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Riposi settimanali ed esercizio del culto


Le diverse prescrizioni confessionali circa l’osservanza di un giorno settimanale di riposo dalle attività lavorative pongono il problema di conciliare il diritto a praticare il culto con le esigenze dell’organizzazione del lavoro.
Il giorno settimanale coincide, come da tradizione plurisecolare, con la domenica.
La scelta del giorno di riposo settimanale sembra essere legata al significato che la domenica ha per le tradizioni e gli usi della società italiana, e non necessariamente ad un valore religioso, come sottolineano sia la dottrina, sia la giurisprudenza.
La corrispondenza tra il riposo settimanale e quello domenicale, se dà risalto ad una tradizione derivante dalla religione cattolica, è però principalmente volta a garantire al lavoratore il godimento di quello che viene chiamato “tempo libero qualificato”, cioè un tempo nel quale l’individuo può usufruire di momenti di vita familiare, culturale, associativa, oltre che religiosa.
La Convenzione dell’OIL 106/57 sul riposo settimanale nel commercio e negli uffici stabilisce che “il periodo di riposo settimanale coinciderà con il giorno della settimana riconosciuto come giorno di riposo dalla tradizione o dagli usi del Paese o della regione”.
La medesima convenzione ricorda altresì la necessità di rispettare gli usi delle minoranze religione in materia di giorni festivi.
L’equilibrio tra esigenze dell’organizzazione del lavoro, da un lato, e garanzia della libertà religiosa del singolo, dall’altro, si inserisce nel più ampio dibattito sul governo delle differenze.

Tratto da DIRITTO ECCLESIASTICO di Stefano Civitelli
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