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Logos e governo nell'antica Grecia



Il pensiero greco vuole che la città sia ben governata solo se i capi sono
 probi. Ciò ora è indispensabile perché il governante saprà guidar bene gli altri solo guidando bene se stesso. Chi dirigerà il governante? Il logos. L’arte di governare se stessi diventa un fattore politico determinante, perché nel nuovo contesto politico gli elementi decisivi dipendono sempre più dagli uomini e dal modo in cui gestiscono le cose. Chiunque governa deve dunque occuparsi del proprio ethos. Vedi Marco Aurelio, che deve sforzarsi di non identificarsi col potere politico che si esercita, e conservarsi puro e onesto.
Altro tema molto greco era la precarietà della fortuna. Nei primi secoli dell' impero se ne parla perché il potere è sempre legato in qualche modo agli altri e si è sempre esposti ai complotti. Bisogna dunque sapersi difendere, essere vigili, ma anche imparare a bastare a se stessi. Seneca sottolinea come i mestieri li assegni il caso, ma la moralità dipenda da noi. Ma non c’è un declino dell’attività politica che induce al ritiro in se stessi. Si tratta di elaborare un'etica che permetta di costituirsi da sé come soggetto morale rispetto a qualsiasi attività sociale e politica.
Quindi da tali mutazioni in campo matrimoniale e politico vediamo come si son trasformate le condizioni in cui si afferma l’etica tradizionale della padronanza di sé, che implica ora un nesso stretto tra superiorità che si esercita su di sé, in famiglia e nella società. Sforzo di rielaborazione di un'etica della padronanza di sé. Qui si modifica anche la riflessione sull’uso dei piaceri.

Tratto da "LA CURA DI SÉ" DI FOUCAULT di Dario Gemini
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