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Il contenuto del principio di determinatezza in diritto

Il contenuto del principio di determinatezza in diritto


Il contenuto dei principio di determinatezza è duplice:
da un lato, si rivolge al legislatore imponendogli l'obbligo costituzionale di procedere alla formulazione determinata della legge penale;
dall'altro, si rivolge al giudice imponendogli alcune limitazioni alla sua attività interpretativa.

Determinatezza e materiale linguistico della fattispecie

La dottrina distingue pacificamente, nel materiale di cui può essere costituita la fattispecie, almeno tre specie di elementi:
gli elementi quantitativi (es. le «tre o più persone» quali soggetti attivi di molti reati associativi: art. 416 c.p.);
gli elementi descrittivi, cioè che contengono un'indicazione di un dato della realtà mediante una sua descrizione naturalistica (es. «chiunque cagiona un disastro ferroviario»: art. 430);
gli elementi normativi, che cioè riescono a fornire un'indicazione della realtà solo per il tramite di una norma giuridica (es. chi «si sottrae agli obblighi inerenti alla potestà dei genitori»: art. 570 c.p.) o di una norma sociale (es. chi «commette atti contrari al comune sentimento del pudore in luogo pubblico»: art. 527 c.p.).

In definitiva, gli elementi quantitativi, descrittivi e normativi possono essere sia determinati che indeterminati.
Di regola il problema della determinatezza della legge penale diventa acuto quando si pone in rapporto ad una norma che non sia totalmente priva di capacità espressiva.
La difficoltà cui da sempre ha dato adito il principio di determinatezza nasce per l'appunto dall'essere esso un canone non assoluto ma piuttosto di natura in definitiva quantitativa: il vizio di indeterminatezza di una norma non consiste, cioè, nella sua totale mancanza di significato linguistico ma nella sua insufficiente determinatezza.
Ogni espressione linguistica e ogni fattispecie criminosa hanno un nucleo centrale di significato, ancorché minimo, ma certo, indiscutibile e dunque determinato.

Tratto da DIRITTO PENALE di Beatrice Cruccolini
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