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Antidepressivi


Come terapia dei disturbi affettivi nei secoli scorsi si usavano alcolici, coca o marijuana, negli anni ’30 siamo passati da cocaina e amfetamine alla terapia elettro-convulsiva (elettro-shock), nel ’54 vennero fuori i primi antidepressivi (imipramina e poi isoniazide), negli anni ’80 antidepressivi di seconda generazione (Prozac).

Nei disturbi affettivi ciò che conta è il tono dell’umore, che può essere depresso o aumentato, e ce ne sono di tanti tipi (depressione reattiva, mania, disturbo bipolare, disturbo affettivo stagionale, depressione atipica).
La depressione endogena è una patologia in cui c’è un disturbo a livello dei neuroni, non di cause esterne, anche se esse contribuiscono maggiormente a tirarla fuori.

Si diagnostica attraverso il manifestarsi dei seguenti sintomi per 2 settimane o più di 5 dei seguenti sintomi:
• umore depresso
• sintomi area emotivo-affettiva (anedonia, sensi di colpa, bassa autostima, pensieri ricorrenti di morte)
• area neurovegetativa (perdita o aumento di peso, insonnia o ipersonnia)
• area psico-motoria (diminuzione energia, affaticabilità)
• area cognitiva (disturbi di concentrazione e memoria)
I farmaci agiscono bloccando la ricaptazione sinaptica di serotonina e NA, insieme alle monoamino-ossidasi (MAO), pre-sinaptiche, e alle COMT, post-sinaptiche.

La serotonina è un trasmettitore importante nelle emozioni, felicità, memoria e il suo aumento dovrebbe migliorare il tono dell’umore.
Serotonina, dopamina e NA sono le monoamine che agiscono sul nostro cervello e a seconda della mancanza di una o dell’altra avremo una funzione sballata del nostro organismo.

Il meccanismo d’azione blocca la ricaptazione di NA e serotonina, per cui viene potenziata la sinapsi che le trasmette, bersagliando maggiormente il recettore post-sinaptico che aumenta la produzione di cAMP, attivando a sua volta la PKA, che fosforila altre proteine a cascata, e il CREB, andando a modificare i fattori di crescita come il BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor).

Amfetamina, cocaina causano euforia solo in soggetti normali, mentre il levodopa non ha proprio alcun effetto, quindi questi farmaci usati in passato come antidepressivi sono stati stoppati.

Gli antidepressivi hanno effetto terapeutico dopo 2-4 settimane, motivo per cui al paziente vengono somministrati ansiolitici per non scoraggiarlo.
Gli antidepressivi usati oggi ci sono litio (cura per la mania), paroxetina (inibitore della ricaptazione della serotonina), bupropione (atipico) ed inibitori della ricaptazione della NA.

In base alla deficienza da serotonina (fatica, memoria, problemi di concentrazione) o NA (paura, ansia, panico) sceglieremo se usare SSRI o SNRI.


Gli effetti collaterali degli antidepressivi triciclici (prima generazione) sono ipotensione (alfa-1), sonnolenza (istamina), tachicardia (bloccaggio recettori muscarinici), quindi ci sono controindicazioni come infarto acuto, epilessia, glaucoma, gravidanza o ipertrofia prostatica.

La tossicità da sovradosaggio ha aritmia cardiaca, convulsioni e coma.

Tratto da FARMACOLOGIA di Vincenzo Sorgente
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