Skip to content

La fisica cartesiana


La fisica cartesiana, sulla base di tale rigorosa separazione, poté attuare la radicale eliminazione dei residui finalistici e magici che ancora infestavano la fisica agli inizi del ’600. Come nella metafisica, anche nella fisica Cartesio procede guidato dalla convinzione di poter cavare dalla propria testa le leggi che governano il mondo, con un salto dall’ordine logico all’ordine ontologico.

La Geometria è la più importante delle tre appendici del Discorso sul metodo. Cartesio è consapevole dell’unità delle diverse scienze matematiche e ritiene possibile unificare la geometria degli antichi con l’algebra dei moderni. Riordinando la simbologia algebrica, l’algebra può riprodurre entro di sé in termini formali la geometria: il numero e la forma divengono in tal modo traducibili l’uno nell’altra. Ciò comporta anche l’utilizzo di linee fondamentali, gli assi cartesiani.

Se il mondo si identifica all’estensione, la fisica si riconduce alla geometria. La fisica cartesiana pretende di ricondurre tutta l’infinita varietà dei fenomeni del mondo fisico ai due soli ingredienti dell’estensione e del moto, che hanno origine da Dio. Altri suoi interventi, oltre al primo atto di creazione della materia e del primo impulso, non sono richiesti. Al Dio di Cartesio, osserverà Pascal, basta aver dato il primo calcio al mondo, il resto va da sé.

L’identificazione della materia con l’estensione comporta anche alcune conseguenze: lo spazio euclideo è infinito, infinitamente divisibile e continuo. Due sole leggi dominano l’universo fisico cartesiano: il principio di inerzia e il principio della conservazione della quantità di moto.

Essendo continuo, il vuoto non è concepibile. La sua assenza finisce col produrre il chiudersi del moto in un circolo, il che porta al costituirsi di un complesso sistema di vortici. Da un vortice è avvolta la terra, ma questa e i singoli pianeti ruotano a loro volta in un più ampio vortice in cui è avvolto il sole. Il riduzionismo cartesiano non risparmiava neppure il mondo della vita: le funzioni vitali non posseggono nulla di specifico che le differenzi dai fenomeni di natura meccanica: il corpo dell’uomo è una macchina di cui la res cogitans si serve come di un proprio strumento.

Nella terza parte del Discorso sul metodo Cartesio aveva stabilito alcune regole di morale provvisoria: obbedire alle leggi ed ai costumi del paese, essere il più fermo e risoluto possibile nell’azione, cercare di vincere se stessi che la fortuna e cambiare i propri pensieri più che l’ordine del mondo. A questa morale provvisoria, Cartesio non farà mai seguire una morale definitiva.

Ne Le passioni dell’anima, Cartesio distingue nell’anima azioni e affezioni: le azioni dipendono dalla volontà, le affezioni sono involontarie e sono costituite da percezioni, sentimenti ed emozioni. La forza dell’anima consiste nel vincere le emozioni (quelle fondamentali sono tristezza e gioia). Ad esse è congiunto uno stato di servitù da cui l’uomo deve liberarsi attraverso la saggezza, che si ottiene estendendo il dominio del pensiero.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.

PAROLE CHIAVE:

Cartesio