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La genesi della fattispecie penale


La strumentalizzazione della fattispecie attraverso l’utilizzazione di un determinato insieme descrittivo di elementi essenziali “fissa” attraverso la fattispecie un dato contenuto di disvalore, che rappresenta il risultato di un complesso giudizio valutativo. La fattispecie penale sarà la conseguenza di un giudizio valutativo in cui il legislatore individua lo specifico disvalore del”tipo” tenendo conto di tutti gli altri interessi in gioco ed eventualmente anche in conflitto tra loro.
Es. la struttura della fattispecie ex art. 615 bis c.p. rivela un contenuto di disvalore, o un’area di tutela, che risulta da un bilanciamento tra il bene “principale” oggetto di tutela (privacy) ed altri beni con quello connessi e configgenti.

Certamente la fattispecie di omicidio doloso (art. 575 c.p.) realizza un tutela “totalitaria”, in quanto in essa non vi sono elementi essenziali la cui genesi sia dovuta alla necessità di dare spazio a eventuali interessi configgenti: l’art. 575 punisce, infatti, “chiunque cagiona (dolosamente) la morte di un uomo” individuando così un’area di tutela onnicomprensiva e senza limiti. Ma già nell’omicidio colposo la tutela non è più “totalitaria” e onnicomprensiva: la nozione di “rischio consentito” (coessenziale alla colpa) segna, infatti, un limite alla tutela della vita che è il risultato di un bilanciamento con beni e interessi configgenti. (es. rischio consentito nell’esercizio di uno sport violento come la boxe, ove la produzione di un evento mortale non costituisce reato di omicidio colposo ancorché prevedibile conseguenza di una condotta violenta. Tale “rischio consentito” rientra per così dire nelle regole del gioco).

In conclusione => la genesi della fattispecie penale conferma che gli elementi essenziali concorrono alla delimitazione dell’area di tutela, esprimendo quello specifico contenuto di disvalore che è il risultato di un giudizio valutativo complesso che bilancia l’interesse oggetto di tutela con i c.d. “contro-interessi” di regola connessi al primo.

Tratto da DIRITTO PENALE di Beatrice Cruccolini
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