociale di A =  300 che è dato 160 a x e 140 a y, perché 150 in B e 150 in C.
A livello di annullamento azioni in capo ai soci chi ne annulla di più è sfavorito (x).



Tratto da TECNICA PROFESSIONALE di Valentina Minerva
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