Il criterio dell’intensità del legame psichico tra il soggetto e il fatto tipico

Tale legame è max quando il soggetto, pur non volendo la realizzazione del fatto, se la rappresenta come possibile o addirittura come probabile (ovviamente non come certa, altrimenti sarebbe dolo diretto).
“Evento previsto ma non voluto” => tale situazione è disciplinata come circostanza aggravante dall’art. 61 n.3 c.p. c.d. colpa con previsione o colpa cosciente.

Dolo eventuale e colpa con previsione hanno in comune la rappresentazione dell’intero fatto tipico (cioè dell’evento) come probabile o possibile, ma differiscono quanto atteggiamento volitivo:
Dolo eventuale => in esso occorre che la realizzazione del fatto sia stata anche psicologicamente “accetta” dal soggetto, nel senso che il soggetto avrebbe agito anche se avesse avuto la certezza della verificazione dell’evento.
colpa con previsione  => in essa occorre il contrario, e cioè che la rappresentazione come certa della verificazione del fatto avrebbe trattentuto il soggetto dall’agire.

L’intensità del legame psichico tra il soggetto e il fatto tipico può riguardare anche l’aspetto normativo del fatto tipico colposo, e cioè la regola cautelare doverosa violata. Ed invero la colpa è graduabile anche in rapporto alla consapevolezza o meno che il soggetto abbia avuto di violare la regola cautelare.
Es. il guidatore che ecceda il limite di velocità, può anche per sua disattenzione non aver visto il cartello che segnalava il limite di velocità.

criterio del grado di scostamento del comportamento inosservante rispetto alla regola cautelare doverosa

il grado della colpa sarà tanto + elevato quanto maggiore sarà la distanza tra il comportamento tenuto, cmq in violazione della regola, e la pretesa cautelare richiesta dall’ordinamento.
Es. posto che la regola cautelare stabilisca il limite di 50 km/h il grado della colpa sarà + elevato quanto maggiore sarà la velocità tenuta oltre il limite.