La riserva di regolamento parlamentare

La seconda e la terza fase del procedimento sono disciplinate, nelle linee fondamentali, dall’art. 721 cost., che prevede il previo esame del progetto in commissione e l’approvazione del medesimo in assemblea, articolo per articolo, con votazione finale.
Ai regolamenti parlamentari la norma costituzionale affida ogni ulteriore disciplina sul punto, demandando loro altresì la previsione di procedimenti abbreviati.
Al regolamento la Costituzione rimette infine la disciplina delle forme di pubblicità dei lavori delle commissioni.
Dottrina e giurisprudenza sono orientate per la conclusione che tutto il procedimento di formazione e di deliberazione della legge è, nei limiti costituzionali indicati, riservato al regolamento parlamentare.
Ne dovrebbe allora discendere, ma la conclusione non è condivisa dalla Corte costituzionale, che la violazione delle norme regolamentari in sede di formazione della legge costituisce violazione mediata della norma costituzionale, determinando l’invalidità della legge stessa.
D’altro canto gli espliciti rinvii che l’art. 72 cost. stabilisce a favore dei regolamenti parlamentari, non soltanto devono essere intesi come creativi di una riserva di competenza a favore di tale fonte, ma anche come vincolo per il legislatore a rispettarne le prescrizioni, sì che la loro violazione determina, come in altri campi la Corte costituzionale ebbe modo di accertare, una sorta d’incostituzionalità mediata dell’atto legislativo difforme dalle previsioni regolamentari.
Rimane, invero, nella giurisprudenza, anche recente, della Corte costituzionale l’idea, non solo dell’insindacabilità dei regolamenti parlamentari, ma anche quella della loro inidoneità a fungere da parametro del giudizio di costituzionalità delle leggi, in una logica complessiva che sembra voler riesumare la dottrina della norma interna.